sabato 9 dicembre 2017

L’ARTE DELL’IKEBANA AGLI UFFIZI

Si è concluso il ciclo di conferenze organizzate in contemporanea con la mostra IL RINASCIMENTO GIAPPONESE La natura nei dipinti su paravento dal XV al XVII secolo presso la Galleria degli Uffizi in collaborazione con l’Ambasciata del Giappone. 

L’ultima conferenza, il 25 novembre, ha visto Minoru Watada, l’esperto dell’Agenzia degli Affari culturali del Giappone, sottolineare nuovamente l’organizzazione della mostra in corso che è regolata secondo una rotazione suddivisa in tre fasi: la terza e ultima è cominciata dal 3 dicembre. La cultura della rotazione prevede esposizioni di breve durata per evitare il deterioramento delle opere, in questo caso dei paraventi, che sono molto antichi e di conseguenza delicati e fragili.

Dopo l’intervento di Minoru Watada il numeroso pubblico presente in sala è stato incantato dalla dimostrazione dell’arte dell’Ikebana Sogetsu fatta dal maestro Luca Ramaciotti e dalla sua allieva Silvia Barucci.

L’ikebana è un’arte molto antica e concerne la composizione secondo determinati canoni che portano all'armonia i fiori recisi. Era riservata un tempo a pochi eletti e veniva utilizzata in occasione di manifestazioni religiose e in luoghi allo scopo idonei e riservati. Un completo cambiamento si verifica nel 1927 quando Sofu Teshigahara fonda la Scuola Sogetsu che valorizza l’ikebana come arte creativa accessibile  a tutti: il suo motto “Tutti possono fare Ikebana Sogetsu, in qualsiasi luogo e con qualsiasi materiale”.

Inizialmente l’ikebana veniva posto nel tokonoma una nicchia ricavata nel washitsu la stanza tradizionale giapponese mentre attualmente, invece, serve ad abbellire e rendere più piacevole e raffinato qualsiasi ambiente (dalla casa ai grandi spazi espositivi ad hall di alberghi etc) e per qualsiasi occasione.

Esiste una profonda comunione tra i giapponesi e la natura in qualsiasi forma essa si presenti lo vediamo anche nei paraventi esposti che mostrano una incredibile ricchezza di fiori, piante selvatiche e alberi.
Gli antichi giapponesi ritenevano che gli alberi ed i fiori avessero un loro linguaggio. Vi era una comunicazione tra l'uomo e la natura e questa comunicazione la ritroviamo nelle mani esperte del maestro Ramaciotti che davanti a noi prepara rami, anche piuttosto spogli, e fiori da posizionare nei vasi. Piante rigorosamente di stagione per essere in armonia con la natura.
Come dice il maestro “La bellezza di un ramo o di una foglia secca che si vanno ad integrare nella nostra composizione donano sia un senso di stagionalità che di impermanenza della vita”.

Durante la dimostrazione ogni singolo elemento viene collocato nella giusta posizione secondo un equilibrio tra movimento, linea e colore. Con maestria vengono scelti alcuni rami anche con poche foglie che una volta modellati variandone la forma, anche in modo impercettibile ma sufficiente ad ottenere la giusta sagoma, sembra si collochino in modo naturale nel contesto della composizione. Il fiore basso bilancia il ramo alto, il movimento contorto fa da contrappeso all'elemento diritto; tutto con armonia ed equilibrio perfetto, ma non banalmente simmetrico.

Nell'arte dell’ikebana anche i vasi hanno la loro importanza. Per la manifestazione sono stati scelti vasi originali di lacca giapponese ma gli ikebanisti spesso progettano e realizzano di persona i loro vasi.

L’effimera durata dell’ikebana ricorda la fragilità dei paraventi, molto antichi e quindi anche molto fragili.
Sono ambedue opere d’arte delicate che non possono adattarsi alle esigenze dei visitatori, sono i visitatori devono adattarsi a loro.

Patrizia Casini





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