giovedì 24 dicembre 2015

IL GRAN BALLO DI FIRENZE CAPITALE

La presentazione del libro “Il Gran Ballo di Firenze Capitale” chiude le celebrazioni lunghe un anno organizzate per ricordare i cinque anni in cui Firenze è stata Capitale del Regno d’Italia.
Il libro curato da Maria Cristina de Montemayor, direttrice della rivista “MCM La storia delle Cose” presentato nella Sala degli Elementi in Palazzo Vecchio riporta, con grande attenzione e cura, notizie, curiosità, documenti e cronache dei giornali del tempo: fa rivivere così il fascino degli splendenti abiti di gala e dei preziosi accessori dell’epoca e dell’atmosfera che si doveva vivere in quel momento.
La sera tra il 27 e il 28 novembre 1865 Palazzo Pitti, in occasione della visita di stato dei Reali del Portogallo, accoglie una grande festa da ballo che presenta a tutto il mondo la magnificenza della città e delle sue opere d’arte.
All'arrivo dei reali la città era tutta addobbata a festa con pennoni, arazzi alle finestre e bandiere, e in bel'ordine era schierata la guardia nazionale.
Le suggestioni che ci presenta il libro evocano l’atmosfera del ballo di Luchino Visconti nel Gattopardo.
Immaginiamo dame con vestiti dal corpino aderente e dalle voluminose gonne ampie a dismisura sostenute da una vera e propria gabbia di fili metallici che danno vita al volume degli abiti.
Le scollature sono ampie e a cuore le, maniche cortissime, spesso sono accompagnate da guanti altrettanto corti che quindi lasciano le braccia nude.
Tutte questi aspetti sono mostrati nel libro e sono stati raccontati con l’esposizione di alcuni costumi d’epoca, documenti storici, giornali e riviste con la cronaca del Gran Ballo. Inoltre, nel corso della serata sono stati proposti anche alcuni brani di musica da ballo, valzer, quadriglia, polka per ricreare l’atmosfera di quegli anni.

Il presidente del Comitato per le celebrazioni di Firenze Capitale Eugenio Giani così chiude il suo intervento in Palazzo Vecchio “ la memoria storica è importante per ricordarci da dove veniamo. Quindi, viva le iniziative che rievocano i momenti che hanno fatto la storia. In questo senso il Gran Ballo di Palazzo Pitti e l’atmosfera di quegli anni, ci ricordano come fosse la città allora e quanto Firenze rappresenti oggi nel panorama internazionale”
Patrizia Casini - Graziella Guidotti

lunedì 23 novembre 2015

HERITAGE storie di tessuti e di moda

Il giovane nuovo presidente della Fondazione Museo del Tessuto di Prato, Francesco Marini, presidente anche dei giovani industriali della città, ha inaugurato insieme al direttore Filippo Guarini e alla curatrice Daniela Degli Innocenti la mostra “Heritage-storie di tessuti e di moda” la prima del suo mandato.
La mostra racconta attraverso i tessuti e la moda, dal XVI al XX secolo, il complesso patrimonio tecnico e culturale da cui hanno origine gli straordinari manufatti presentati in mostra e mette in evidenza, in occasione del quarantesimo anniversario del Museo, gli importanti traguardi raggiunti.
La ricorrenza di quaranta anni di vita si rivela anche un’occasione per ripensare la sua funzione. Nato nel 1975 all’interno dell’Istituto Tecnico Industriale Tullio Buzzi come collezione di supporto ai disegnatori tessili del distretto di Prato, il Museo ha trovato una sede definitiva presso l’ex opificio tessile Campolmi e insieme alla biblioteca della città, che ha sede negli ambienti dello stesso opificio, costituisce un importante polo culturale aperto a trattare anche argomenti di grande attualità per l’industria tessile non solo locale.
“Nel percorso espositivo che dal XVI secolo giunge fino agli anni Sessanta del Novecento, tessuti ed abiti dialogano continuamente, sottolineando le reciproche interconnessioni ed invitando il visitatore a leggere il tessuto in funzione del suo utilizzo finale (abbigliamento o arredamento) e ogni prodotto finito in relazione al materiale tessile in cui è realizzato.
Accanto ai tessuti, abiti ed accessori, una selezione di libri campionario, figurini e giornali antichi di moda, bozzetti originali per abiti e rare edizioni”.
I più di cento manufatti tutti di proprietà del museo e mai esposti prima d’ora, sono raccolti in ordine cronologico in sette teche. All’inizio del percorso espositivo si trovano due “vesti per sotto” del cinquecento di lino ricamato, esempi rarissimi  miracolosamente giunti fino a noi; un rarissimo esemplare di partitura della Marsigliese e un libro-regalo di nozze ambedue con pagine tessute con la seta più preziosa e una lavorazione di straordinaria accuratezza nel XIX secolo, a Lione su telaio Jacquard. Inoltre tessuti con motivo bizarre testimoni dell’influsso delle arti e della cultura orientale in Europa nel XVII secolo, sontuosi abiti di corte, scialli Cashmere lavorati con lane cashmere nell’omonima regione dell’India, un tessuto art nouveau progettato in Inghilterra alla fine del XIX secolo dal celebre Silver Studio, disegni per la stampa dell’artista Raoul Dufy, una cappa di velluto stampato dell’artista/stilista Maria Monaci Gallenga.

Il percorso si conclude con cinque straordinari abiti sartoriali del Novecento che raccontano l’evoluzione dello stile e dell’eleganza femminile fino agli anni sessanta, anni di grandi cambiamenti sociali e di gusto.
Graziella Guidotti - Patrizia Casini

HERITAGE storie di tessuti e di moda, dal 22 novembre 2015 al 30 aprile 2016
Orari di apertura: ma-gio 10-15; ven-sab 10-19
Biglietto intero: Euro 6; ridotto Euro 4

WWW. Museodeltessuto.it


venerdì 6 novembre 2015

ALIGHIERO BOETTI IN PALAZZO VECCHIO al summit UNITY IN DIVERSITY

In occasione del summit mondiale dei Sindaci UNITY IN DIVERSITY che si tiene a Firenze dal 5 al 8 novembre saranno esposte due grandi opere di Alighiero Boetti arista tra i più rappresentativi dell’arte contemporanea nel mondo e rimarranno in mostra fino al 22 novembre.
L’autore esponente dell’arte povera, corrente artistica italiana nata nella seconda metà degli anni ’60, avvicinatosi poi all’arte concettuale è stato presente nelle maggiori gallerie d’arte del mondo tra cui la Tate  a Londra.

Le sue due opere più famose, dal titolo “Mappe”, esposte nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio sono dei grandi patchwork  ricamati di dimensioni colossali (580x280): è la prima volta che in Italia vengono messe a confronto due opere di Boetti di queste dimensioni.
Palazzo vecchio accoglierà sindaci che provengono da tutte le parti del pianeta: Europa, Africa, Medio Oriente, America del Nord e del Sud, per costruire un dialogo tra i popoli in un mondo dove i confini sono sempre più labili e dove locale e globale sono in continuo confronto.

“La scelta delle Mappe vuole essere un’immagine rappresentativa delle dinamiche geopolitiche, dell’unità nella differenza dei popoli”. La loro presenza ha una logica in questo contesto perché sono frutto del lavoro di donne afgane che negli anni Ottanta le hanno ricamate su cotone. Seguendo i disegni che Boetti aveva fornito loro li hanno interpretati secondo la tradizione locale, con i colori e i simboli delle bandiere dei paesi rappresentati: in esse è visibile il passaggio epocale delle trasformazioni dei confini sovietici avvenuti con la Perestroika.

Boetti dice "il lavoro della Mappa ricamata è per me il massimo della bellezza. Per quel lavoro io non ho fatto niente, non ho scelto niente, nel senso che: il mondo è fatto com'è e non l'ho disegnato io, le bandiere sono quelle che sono e non le ho disegnate io…”
Queste opere vogliono anche comunicare la diversità dei suoni, delle lingue, dei profumi, alludono alla varietà e alla ricchezza del mondo.

Il lavoro manuale comune a tutte le popolazioni, tramandato dal sapere e dall’esperienza rende ogni paese ricco di una propria eccellenza e come dice Ruggero Bacone nell’Opus Majus diventa “l’eccellenza inconfutabile  della conoscenza data dall’esperienza”.

martedì 27 ottobre 2015

IL DADO È TRATTO

Intersuperficie curva bianca P. Scheggi




IL DADO È TRATTO Arte contemporanea italiana oltre la tradizione, è il titolo della mostra che la Tornabuoni Arte, Lungarno Cellini 3-Firenze, offre ai visitatori fino al 28 novembre 2015.
Già il titolo “Il dado è tratto” indica l’irreversibile svolta verificatasi nelle arti dal momento in cui non si pongono più come rappresentazione della realtà ma come linguaggi espressivi indipendenti.
Tecniche e mezzi espressivi utilizzati per la rappresentazione sono i più vari: questo aspetto è ben documentato nella mostra che evidenzia la libertà di scelte operate da ogni artista.

Presenti i più importanti rappresentanti dell’arte italiana tra cui, per citarne solo alcuni, Burri, Manzoni, Merz, Pistoletto,  Afro, Capogrossi, Castellani, Scheggi.

Senza titolo. P.P. Calzolari
L’esposizione mostra l’allontanamento dall’arte figurativa dopo gli anni trenta del 900: arte così importante nella tradizione italiana da trovare le sue radici in Giotto precursore che faceva del disegno la base della sua arte.
Come scrive il critico d’arte Sergio Risaliti, curatore della mostra  "Rinunciare alla riproduzione figurativa della natura o della realtà sembrava il passo decisivo e dovuto per avventurarsi in un mondo di nuove invenzioni in cui oltre la tradizione si profilava la possibilità di creare un linguaggio dell’arte più autonomo e assoluto.
Un linguaggio più attuale che coinvolgesse in un ambito collettivo gli artisti.

La galleria TornabuoniArte, un’importante realtà fiorentina dal respiro internazionale dal 1981 ha aperto le porte all’arte moderna grazie alle importanti mostre organizzate.
Patrizia Casini

Catrame A. Burri                                               Concetto spaziale L. Fontana

mercoledì 14 ottobre 2015

TOSCANA ‘900 Da Rosai a Burri percorsi inediti tra le collezioni fiorentine”


Carlo Levi Rape e viole del pensiero 1938

Nell’ambito del progetto Toscana ’900 – Piccoli Grandi Musei, promosso e organizzato da Ente Cassa di Risparmio di Firenze e Regione Toscana, in collaborazione con la Consulta delle Fondazioni di origine bancaria della Toscana, dal 3 ottobre 2015 al 10 gennaio 2016 Villa Bardini a Firenze ospiterà la mostra “Toscana ’900. Da Rosai a Burri. Percorsi inediti tra le collezioni fiorentine” a cura di Lucia Mannini e Chiara Toti.
L’esposizione intende riportare l’attenzione su alcune delle realtà cittadine che accolgono e tutelano collezioni del ’900 normalmente non esposte e accessibili al pubblico. Si tratta di un progetto corale che ha visto numerose partecipazioni sia di enti pubblici sia di cittadini privati. Il percorso si suddivide in due parti.

Ottone Rosai Via Rimaggina 1933 olio su tavola
Volumi semplificati, tonalità calde, una cromia intensa e diffusa che anima i silenzi "metafisici" della campagna toscana, recuperando i tempi lenti della tradizione macchiaiola

Nella prima sono contemplate le raccolte di cinque importanti istituzioni fiorentine presenti con opere di differenti tipologie, provenienti da altrettanti differenziate vicende collezionistiche.
Dall’Archivio Bonsanti del Gabinetto Vieusseux sono esposte opere provenienti da quattro fondi, selezionate secondo un filo tematico che ha nel ritratto l’evocazione di personalità del mondo dell’arte e della cultura.
Di tutt’altra origine e provenienza la vasta collezione di edizioni d’arte e libri d’artista della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, definito da Paolucci come il “fondo numericamente più cospicuo e storicamente più importante di libri d’autore del Novecento oggi proprietà dello Stato italiano”.
La selezione – con nomi che vanno da Depero a Munari, da Kandinskij a Picasso, da Duchamp a Dalì, da Fontana a Warhol - è presentata a dare misura non solo della qualità e vastità di una collezione solitamente accessibili solo agli studiosi.
Il percorso presenta anche una scelta di pezzi storici testimoni dell’attività dell’Istituto d’Arte di Porta Romana tra anni Venti e Trenta, il momento in cui ha costruito la propria fama. 
Nella seconda parte la mostra si compone di un’ampia sezione dedicata al collezionismo privato, da sempre filtro e integrazione alle raccolte museali
Nella sezione sono presenti anche opere significative di artisti stranieri quali Picasso, Moore e Yasuda, in gran parte dovute a particolari legami che questi hanno avuto con la città.
La presente mostra, ha sottesa l’ambizione di mostrare (o dimostrare) quanto a Firenze sia ampio e vario il patrimonio d’arte del Novecento non esposto e non visibile ai più.
Enrico Baj La cravate ne vaut pas une médaille 1972
Libro d'artista concepito interamente dall'autore. racconto di sapore surrealista, frammentato in brevi frasi spezzate combinate a tecniche grafiche diverse.

martedì 6 ottobre 2015

Programma Associazione "Per Boboli"



Mostra personale CARLO BERTOCCI a Catania

Un pittore nato in un arroccato paese sul gruppo montuoso dell’Amiata ma di formazione e cultura fiorentina espone a Catania le sue opere costruite sulla scia della grande tradizione disegnativa fiorentina.

RINVERDIRE mostra personale Carlo Bertocci 
Catania Art Gallery
, acura di Arnaldo Romani Brizzi Vernissage sabato 10/10/2015






lunedì 5 ottobre 2015

RIVOLUZIONE DIGITALE: POSITIVA O NEGATIVA?

La rivoluzione digitale coinvolge ormai tutta la nostra attività e ogni aspetto della vita. Computer, tablet, cellulari, internet, social network, elettrodomestici programmati e programmabili sono a disposizione ed utilizzati da tutti. Al momento sembra tutto positivo, ma non sappiamo quale sarà il prezzo che ci presenterà in futuro tutto ciò che oggi consideriamo un progresso positivo.

Indubbiamente è seducente avere la possibilità di  costruire in Africa, in modo semplice  con una stampante 3D, un braccio e una mano su misura per chi l’ha persa in uno dei sanguinosi scontri che da decenni feriscono gran parte delle comunità, essere aiutatati nella guida da un “autista elettronico”, monitorare il nostro stato di salute con un chip incorporato nel vestito, avere robot che ci liberano dalle mansioni più faticose. Ma quale conseguenze presenteranno in futuro tutte queste nuove opportunità?

Variegati aspetti della rivoluzione digitale sono stati proposti a Firenze in questo ottobre 2015.

Dig.it4fashion ha organizzato un evento dal titolo “Digital and social media strategies for the fashion industry” conclusosi, dopo un giorno fitto di interessanti relazioni, con una stimolante tavola rotonda. L’evento ha illustrato le nuove opportunità di comunicazione e il loro impiego per finalità commerciali.

Nello stesso tempo la Fondazione Stensen con Stensen/Cultura ha proposto un ciclo d’incontri settimanali, fino al 30 gennaio 2016 con questi intenti, “Il percorso che proponiamo non traccerà solo l’origine e la storia delle nuove tecnologie digitali, ma cercherà soprattutto di valutare le implicazioni e le conseguenze antropologiche, sociali, politiche, economiche e religiose più rilevanti, alla ricerca di nuovi strumenti concettuali e paradigmi culturali. Una preziosa occasione, pertanto, per conoscere di più, interrogarci insieme e riflettere”.
Graziella Guidotti

BIT_CHIP_WEB LA RIVOLUZIONE DIGITALE


I PARTE: Bit, Chip, Web

10 Ottobre 2015 - ore 15.30: LA STORIA E LE PAROLE
     1. Pierluigi CRESCENZI
     2. Tommaso DETTI


17 Ottobre 2015 - ore 15.30: L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE
     1. Marco GORI
     2. Marcello PELILLO


24 Ottobre 2015 - ore 15.30: LA ROBOTICA
     1. Domenico PRATTICHIZZO
     2. Guglielmo TAMBURRINI


31 Ottobre 2015 - ore 15.30: RICERCA SCIENTIFICA E RIVOLUZIONE DIGITALE
     1. Giacomo POGGI
     2. Graziano PESOLE


II PARTE: L’età del Digitale

07 Novembre 2015 - ore 15.30: LA TRASMISSIONE DEL SAPERE
     1. Emanuela CONFALONIERI
     2. Ernesto FERRERO


14 Novembre 2015 - ore 15.30: LA SALUTE
     1. Michele PAPA
     2. Cristina CENCI


21 Novembre 2015 - ore 15.30: LE REGOLE
     1. Pasquale COSTANZO
     2. Franco PIZZETTI

28 Novembre 2015 - ore 15.30: I SOCIAL NETWORK
     1. Giuseppe RIVA
     2. Pietro CIPRESSO


05 Dicembre 2015 - EVENTO SPECIALE CINEMA
     BLADE RUNNER Final cut - versione restaurata


16 Gennaio 2016 - ore 15.30: L’INFORMAZIONE
     1. Luca DE BIASE
     2. Marco BARDAZZI


23 Gennaio 2016 - ore 15.30: L’ECONOMIA E IL LAVORO
     1. Dino PEDRESCHI
     2. Maria Alessandra ROSSI


30 Gennaio 2016 - ore 15.30: LE RELIGIONI
     1. Enzo PACE
     2. Sergio BOTTA


INGRESSO LIBERO (Fino ad esaurimento posti)
Presso Auditorium Stensen - Viale don Minzoni 25C - FIRENZE - 055.576551

domenica 4 ottobre 2015

ALFRED JARRY

Alfred Jarry artista, scrittore, intellettuale, poeta, drammaturgo, disegnatore, considerato il precursore di molti movimenti artistici ha vissuto nella Parigi di fine Ottocento (nasce a Laval nel 1873) in un'epoca di rottura con il passato e di grandi cambiamenti.

La sua opera Ubu Roi è considerata precorritrice del surrealismo e del teatro dell'assurdo. Andata in scena a Parigi nel 1896 rompe con le convenzioni sceniche tradizionali utilizzando un linguaggio non comune, volgarità palesi e scenografie surreali che comportarono forti critiche all’opera e all'autore. Tutto questo non ne impedì un enorme successo.
Il personaggio, Padre Ubu, ufficiale di fiducia di re Venceslao di Polonia, figura spregiudicata, uccide il Re e tutto il suo seguito impossessandosi del trono.
In seguito Padre Ubu teme la reazione del figlio di Venceslao, il principe Bugrelao, che imprudentemente non ha ucciso, il quale medita di riconquistare il trono che gli spetta.
Simbolo degli aspetti più assurdi e grotteschi del potere suscita una seria riflessione sulla società contemporanea, riflessione che rimane tuttora attuale. Infatti Dario Fo nel 2003 mette in scena un suo spettacolo chiamato La storia di Ubu Roi dove Padre Ubu è un chiaro riferimento al presidente del consiglio di allora, ma i riferimenti e le allusioni rimangono validi nel tempo.

Autore anche dell’opera Faustroll inventa il termine patafisica, «scienza delle soluzioni immaginarie», che si propone di analizzare le leggi alla base delle eccezioni (quindi, praticamente, di tutto) e di spiegare l’universo supplementare al nostro. Il suo personaggio, il dottor Faustroll, è «negromante moderno, mescolanza di uomo e di marionetta, di trasposizione mitica e di caricatura».

Jarry, con l’ironia che gli appartiene, annulla ogni separazione tra il serio e il comico e tutta la sua produzione  rimane tragica e burlesca allo stesso tempo.
“Il suo anticonformismo irriverente, espressione di un rifiuto delle norme e dei limiti che regolavano i canoni della vita borghese, ne ha caratterizzato non solo l’opera ma anche la vita.”
Muore giovanissimo, all’età di 34 anni, nel 1907 anno della realizzazione del quadro Les Demoiselles d'Avignon di Pablo Picasso.
Patrizia Casini

venerdì 2 ottobre 2015

Alfred Jarry Arcipelago: ‘HA-‘HA

Il Museo Marino Marini, e l'Institut Franҫais di Firenze propongono un programma artistico di arte contemporanea che dura quattro giorni dal 7 ottobre al 10 ottobre: una serie di incontri, proiezioni, installazioni performance a cura di Leonardo Bigazzi.
Il progetto coinvolge un gruppo di giovani artisti ed è ispirato all'artista Alfred Jarry, intellettuale, poeta, drammaturgo, disegnatore considerato il precursore di molti movimenti artistici degli inizi del ‘900.
In base alla personalità di questo anarchico intellettuale è stata pensata la “mostra-non mostra” organizzata come una serie di eventi che si svilupperanno in diversi luoghi della città dal museo Marino Marini all'Istituto Francese, al cinema Spazio Alfieri e altri luoghi.


PROGRAMMA
Tutti i giorni
-      Petrit Halilaj, friends of birds, 2014-2015 Installazione sonora all’ingresso del Museo Marino Marini; 1h 1¢ 23¢¢ (loop)
-      Petrit Halilaj Performance estemporanee in costume
-      Julien Bismuth, Untitled (Ha Ha), 2015 serie di poster su carta installati dall’artista al Museo Marino Marini e in vari luoghi della città
Mercoledì 7
Museo Marino Marini Piazza San Pancrazio dalle 21 alle 23.30
Luigi Presicce, Il sogno della cascata di Costantino, 2015 - Performance per uno spettatore alla volta (accompagnato)
ingresso gratuito / prenotazione obbligatoria
Numero limitato di posti, per prenotazioni scrivere a info@museomarinomarini.it
Giovedì 8
Museo Marino Marini Piazza San Pancrazio ore 18
Kasia Fudakowski, Did I ever really have a chance?, 2015 performance
ingresso gratuito
Venerdì 9
Cinema Spazio Alfieri Via dell'Ulivo, 6, 50122 Firenze ore 21.00
Pierre Huyghe, The Host and the Cloud, 2010 Film, HD video, color, surround sound; 2 h 1¢30¢¢. Film in lingua originale con sottotitoli in italiano. In collaborazione con Lo schermo dell’arte Film Festival
ingresso gratuito
Sabato 10
Museo Marino Marini Piazza San Pancrazio Organizzato dal Festival SONIC SOMATIC ore 21.00
-      Helicotrema. Festival dell’audio registrato Sessione d’ascolto collettivo a cura di Rodolfo Sacchettini
ingresso gratuito / prenotazione obbligatoria
-      Expanding Illuminance Performance audio-video di Thomas Köner ore 21.30

€ 10 ACQUISTABILE IN PREVENDITA per prenotazioni e prevendite scrivere a sonicsomatic@gmail.com