lunedì 27 giugno 2016

LUCIA MARCUCCI

La ragazza squillo
Una delle poche donne appartenenti al movimento della Poesia Visiva (corrente culturale presente in Italia negli anni ’60) è Lucia Marcucci (la vediamo in una celebre fotografia intitolata “La ragazza squillo”).  
Lucia Marcucci nasce nel 1933 a Firenze dove tuttora vive. Dopo aver frequentato il liceo artistico  si iscrive all’Accademia di Belle Arti, ma interrompe e si trasferisce a Livorno, nel 1955, dove inizia un'intensa attività in un piccolo teatro d'avanguardia, il Grattacielo. Qui svolge molti compiti, dall’aiuto regista (collabora anche con Camilleri) ad altri di vario genere (artefice di maschere, di manifesti e dell'allestimento scenico).  

In questo contesto Lucia Marcucci inizia il suo percorso artistico dimostrando fin dall’inizio una spiccata propensione alla multidisciplinarità e alla contaminazione dei generi (immagini, testi, poesia, pubblicità, teatro, cinema, tutto quello che è considerato il nuovo linguaggio della massa). 
Intanto Firenze si sta risvegliando da un periodo silente. Molti sono gli intellettuali che gravitano intorno alla vita culturale della città. Lucia Marcucci rientra a Firenze e si lega agli esponenti del gruppo 70 di cui si è parlato nell’articolo precedente.  
Fin dalle prime opere di Lucia Marcucci è presente una forza ed una sensibilità rara come si vede nel collage “UN DOMANI PER L’ITALIA” del 1964 dove sono rappresentati un uomo ed una donna, sullo sfondo una fabbrica dalle porte serrate, a rappresentare lo strapotere dei padroni, gli scioperi ed un futuro incerto per le giovani coppie. Visione anticipatoria di quello che succederà nel 1968. 
Nel percorso della nostra artista il passo successivo è il superamento dello schema tipografico; si giunge quindi ad una composizione libera dove le parole si dispongono in tutte le direzioni e soprattutto diventano scritte a mano. L’artista vuole lasciar apparire la sua presenza fisica mediante la grafia a mano, così come successivamente arriverà ad imprimere sulla tela anche le proprie forme corporee come in “IL PAESAGGIO FALSO”  del 1977. 
Nel “IL TEMA ROMANTICO DELLA POESIA” del 1974 una mano femminile elegante regge delicatamente una mina antiuomo. Il fascino di quest’opera risiede proprio nel contrasto tra la finezza delicata del tratto iconografico e la tragica drammaticità del messaggio. Questo lavoro venne pubblicato in più occasioni e fu utilizzato anche per la copertina di Charles Russel, The Avant-Guard Today, Urbana, Chicago, London 1981. 
Nell’opera “Aa, Bb, Cc” tempera ed impronta su tela del 1977 l’artista imprime le sue forme (ventre e seno) con l’intenzione di costruire un nuovo lessico espressivo fisico e concettuale oltreché provocatorio. L’opera venne esposta alla Biennale di Venezia nella sezione “Dalla natura all’arte dall’arte alla natura”nel settore “Materializzazione del linguaggio”. 
Concludiamo questo omaggio a Lucia Marcucci con le parole di un grande critico d’arte Gillo Dorfles: “Forse è l’ironia –questa impareggiabile virtù- a rendere più significativa e duratura tutta l’opera di Lucia Marcucci; a far si che le diverse tappe della stessa siano legate da un comune denominatore non soggetto alle mode e alle oscillazioni del gusto. Spesso le opere di molti artisti concettuali – e la “poesia Visiva” notoriamente rientra in questa corrente- sono soltanto elucubrazioni dotte ed intelligenti, ma frigide e destinate ad un precoce avvizzimento, proprio per il fatto di essere basate in prevalenza sopra un gioco intellettuale. Lucia Marcucci nelle sue opere –di Poesia Visiva o di interpretazione paradossale di miti antichi o recenti, ha quasi sempre privilegiato la carica ironica o beffarda delle stesse…”  

A dimostrazione di ciò: “USA” un’opera degli ultimi anni che ben rappresenta la continua ricerca di Lucia Marcucci nei temi legati alla contemporaneità e all’ironia a lei sempre cari.
Laura Modesti

Un domani per l'Italia

Il paesaggio falso

Il tema romantico della poesia
USA

Aa Bb Cc 

martedì 21 giugno 2016

POESIA VISIVA


All’ultima asta di Sotheby’s di Milano, sull’arte moderna e contemporanea, svoltasi il 25-26 di maggio 2016 si è potuto riscontrare come sia cresciuto l’interesse per i movimenti artistici che hanno caratterizzato la cultura italiana degli anni ’60. La Pop Art italiana e la Poesia Visiva, movimento artistico italiano più famoso all’estero che in patria, hanno infatti superato di molti euro la base d’asta con la quale erano stati presentati. Questa asta è stata preceduta di pochi mesi da un importante mostra alla Triennale di Milano dal titolo “Ennesima - la mostra delle mostre”, dove una delle sette mostre era dedicata alla Poesia Visiva e gli artisti Fiorentini del GRUPPO 70. Ma chi sono questi poeti visivi? E soprattutto chi è quella bella donna in mezzo ai tre uomini della foto? Si tratta di Lucia Marcucci, circondata da Antonio Bueno, Eugenio Miccini e Lamberto Pignotti, i fondatori del movimento artistico della Poesia Visiva.

 All’inizio degli anni ’60 a Firenze si assiste alla formazione di vari gruppi di giovani molto attenti ed interessati ai mutamenti della società contemporanea.
La Poesia Visiva fu uno di questi. L’intento dei fondatori era quello riallineare il linguaggio del popolo (mass-media) con la poesia, quindi un nuovo linguaggio volgare. Il linguaggio poetico si rigenera ed attinge dal mondo contemporaneo i simboli che meglio lo rappresentano.
La ricerca di un linguaggio innovativo inserisce questi artisti nel contesto internazionale della Neoavanguardia che li condurrà poi in una serie di contatti nazionali ed internazionali con artisti con interessi simili.
Di fondamentale importanza per questo movimento è il convegno organizzato al Forte Belvedere a Firenze nel 1963 a cui parteciparono artisti appartenenti alla Pop Art, all’Astrattismo, ai poeti Figurativi, i musicisti dodecafonici, elettronici e concreti e tutta una serie di personaggi di spicco della cultura italiana tra cui: Gillo Dorfles, Umberto Eco, Aldo Rossi, Leonardo Ricci, Luciano Anceschi, Edoardo Sanguineti ecc. Architetti, poeti, filosofi, sociologi, pittori, tutti interessati ai fenomeni della comunicazione di massa e come questa si misura con la tecnologia e con il potere. Al termine di questa tre giorni di lavori alcuni di questi artisti fiorentini decisero di fondare il GRUPPO 70.
Seguono importati mostre e convegni, ad uno di questi viene organizzata una mostra con il nome POESIA VISIVA a cui partecipano MICCINI, PIGNOTTI, ORI e MARCUCCI.
Il collage appare subito come il mezzo più efficace per esprimere lo spirito del gruppo.

Nei primi collages, rigidamente in bianco e nero, il testo era quello ritagliato dai rotocalchi e non si scostava dalla classica impaginazione gutemberiana, ovvero l’allineamento orizzontale e verticale, nei successivi invece la presenza dell’artista sarà più evidente così come la libertà nella composizione.

Per qualche anno i poeti visivi organizzarono mostre, convegni, performance ed esperienze di vario genere, poi le esigenze di sperimentazione li portarono a percorrere strade diverse ed il gruppo si sciolse. Moltissimi i movimenti culturali che hanno attinto dalle loro geniali intuizioni facendo si che la loro fama crescesse anno dopo anno.
Laura Modesti

domenica 19 giugno 2016

PITTI UOMO 90

Si è conclusa alla Fortezza da Basso di Firenze la novantesima edizione di Pitti Uomo primavera/estate 2017

È messo in scena un uomo sempre più sportivo e casual, ma ricercato.

La giacca, da sempre l’elemento decisivo dell’eleganza maschile risulta ancora più destrutturata, aderente e informale. I colori vanno dai pastello ai classici blu, dai bruciati alle fantasie più allegre e fantasiose con fiorellini o motivi geometrici. Tanti tessuti con disegno a quadri dai più piccoli a quelli a grande rapporto, insomma ce n’è per tutti i gusti.

Tra le novità più interessanti la ditta Tombolini per un uomo sempre più sciolto e informale, ma che non rinuncia all’eleganza, esibisce sete effetto stuoia, fantasie sartoriali con mix di seta e lino.
Molto interessante la linea Zero Gravity che è la protagonista della collezione primavera/estate 2017.
Per la confezione dell’abito è stato utilizzato un tessuto ultra leggero di lana 130s sottilissima in mischia intima con la seta. Il tessuto, 130 grammi al metro quadrato, permette di confezionare un abito completo del peso inferiore a quattrocento grammi.
Anche il nuovo modello di smoking, punte a lancia e tessuto stretch, raggiunge una leggerezza mai ottenuta prima.

La linea di +Lardini utilizza tessuti classici e tradizionali abbinandoli a nuove forme dalle dimensioni esagerate.
Tante sono le giacche proposte: dalla classica a tre bottoni a quella più estiva a maniche corte, dal parka a coda di pesce a quella militare reversibile. Il tutto coordinato con short cargo e short Ghurca o abbinato a pantaloni classici.
Divertenti giacche e pantaloni confezionati con due tessuti molto differenti fra loro per intreccio e colore.  

Infine in occasione di Pitti Uomo 90 si è inaugurata a Palazzo Pitti KARL LAGERFELD – Vision of fashion una mostra fotografica curata da Eric Pfrunder e Gerard Steidl che ripercorre l’intera carriera fotografica di Lagerfeld, fotografo nel mondo della moda tra i più importanti che ha pubblicato nelle più famose riviste come Vogue, Harper’s Bazaar, Numéro e V Magazine.

Patrizia Casini – Graziella Guidotti

giovedì 16 giugno 2016

MATILDA DI CANOSSA la donna che mutò il corso della storia

Doninzone, Vita  Matildis
Nella mostra che si è inaugurata a Casa Buonarroti viene attraversata la lunga vita di una donna eccezionale Matilda di Canossa che con il suo carattere, la sua intelligenza  ha veramente mutato il corso della storia.
 “La Vita Mathildis  di Doninzone abate benedettino di Canossa inizia con l’audace asserzione che, se Platone e Virgilio fossero stati ancora vivi, avrebbero magnificato Matilda e i suoi illustri antenati.”
Infatti il grande Michelangelo Buonarroti, la cui casa ospita la mostra, si fregiava di esserne discendente.

Curata con gran passione da Michèle K. Spike, nota studiosa della Grancontessa la mostra racconta gli eventi straordinari della vita di questa donna, nota nell’immaginario di tutti per  “l’umiliazione di Canossa” che vide protagonista l’imperatore Enrico IV restare inginocchiato sotto la neve presso la residenza di Matilda per  implorare il perdono di Papa Gregorio VII.
Justiniani Imperatoris Institutiones Juris Civili
Alla morte del padre Goffredo la Contessa, grazie alla sua grande cultura e alle sue importanti amicizie, tra cui Pepo, giurista e studioso del Digesto di Giustiniano, eredita il patrimonio paterno e lo gestisce mettendosi in contrasto sia con il marito (ormai da tempo separata)  che con il sovrano germanico Enrico IV.
Infatti il Digesto, una raccolta di materiale normativo e giurisprudenziale fatto scrivere dall’imperatore Giustiniano nel 533 affermava  che alla morte del padre le figlie al pari dei figli diventavano indipendenti ed erano legalmente in grado di possedere e gestire nonché ereditare i beni paterni.
Quindi in un’epoca nella quale il dominio era riservato esclusivamente agli uomini, Matilda grazie alla sua cultura riesce a rivendicare un diritto dimenticato da cinquecento anni.
L’esposizione, già allestita nel 2015 al Muscarelle Museum of art del College of William & Mary a Williamsburg giunge ampliata e arricchita di rari documenti e preziose opere d’arte.

Croce di Frassinoro
La mostra racconta attraverso documentazioni, codici miniati e oggetti  pregevoli la vita di Matilda.
Molto belle le quattro croci astili una delle quali la Croce di Frassinoro decorata con gemme e vetro colorato, realizzata nel nord Italia con rame dorato applicato su una base lignea e risalente alla stessa epoca di fondazione del monastero di Frassinoro voluto da Beatrice, madre di Matilda. Infatti sembra che la croce sia stata donata da Matilda e sua madre.
A lei si deve anche la fondazione del primo ateneo a Bologna.
I manoscritti testimoniano le diverse riforme e donazioni fatte dalla Grancontessa a testimonianza di come ha gestito il potere nel suo territorio, favorendo lo sviluppo dei liberi Comuni liberandoli dal potere dell’imperatore.
È la prima volta che viene approntata a Firenze, la mostra su Matilda, città dove la contessa ha trascorso gli anni della giovinezza. È a lei che dobbiamo la costruzione della nostra cerchia di mura, ormai perse, dette appunto Matildine, in difesa contro l’imperatore Enrico IV.
La mostra è piccola raccolta in quattro stanze però vale veramente la pena visitarlala per leggere la vita di Matilda nei tabelloni che l’accompagnano, oppure farsela raccontare dalle guide (incluse nel prezzo del biglietto).
Patrizia Casini

Casa Buonarroti: Matilda di Canossa 14 giugno – 10 ottobre
Biglietto d’ingresso: € 6.50 intero; € 4.50 gruppi e scuole secondarie di secondo grado
€ 3.00 scuole primarie e secondarie di primo grado
Visite guidate gratuite alla mostra per i visitatori muniti di biglietto

Orario di apertura della mostra e del museo

10.00-17.00; chiuso il martedì su prenotazione, aperture straordinarie fuori orario per gruppi