mercoledì 30 marzo 2016

Programma: Prima Lux L’alba degli angeli

Per la prima volta è possibile ammirare l’alba dal “Facciatone” del Duomo di Siena.
9, 16, 23, 30 Aprile 2016ore 6,00 Museo dell’Opera e Facciatone.

1) vista dell’alba dall'alto del “Facciatone”,
2) visita Maestà di Duccio di Buoninsegna
3) Francesca Fumi Cambi Gado, storica dell’arte e scrittrice illustrerà gli angeli della Maestà
4) A conclusione della visita sarà offerta una colazione.




Programma: L'OMBRA DEGLI ETRUSCHI




















lunedì 28 marzo 2016

Torna a Pistoia LEGGERE LA CITTA’, la rassegna promossa e organizzata dal Comune, che in questa sua quarta edizione ha per tema #LA CITTÀ DEL DIALOGO. Nell'anno in cui si prepara ad essere Capitale della Cultura, dal 7 al 10 aprile 2016, Pistoia affronta con la sua manifestazione il tema del dialogo. E come sempre lo fa invitando personaggi dei più vari campi del sapere: architetti e filosofi, scrittori e sociologi, fotografi, giornalisti e tanti altri, per un totale di 60 ospiti e 40 appuntamenti, tra incontri, lezioni, mostre, passeggiate, concerti, spettacoli e laboratori. Il tutto, come sempre, coinvolgendo tantissimi luoghi della città.


Quattro giorni, questi, che faranno di Pistoia la casa del pensiero urbano, per riflettere sul tema del dialogo, come fondamentale strumento per lo sviluppo democratico di una comunità. La capillare estensione di internet e dei nuovi media ha reso più immediato e diffuso l’accesso all'informazione e più facile e veloce il confronto tra persone appartenenti anche a paesi e culture molto distanti tra loro; non sempre però a questo è seguito un miglioramento qualitativo del confronto, che - anzi – rischia sempre più di essere viziato dalla diffusione di sentimenti xenofobi e intolleranti, più o meno manifesti, e dal radicamento di nazionalismi e fondamentalismi, non soltanto religiosi.

Di seguito il programma

















domenica 20 marzo 2016

L’OMBRA DEGLI ETRUSCHI


Una interessante mostra che ci permette di approfondire la conoscenza del territorio in cui viviamo, il territorio a nord del fiume Arno, e di porre particolare attenzione su alcune espressioni delle sue antiche popolazioni.
Ma non solo questo. Attraverso i numerosi reperti archeologici recuperati in questi ultimi anni in tutta la zona e la sinergia che si è sviluppata tra i musei del territorio, possiamo entrate in contatto, per la prima volta, con la ricca raccolta di testimonianze della cultura sociale, religiosa e materiale dei nostri avi e approfondire la conoscenza del nostro passato, della nostra storia.
A Prato, nel Museo di Palazzo Pretorio, dal 19 marzo al 30 giugno 2016 è possibile vivere questa esperienza e riannodare i fili con il passato ammirando i numerosi reperti del territorio che permettono di scrivere la storia sempre più precisa e dettagliata.
Il soprintendente Andrea Pessina, della Soprintendenza archeologica della Toscana, scrive che “l’esposizione mette a fuoco alcuni aspetti peculiari di uno dei periodi più significativi della storia etrusca, l’età arcaica, che fu per questa parte dell’Etruria settentrionale interna momento assai vivace e produttivo. È questa l’epoca che vede la fondazione di Gonfienti sul Bisenzio, costruita come città coloniale in corrispondenza di uno snodo strategico sulla viabilità transappenninica, in direzione di Bologna e dei mercati dell’adriatico.
Ma questo è anche il periodo delle cosiddette “pietre fiesolane” stele e cippi funerari in arenaria –forse realizzati da veri e propri maestri- destinati a segnalare le tombe di personaggi di rango elevato, che punteggiavano vasti spazi di questa parte della Toscana, dal Montalbano al Mugello alla Val di Sieve alla piana di Firenze, Prato, Pistoia”.
La mostra si articola in due sezioni. La prima Figure di Bronzo è dedicata all’universo del sacro.

La seconda Figure di pietra alle “pietre fiesolane”, più di trenta reperti ricchi di suggestioni, molti mai esposti al pubblico.
Graziella Guidotti

Museo di Palazzo PretorioPiazza del Comune 59100 Prato
Info e prenotazioni: tel. +39 0574 19349961 da lunedì a venerdì, ore 9-18; sabato ore 9-14.


lunedì 7 marzo 2016

il Museo Marino Marini si tinge di rosa - 8 marzo giornata internazionale delle donne

Martedì 8 marzo il Museo Marino Marini si tinge di rosa in omaggio alla giornata internazionale delle donne e per celebrare la donna che ha reso possibile la sua nascita: Marina Marini.
Silfi (Società Illuminazione Firenze) illuminerà così di rosa la facciata del Museo, nel suo settimanale giorno di chiusura.

Un'iniziativa promossa dalla presidente del Museo, Patrizia Asproni, che spiega così l’omaggio “Vogliamo in questo modo, con un "fil rose" , ricordare le grandi donne che hanno lasciato nel tempo a Firenze e ai fiorentini importanti eredità culturali, dall'Elettrice Palatina, che ha permesso che la grande collezione degli Uffizi fosse lasciata alla città a Marina Marini che ha fortemente voluto che le opere del marito diventassero patrimonio comune”.


Museo Marino Marini
Piazza San Pancrazio, Firenze
Orario: 10:00 - 17:00, chiuso la domenica e il martedì
Tel. +39 055.219432 - e.mail: info@museomarinomarini.it - www.museomarinomarini.it  

domenica 6 marzo 2016

ROBERT CAPA IN ITALIA


La mostra "Robert Capa in Italia 1943-44" ospitata a San Gimignano presso la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea “Raffaele De Grada” dal 4 marzo al 10 luglio 2016, fa rivivere con 78 stampe fotografiche in bianco/nero da pellicole originali, gli anni della seconda guerra mondiale in Italia.
L’autore-fotografo Robert Capa, all’anagrafe Endre Friedman -Budapest 1913 – Thái Binh, Vietnam, 1954- le ha scattate al seguito delle truppe alleate e documentano il percorso dallo sbarco in Sicilia fino a quello di Anzio.
Considerato da alcuni il padre del fotogiornalismo, da altri colui che al fotogiornalismo ha dato una nuova veste e una nuova direzione, Robert Capa pur non essendo un soldato, visse la maggior parte della sua vita in prima linea sui campi di battaglia a documentarne i fatti: vicino alle tragedie, agli orrori e al dolore, allo sconforto e alla speranza dei soldati e dei civili: “se le tue fotografie non sono all’altezza, non eri abbastanza vicino”, ha affermato più volte.
Settantotto immagini per mostrare una guerra fatta di gente comune, di piccoli paesi ridotti in macerie, di soldati e civili vittime di una stessa tragedia
L’obiettivo di Robert Capa tratta tutti con la stessa sensibilità e solidarietà e ferma con uno scatto la paura, l’attesa, l’attimo prima dello sparo, il riposo, la speranza in cinque dei maggiori conflitti mondiali: la guerra civile spagnola, la guerra cino-giapponese, la seconda guerra mondiale, la guerra arabo israeliana del 1948 e la prima guerra d’Indocina.
Il Comune di San Gimignano, il Museo Nazionale Ungherese di Budapest e la Fratelli Alinari, Fondazione per la Storia della Fotografia, in collaborazione con Opera-Gruppo Civita, hanno collaborato per portare alla nostra attenzione attraverso l’opera di Robert Capa, gli orrori della guerra e proporci, con la pace in questo momento più di sempre in pericolo, immagini che con la loro crudezza di testimonianze storiche inquietano e fanno riflettere.
Ma l’uomo anche nella tragedia della guerra trova la forza della normalità e della speranza lo documentano alcune immagini tra le più suggestive.
Significativo il soldato che in mezzo ad un paesaggio devastato nel quale anche gli alberi e tutta la vegetazione sono ormai morti, trova la forza di recuperare un momento di normalità e di fiducia nel futuro curando la sua persona lavandosi la faccia.
Altrettanto significativa la foto di una bambina in braccio al babbo: estratta dopo sette giorni dalle macerie sotto le quali era stata sepolta nel paese siciliano di Troina, completamente raso al suolo, ha ancora il volto sconvolto dalla paura, ma ha già ricevuto le prime cure con la fasciatura di una gamba e ancora più importante ha ritrovata sicurezza, affetto e speranza sul futuro tra le braccia del babbo.
In questo caso, come in tante altre occasioni, i funzionari ungheresi hanno ricercato le persone fotografate così il documento fotografico risulta storicamente avvalorato dalla testimonianza fisica e verbale diretta.

Insomma una mostra da vedere con attenzione: a questo scopo può essere di aiuto il catalogo bilingue, italiano/inglese, 192 pagine e 80 fotografie con testi di Beatrix Lengyel, Ilona Stemlerné Balog, Éva Fisli e Luigi Tomassini, una coedizione Museo Nazionale Ungherese di Budapest e Fratelli Alinari, Fondazione per la Storia della Fotografia, prezzo di copertina 35 euro, prezzo speciale in mostra 30.
Cassio Manismi
 Inaugurazione
Venerdì 4 marzo 2016 ore 17.30
Orari5 – 31 marzo 10:00 -17.30
1 aprile – 10 luglio  9:30 – 19:00
Ingresso€ 7,50 Intero;
€ 6,50 ridotto:
Informazioni
call center info e booking  0577/286300