Al PALP Palazzo
Pretorio di Pontedera fino al 22 aprile 2018 è possibile ammirare una mostra
inconsueta e ricca di risvolti divertenti e distensivi ma che mettono in luce
anche le grandi trasformazioni storiche e sociali verificatesi tra la fine del
XIX secolo e la seconda metà del XX, periodo nel quale è mutato l’assetto
geopolitico del mondo occidentale provocando radicali cambiamenti nella vita
quotidiana delle famiglie italiane.
Il suo titolo La trottola e il robot Tra Balla Casorati e Capogrossi, ne fa
intuire il contenuto: risultano esposte un rappresentativo numero di opere
selezionate dalla importante collezione di giocattoli d’epoca del Comune di
Roma e, vicino ad esse, le contemporanee opere d’arte di pittura e scultura di
grandi artisti italiani. In tutte le opere d’arte è presente il mondo del gioco
infantile declinato nei suoi molteplici aspetti di svago, formativi, educativi.
Quindi due espressioni della creatività legate all'infanzia: quella che si manifesta
con oggetti concreti ideati un tempo dagli artigiani e oggi prodotti dall'industria
e quella che rappresenta e interpreta il gioco infantile nelle arti figurative
e plastiche.
Due universi separati che a Pontedera hanno trovato il modo di
rispecchiarsi l’uno nell'altro per far rifiorire nei non più giovani lontani ricordi e dimenticate emozioni, nei più giovani la storia delle
trasformazioni e della lunga evoluzione vissuta dai giocattoli per arrivare a
quelli tecnologici attuali. L’avvincente racconto di figure ed oggetti che si
snoda nelle sale espositive di Palazzo Pretorio, offre dunque “da differenti,
dialettici e integrati punti di vista un osservatorio inedito e suggestivo sui
mutamenti della società italiana nel corso dei decenni, sulle variazione dei
modelli pedagogici, di vita e di pensiero e sul rapporto spesso controverso tra
il mondo degli adulti e quello -assai più misterioso- dei bambini”.
Le 110 opere degli
artisti che si sono interessati al tema dell’infanzia sono state ordinate
secondo temi chiave supportati dall’abbinamento e dalla vicinanza, nella stessa
sala, di numerosi e corrispettivi giocattoli.
Si inizia con la
rappresentazione dei giochi all’interno della Casa, cioè nell’intimo e sicuro spazio conosciuto, per passare poi al
tema dell’Educazione, del Gioco all’esterno, del Teatro e del Circo, dei Giochi senza età e, infine, alla sala
degli Automi che presenta i primi
ingenui elementi a molla fino ai più sofisticati giochi attuali: rimandano,
come fa notare il sindaco Simone Millozzi, “alle attività di ricerca condotte
dall’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna partner di
eccellenza dell’esposizione. Le riflessioni scaturite dall’osservazione
dei primi esempi di giocattoli a molla
fino ai più sofisticati robot consentono di ritenere l’innovazione applicata
alla cultura un grande serbatoio che unisce saperi, principi, ricerca e
creatività”.
Stimolante il catalogo
(Bandecchi & Vivaldi) con testi dei curatori della mostra, Daniela Fonti e Filippo Bacci di Capaci e di studiosi specialisti nei singoli
settori, da quello artistico a quello pedagogico e psicologico, che mettono in
luce l’utilità del gioco nell’infanzia, ma non solo. E, a questo proposito, mi
viene in mente il nome di un negozio di giocattoli di Firenze che non è soltanto
un nome ma anche un invito scritto a grandi lettere sul vetro della porta
d’ingresso e rivolto a tutti, grandi e piccini, “Fate più balocchi”.
Foto di Azzurra Salerno
Graziella
Guidotti