Anche
quest’anno, dal 2 giugno al 14 ottobre la mostra GONG, a Firenze-Forte di
Belvedere, consente di ammirare, disseminate nei digradanti spiazzi del
giardino, le opere scultoree di uno dei grandi protagonisti dell’arte
contemporanea ELISEO MATTIACCI.
Insieme alle grandi sculture che arricchiscono
il giardino, suggestive istallazioni e più di sessanta disegni ed acquerelli
all'interno della Palazzina contribuiscono a mostrare l’alta qualità della
ricerca dell’artista.
“ Un esercizio pressoché sciamanico volto a
esplorare il sublime del cosmo, orbite di pianeti e di astri, ritmi e geometrie
che appartengono all’universo infinito, per tracciare mappe stellari che adesso
come milioni di anni fa funzionano in termini anche simbolici, rituali”.
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Senza titolo, 2013 |
Il critico d’arte Giuliano Briganti grande amico
dell’artista così scriveva dandone un ritratto davvero stimolante “Eliseo -ruba
riflessi al cielo- la bella immagine è di Flaminio Gualdoni e mi fa pensare non
solo a quel suo modo di sottrarre, là dove lo vuole, peso alla materia per
riconquistare, nella concretezza un’astrazione tutta nuova, un’idea aerea,
celeste, cosmica, di equilibri, di pesi, di gravità di spazi. Ma mi fa pensare
anche a quel suo modo, così poetico, di sentirsi partecipe di una sorta di
mitica, primitiva cosmogonia. Le storie del cielo lo attraggono, non hanno
perso per lui il loro antico potere emotivo …
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Equilibri precari quasi impossibili, 1991 |
… ho visto quella che, a mio parere, è sin qui
la sua opera più bella e felice: Equilibri precari quasi impossibili anch’essa
ora esposta. Un opera che trasmette con rigorosa semplicità, con evidenza e
immediatezza il suo messaggio formale: il senso qualitativo di un equilibrio di
forze che raggiunge il punto unico di una magica sospensione, liberando nello
spazio una sorta di poetica allegoria della prospettiva. Fu per me un richiamo
istintivo provocato forse, ma inconsciamente, dal fatto di trovarmi a Pesaro,
ma appena vidi quell’ampia finestra rettangolare praticata nella lastra
perpendicolare di lamiera e traversata ortogonalmente dalle due lunghissime
travi di ferro parallele e sospese, mi venne subito alla mente la spalliera
marmorea del trono nella pala pesarese di Giovanni Bellini dove un’ampia
finestra si apre sul paesaggio retrostante e attraverso la quale passano,
convergendo verso il centro focale del dipinto, le linee di fuga della rigorosa
prospettiva. Eliseo non ci aveva pensato ma, naturalmente, conosceva quel
quadro per averlo visto più volte nel museo della sua città. Il senso e le
proporzioni di quella finestra gli erano forse rimasti sepolti in un angolo
della memoria: affondano davvero nel passato le radici della modernità”.
Graziella Guidotti
Foto Simona Fossi
Forte di Belvedere 2 giugno
– 14 ottobre 2018
Orari h11.00-20.00. Ultimo ingresso ore 19.00. Chiuso il lunedì.
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