domenica 24 dicembre 2017

CARLO BERTOCCI


La visita
Nella Sala delle adunanze della secolare Accademia delle Arti del Disegno di Firenze, la più antica e  prestigiosa  al mondo (è stata istituita dal duca Cosimo I de’ Medici nel XVI secolo ma affonda le radici nella Compagnia di San Luca che gli artisti fiorentini fondarono nel 1339), è stato presentato il volume Limax Rebus L’enigma della chiocciola, titolo anche di una coinvolgente mostra di Carlo Bertocci che ormai da tempo risulta Accademico della classe di pittura. Carlo Bertocci pittore si trova perciò in compagnia della numerosa schiera di Accademici “illustri artisti e uomini d’ingegno di ogni epoca” che hanno reso famosa nel mondo l’istituzione fiorentina. 

Per la mostra Limax Rebus L’enigma della chiocciola, tuttora visibile a Genova, l’artista, indaga e approfondisce, in 12 tele dipinte ad olio su tela (una su tavola) e 12 disegni a matita su carta, un interessante tema che mette in risalto i contenuti narrativi, allegorici e simbolici di un mollusco a tutti noto, la chiocciola. 
Le opere mostrano inaspettate, affascinanti e “inedite letture, in un gioco di rimandi alla spirale, alla vista tattile, allo specchio, alla conchiglia, alla cupola, al silenzio e alla riflessione e mettono a fuoco non solo l’enigma della chiocciola ma l’enigma che coinvolge la forza e la varietà espressiva della pittura.
Spirali

Il catalogo della mostra illustra tutte le opere e si sviluppa in quattro capitoli significativi: Carlo Bertocci, l’enigma e la pittura silenziosa; In viaggio con la chiocciola; Nel corso del tempo; Opere per un enigma. 
La bibliografia essenziale illustra il percorso culturale e artistico che fino dagli anni ’970 vede il Pittore orientare il suo lavoro in controtendenza “anacronistico atto di ribellione al concettualismo imperante o come diversa strategia dell’arte rispetto alla corrente della Transavanguardia”. 
Una ricerca appassionata che ha condotto Carlo Bertocci, attraverso un impegno costante e un meditato cammino di lenta riflessione, a riscoprire i valori della grande pittura rinascimentale per interpretarla e restituirla con nuovi e attuali contenuti negli accurati capolavori che oggi possiamo ammirare.
Graziella Guidotti
In cornice 


lunedì 11 dicembre 2017

LA PULCE NELL’ORECCHIO

TEATRO POLITEAMA PRATESE

Stagione teatrale 2017/2018

Sabato 16 dicembre, ore 21.00 (Turno A)
Domenica 17 dicembre, ore 16.00 (Turno B)

Prima Nazionale


Walters Produzioni presenta
                    
LA PULCE NELL’ORECCHIO
Commedia Musicale da George Feydeau

con Sandro Querci, Silvia Querci, Fabrizio Checcacci, Andrea Bacci, Elena Talenti, Rosario Campisi, Elena Mancuso, Camilla Gai

adattamento e regia Sandro Querci

organizzazione Barbara Gualtieri

NUOVE ESPOSIZIONI ALLA FONDAZIONE RAGGHIANTI LUCCA

Fondazione Ragghianti 
PROGRAMMA ESPOSITIVO 2018
Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti
Lucca, Complesso monumentale di San Micheletto







IL SEGNO DELL’AVANGUARDIA
I Futuristi e l’incisione
23 febbraio - 15 aprile 2018

Gino Severini, Gravure Futuriste, 1939
Nel novero delle numerosissime esplorazioni del fenomeno futurista, la rassegna Il segno dell’avanguardia. I Futuristi e l’incisione si propone come occasione di studio, mai prima d’ora affrontato, su un aspetto meno noto ma di grande interesse. Per restituire un panorama, il più vasto possibile, che comprenda sia i precedenti storici sia le ultime propaggini dell’attività grafica degli artisti coinvolti, la mostra si svilupperà lungo un ampio arco cronologico che va dalla fine del XIX secolo al recupero delle forme futuriste nelle opere grafiche del dopoguerra.
La mostra sarà scandita in tre sezioni cronologiche: Simbolismo, Prefuturismo e Futurismo. L’indagine sarà allargata, dunque, anche alla produzione grafica di matrice simbolista, crepuscolare o d’intonazione divisionista che precedette il lavoro più propriamente futurista di alcuni artisti come Russolo, Sironi, Boccioni, Carrà, che soltanto successivamente avrebbero aderito alle istanze marinettiane. Completeranno la rassegna opere grafiche di incisori che parteciparono al movimento futurista per una breve stagione o che condivisero con i suoi protagonisti le sale di un’esposizione d’avanguardia, come nel caso di Lorenzo Viani.
Una sezione a parte sarà dedicata alle pubblicazioni illustrate contenenti opere di grafica originale come cataloghi autoprodotti o libri illustrati, evidenziando in questo modo il contributo delle tecniche grafiche “originali” alla vastissima pubblicistica futurista.
Il catalogo della mostra, a cura di Giorgio Marini e Francesco Parisi, conterrà approfondimenti e contributi sull’incisione futurista, oltre a un ricco apparato scientifico comprendente le schede delle opere e le biografie degli artisti.


Ritratto Puccini
GIACOMO PUCCINI E LE ARTI VISIVE
18 maggio - 23 settembre 2018

La mostra indaga il tema del rapporto tra Giacomo Puccini e i pittori del proprio tempo e l’influenza che il compositore e la sua estetica esercitarono sulle arti visive in Italia tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento. Ci sarà un rilevante corpus di dipinti, incisioni, illustrazioni e disegni ispirati a Puccini e ai personaggi delle sue opere: i casi di iconografia pucciniana infatti non mancano; ma non soltanto a ciò si può ridurre il discorso. Un filone importante, per esempio, è quello degli artisti con cui Giacomo Puccini fu in contatto (Luigi De Servi, Arturo Rietti, Plinio Nomellini, Leonetto Cappiello…), o che lavorarono alla sua casa di Torre del Lago, a partire da Galileo Chini.
Un fenomeno a sé stante è costituito dal nucleo di pittori toscani raccolti intorno al Circolo “La Bohème” di Torre del Lago e legati a Puccini sia sotto il profilo biografico, sia per motivi di comune sentire artistico. Sarà inoltre indagato il ruolo decisivo di Gaetano Previati nel determinare un gusto artistico che ebbe in Puccini il proprio equivalente musicale. Ci saranno alcuni dei manifesti delle prime rappresentazioni dei melodrammi di Puccini e opere di artisti da lui amati e collezionati, come Paolo Trubetzkoy; sarà anche presentato un raro dipinto di Chini eseguito nel 1911 a Ceylon, che costituisce un interessantissimo precedente iconografico dei bozzetti per la prima di Turandot al Teatro alla Scala di Milano nel 1926.
L’allestimento si suddividerà tra queste diverse “aree”, esponendo opere rappresentative di artisti vicini alle tematiche pucciniane, alternando pittura, scultura, disegno, illustrazione, cartellonistica, oltre a fotografie e preziosi documenti.


Mostra su SILVIO COPPOLA
Metà ottobre - fine novembre 2018

La mostra, pensata per gli spazi espositivi del mezzanino della Fondazione Ragghianti, è dedicata a Silvio Coppola, uno dei protagonisti del design italiano dagli anni Sessanta fino alla morte nel 1985, attivo anche come artista originale, di cui la Fondazione Ragghianti conserva dieci opere significative, che testimoniano le sue ricerche visive nell’ambito astrattista e nell’utilizzo di materiali non convenzionali, come strisce di plastica trasparente. In effetti Coppola fu in contatto con Pier Carlo Santini, e a lui si deve l’ideazione del logo della Fondazione Ragghianti, tuttora utilizzato. La Fondazione conserva, peraltro, parte della sua biblioteca e del suo archivio, con schizzi di progetti grafici realizzati per grandi ditte e case editrici.
Si tratta, insomma, di un’iniziativa espositiva e di ricerca che intende avviare in prospettiva storica la valorizzazione di una figura legata alla storia della Fondazione Ragghianti, ma in grado di ampliare lo sguardo alle molteplici implicazioni di un personaggio, quale fu Silvio Coppola, che lavorò nell’ambito del design d’interni, dell’industrial design e della comunicazione visiva nelle vesti di consulente e collaboratore per grandi imprese italiane ed estere, da Bayer ad Alessi, da Cinzano a Cassina.
La mostra prevede l’esposizione delle opere di Coppola conservate nei depositi della Fondazione Ragghianti, restaurate per l’occasione, e di opere provenienti da collezioni private, nonché di progetti grafici, libri e documenti.


Mostra dedicata alla stamperia LITOGRAFIA ANGELI di Lucca
metà di dicembre 2018 - fine di gennaio 2019

La stamperia d’arte Litografia Angeli nasce a Lucca alla fine degli anni Sessanta del Novecento, quando Giuliano Angeli inizia a lavorare con i pittori, lucchesi e non, che si avvicinano alla tecnica del disegno su pietra, vista la necessità di rispondere alle richieste di una sempre più ampia platea di appassionati.
Il ricorso alla litografia, rivitalizzata nei manifesti illustrati di fine Ottocento da artisti come Toulouse-Lautrec, si diffuse a Lucca grazie alla disponibilità di Giuliano Angeli, grande appassionato di questo tipo di stampa, nella quale raggiunse un grado di esecuzione virtuosistica.
La Litografia Angeli in realtà era nata prima, nel 1948 in via della Zecca, fondata dal padre Giulio Angeli, che, dopo una piccola vincita alla Sisal, aveva comprato un torchio litografico e cominciato a produrre stampati ed etichette per varie aziende.

La mostra, allestita nel mezzanino della Fondazione Ragghianti, esporrà le litografie più significative e tecnicamente più complesse stampate dalla Litografia Angeli (che ha chiuso l’attività nel 2011), di autori come Tommasi Ferroni, Morlotti, Sebastian Matta, Primo Conti, Uberto Bonetti, Vespignani, Maccari, Possenti, Santini, Bartolini, Treccani, Varetti, Carroll, Luporini, Liberatore, Meschi, Biagi, Pasega, Romani.

sabato 9 dicembre 2017

L’ARTE DELL’IKEBANA AGLI UFFIZI

Si è concluso il ciclo di conferenze organizzate in contemporanea con la mostra IL RINASCIMENTO GIAPPONESE La natura nei dipinti su paravento dal XV al XVII secolo presso la Galleria degli Uffizi in collaborazione con l’Ambasciata del Giappone. 

L’ultima conferenza, il 25 novembre, ha visto Minoru Watada, l’esperto dell’Agenzia degli Affari culturali del Giappone, sottolineare nuovamente l’organizzazione della mostra in corso che è regolata secondo una rotazione suddivisa in tre fasi: la terza e ultima è cominciata dal 3 dicembre. La cultura della rotazione prevede esposizioni di breve durata per evitare il deterioramento delle opere, in questo caso dei paraventi, che sono molto antichi e di conseguenza delicati e fragili.

Dopo l’intervento di Minoru Watada il numeroso pubblico presente in sala è stato incantato dalla dimostrazione dell’arte dell’Ikebana Sogetsu fatta dal maestro Luca Ramaciotti e dalla sua allieva Silvia Barucci.

L’ikebana è un’arte molto antica e concerne la composizione secondo determinati canoni che portano all'armonia i fiori recisi. Era riservata un tempo a pochi eletti e veniva utilizzata in occasione di manifestazioni religiose e in luoghi allo scopo idonei e riservati. Un completo cambiamento si verifica nel 1927 quando Sofu Teshigahara fonda la Scuola Sogetsu che valorizza l’ikebana come arte creativa accessibile  a tutti: il suo motto “Tutti possono fare Ikebana Sogetsu, in qualsiasi luogo e con qualsiasi materiale”.

Inizialmente l’ikebana veniva posto nel tokonoma una nicchia ricavata nel washitsu la stanza tradizionale giapponese mentre attualmente, invece, serve ad abbellire e rendere più piacevole e raffinato qualsiasi ambiente (dalla casa ai grandi spazi espositivi ad hall di alberghi etc) e per qualsiasi occasione.

Esiste una profonda comunione tra i giapponesi e la natura in qualsiasi forma essa si presenti lo vediamo anche nei paraventi esposti che mostrano una incredibile ricchezza di fiori, piante selvatiche e alberi.
Gli antichi giapponesi ritenevano che gli alberi ed i fiori avessero un loro linguaggio. Vi era una comunicazione tra l'uomo e la natura e questa comunicazione la ritroviamo nelle mani esperte del maestro Ramaciotti che davanti a noi prepara rami, anche piuttosto spogli, e fiori da posizionare nei vasi. Piante rigorosamente di stagione per essere in armonia con la natura.
Come dice il maestro “La bellezza di un ramo o di una foglia secca che si vanno ad integrare nella nostra composizione donano sia un senso di stagionalità che di impermanenza della vita”.

Durante la dimostrazione ogni singolo elemento viene collocato nella giusta posizione secondo un equilibrio tra movimento, linea e colore. Con maestria vengono scelti alcuni rami anche con poche foglie che una volta modellati variandone la forma, anche in modo impercettibile ma sufficiente ad ottenere la giusta sagoma, sembra si collochino in modo naturale nel contesto della composizione. Il fiore basso bilancia il ramo alto, il movimento contorto fa da contrappeso all'elemento diritto; tutto con armonia ed equilibrio perfetto, ma non banalmente simmetrico.

Nell'arte dell’ikebana anche i vasi hanno la loro importanza. Per la manifestazione sono stati scelti vasi originali di lacca giapponese ma gli ikebanisti spesso progettano e realizzano di persona i loro vasi.

L’effimera durata dell’ikebana ricorda la fragilità dei paraventi, molto antichi e quindi anche molto fragili.
Sono ambedue opere d’arte delicate che non possono adattarsi alle esigenze dei visitatori, sono i visitatori devono adattarsi a loro.

Patrizia Casini





IL PRINCIPE DEI GRANDUCHI

In occasione della mostra "Il Cinquecento a Firenze, 'maniera moderna' e controriforma tra Michelangelo, Pontormo e Giambologna", la Fondazione Palazzo Strozzi e The Medici Archive Project organizzano IL PRINCIPE DEI GRANDUCHI, convegno di studi su Francesco I de’ Medici. Da un’idea di Marco Ferri, l’evento speciale si terrà venerdì 15 dicembre, dalle 15 alle 19 nell’Altana di Palazzo Strozzi, a Firenze.
L'ingresso è libero fino a esaurimento dei posti disponibili.

Fonte: Ufficio Media Marco Ferri

mercoledì 6 dicembre 2017

Il prossimo 12 gennaio 2018, alle ore 12 sul Ponte Vecchio di Firenze (sotto le volte di Vasari che sorreggono il Corridoio Vasariano, si terrà la presentazione del libro STORIE E LEGGENDE DEL PONTE VECCHIO di Marco Ferri (Angelo Pontecorboli Editore, 2017).
Oltre l'Autore, saranno presenti il Sindaco di Firenze, Dario Nardella (che
ha firmato la prefazione nel libro) e Tommaso Galligani dell'Ansa Toscana.
Ingresso libero
Fonte: Ufficio Media Marco Ferri