San Gimignano, San Lorenzo in Ponte, Veduta dell’interno |
L’amministrazione
comunale del suggestivo centro storico di San Gimignano, il paese dalle alte
torri testimone di un’urbanistica medievale e di un modo di abitare e di vivere
ormai lontano dalle esigenze di vita dei nostri giorni ma proprio per questo
pieno di fascino, ha voluto aggiungere alla già ricca offerta di testimonianze
del passato un altro prezioso gioiello: l’apertura al pubblico della ex chiesa
di San Lorenzo in Ponte. Questo gioiello è il primo esempio di federalismo
demaniale culturale: è stato infatti il primo bene demaniale, a livello
nazionale, ceduto gratuitamente ad un ente pubblico a condizione che venisse
restaurato e adeguato alla fruizione comune, cosa puntualmente avvenuta il 25
marzo 2017 quando è entrato a far parte del complesso dei musei civici del
Comune.
La Madonna col Bambino in gloria |
Si
tratta di una costruzione di epoca romanica ad unica navata coperta da un tetto
a capriate di legno. Sulla parete sinistra esterna, al limite di una strada molto
transitata, fin dal XIV secolo c’era un affresco raffigurante la Madonna col Bambino.
Secondo alcuni studiosi il volto della Vergine è riconducibile all'attività
giovanile di Simone Martini. “Fu proprio a causa della devozione popolare verso
questa sacra immagine che, all’inizio del Quattrocento, si decise la
costruzione di un portico lungo il fianco della chiesa, venendo così a formare,
in adiacenza ad essa, una cappella, dotata di un altare dedicato alla Vergine.
Intorno
al 1413 chiesa ed oratorio furono interessati da una estesa decorazione a
fresco eseguita da Cenni di Francesco di Ser Cenni, come documenta
un’iscrizione ancora parzialmente visibile sopra l’affresco raffigurante il Trionfo della morte. Dopo pochi decenni
la chiesa perse il titolo parrocchiale e nel 1471 risultava essere una semplice
cappella. Nel 1561 il portico fu chiuso e coperto con volte a crociera
acquisendo verosimilmente la funzione religiosa della adiacente chiesa”.
Nel
1677 la chiesa, dopo aver conosciuto un lungo periodo di abbandono, fu
definitivamente soppressa e alienata a privati, con l’eccezione del portico che
restò alla devozione del popolo.
L’organico
intervento di restauro e adeguamento strutturale ha interessato tutto il
complesso compresa l’antico edificio della chiesa che nel tempo è stata
utilizzata come tinaia e frantoio, magazzino di calce, laterizi, cereali e
legnami. Oggi, nonostante i pesanti danneggiamenti dovuti all'uso improprio,
possiamo ancora apprezzare i colori originari perfettamente conservati e ciò
che rimane della complessa composizione denominata a ragione “le vie
dell’anima” perché insieme alle immagini di Apostoli, Santi, miracoli mostra
complesse composizioni in un racconto inedito. Un racconto per immagini che
copriva interamente le pareti e che si snoda “dal peccato alla redenzione” e raffigura
le pene dell’Inferno, la purificazione del Purgatorio e la beatitudine del
Paradiso. La parte in basso è logicamente la più danneggiata ma la parte in
alto mostra un racconto perfettamente leggibile, ricco di colori squillanti.
L’estensione della superficie affrescata e il breve tempo impiegato per
completare l’opera, circa un anno, testimoniano l’impegno di una numerosa
“bottega” di collaboratori che sapevano interpretare con omogeneità e maestria
le indicazioni ricevute dal titolare dell’opera, Cenni di Francesco di Ser
Cenni. Questo a dimostrare una volta di più la grande organizzazione delle
botteghe d’arte toscane che grazie alla professionalità delle maestranze
riuscivano a soddisfare in breve tempo qualsiasi richiesta.
Trionfo della Morte (Giovani nel verziere) |
Nella
scelta dei soggetti e nell'iconografia, Cenni si dimostra in linea con quanto
di più innovativo si produceva in Toscana ai primi del Quattrocento ma ancor
più, negli affreschi di San Lorenzo in Ponte, egli si conferma artista vivace
dotato di una eccellente vena narrativa e di una profonda conoscenza del
linguaggio gotico d’oltralpe: è infatti tra i primi rappresentanti del gotico
internazionale in Toscana.
Graziella Guidotti
Storie di San Benedetto |