Si è concluso il ciclo di
conferenze organizzate in contemporanea con la mostra IL RINASCIMENTO GIAPPONESE La natura nei dipinti su paravento dal XV al
XVII secolo presso la Galleria degli Uffizi in collaborazione con
l’Ambasciata del Giappone.
L’ultima conferenza, il 25
novembre, ha visto Minoru Watada, l’esperto dell’Agenzia degli Affari culturali
del Giappone, sottolineare nuovamente l’organizzazione della mostra in corso
che è regolata secondo una rotazione suddivisa in tre fasi: la terza e ultima è
cominciata dal 3 dicembre. La cultura della rotazione prevede esposizioni di
breve durata per evitare il deterioramento delle opere, in questo caso dei
paraventi, che sono molto antichi e di conseguenza delicati e fragili.
Dopo l’intervento di Minoru
Watada il numeroso pubblico presente in sala è stato incantato dalla
dimostrazione dell’arte dell’Ikebana Sogetsu fatta dal maestro Luca Ramaciotti e dalla sua allieva Silvia Barucci.
L’ikebana è un’arte molto antica
e concerne la composizione secondo determinati canoni che portano all'armonia i
fiori recisi. Era riservata un tempo a pochi eletti e veniva utilizzata in
occasione di manifestazioni religiose e in luoghi allo scopo idonei e
riservati. Un completo cambiamento si verifica nel 1927 quando Sofu Teshigahara
fonda la Scuola Sogetsu che
valorizza l’ikebana come arte creativa accessibile a tutti: il suo motto
“Tutti possono fare Ikebana Sogetsu, in qualsiasi luogo e con qualsiasi
materiale”.
Inizialmente l’ikebana veniva
posto nel tokonoma una nicchia
ricavata nel washitsu la stanza
tradizionale giapponese mentre attualmente, invece, serve ad abbellire e
rendere più piacevole e raffinato qualsiasi ambiente (dalla casa ai grandi
spazi espositivi ad hall di alberghi etc) e per qualsiasi occasione.
Esiste
una profonda comunione tra i giapponesi e la natura in qualsiasi forma essa si
presenti lo vediamo anche nei paraventi esposti che mostrano una incredibile
ricchezza di fiori, piante selvatiche e alberi.
Gli
antichi giapponesi ritenevano che gli alberi ed i fiori avessero un loro
linguaggio. Vi era una comunicazione tra l'uomo e la natura e questa
comunicazione la ritroviamo nelle mani esperte del maestro Ramaciotti che
davanti a noi prepara rami, anche piuttosto spogli, e fiori da posizionare nei
vasi. Piante rigorosamente di stagione per essere in armonia con la natura.
Come dice il maestro “La
bellezza di un ramo o di una foglia secca che si vanno ad integrare nella
nostra composizione donano sia un senso di stagionalità che di impermanenza
della vita”.
Durante la dimostrazione ogni
singolo elemento viene collocato nella giusta posizione secondo un equilibrio
tra movimento, linea e colore. Con maestria vengono scelti alcuni rami anche
con poche foglie che una volta modellati variandone la forma, anche in modo
impercettibile ma sufficiente ad ottenere la giusta sagoma, sembra si
collochino in modo naturale nel contesto della composizione. Il fiore basso
bilancia il ramo alto, il movimento contorto fa da contrappeso all'elemento
diritto; tutto con armonia ed equilibrio perfetto, ma non banalmente
simmetrico.
Nell'arte dell’ikebana anche i
vasi hanno la loro importanza. Per la manifestazione sono stati scelti vasi
originali di lacca giapponese ma gli ikebanisti spesso progettano e realizzano
di persona i loro vasi.
L’effimera
durata dell’ikebana ricorda la fragilità dei paraventi, molto antichi e quindi
anche molto fragili.
Sono
ambedue opere d’arte delicate che non possono adattarsi alle esigenze dei
visitatori, sono i visitatori devono adattarsi a loro.
Patrizia Casini
Nessun commento:
Posta un commento