lunedì 30 dicembre 2019

DOPO CARAVAGGIO Il Seicento napoletano nelle collezioni di palazzo Pretorio e della Fondazione De Vito.

Giovane che odora una rosa, particolare 1635-1640
Il palazzo Pretorio di Prato ospita dal 14 dicembre 2019 fino al 13 aprile 2020  DOPO CARAVAGGIO Il Seicento napoletano nelle collezioni di palazzo Pretorio e della Fondazione De Vito
La mostra, organizzata dal Comune di Prato in collaborazione con la Fondazione De Vito e a cura di Nadia Bastogi e Rita Iacopino presenta un insieme di tele tra le più suggestive del 600.
L’intento non vuole essere solo quello di esporre opere di artisti napoletani del Seicento ma vuole mettere a confronto e fare dialogare le opere che fanno parte di due grandi collezioni quella del Museo di Palazzo Pretorio di Prato che conserva uno dei nuclei più importanti di dipinti del Seicento napoletano in Toscana e quella della Fondazione Giuseppe e Margaret De Vito per la Storia dell’Arte Moderna a Napoli, che si distingue per importanza tra le più notevoli collezioni di pittura napoletana del Seicento.

Viene presentata una serie non numerosa ma di grande qualità di tele di artisti presenti a Napoli nel Seicento tra cui troviamo i primi interpreti del naturalismo caravaggesco e successivamente artisti che rielaborano il linguaggio in forme più orientate verso il classicismo e il barocco.
Il percorso espositivo inizia dal primo naturalismo napoletano e prosegue con il forte impulso dato dagli spagnoli e da numerosi artisti provenienti da città diverse e presenti al tempo nella dinamica città partenopea. L’esposizione chiude con opere di tendenza più barocca.

La mostra è scandita secondo una sequenza cronologica sviluppata in quattro nuclei che consentono tuttavia l’individuazione di corrispondenze e legami tematici.
L’introduzione è riservata a Battista Caracciolo artista napoletano detto il Battistello che rappresenta proprio il confine tra prima e dopo Caravaggio. È lui il primo grande seguace del famoso pittore, quello che darà l’input al Caravaggismo. 
Noli me tangere 1618
Noli me tangere, proprietà del Museo di Palazzo Pretorio, del 1618 periodo in cui Battistello fu chiamato a Firenze alla corte di Cosimo II, è il dipinto che racconta il momento in cui Maddalena va al sepolcro per ungere il corpo di Cristo ma lo trova vuoto.
La donna chiama gli apostoli e rimane in disparte tenendo ancora in mano il vaso con l’unguento. Sopraffatta dal dolore si volta e vede un uomo che non riconosce subito ma quando la chiamerà per nome lei capirà che è Cristo. A questo punto Gesù pronuncia la famosa frase Noli me tangere: Gesù ormai è diventato uno spirito e non deve essere né toccato né guardato per non alterarne la purezza.
Gli sguardi intensi accompagnano il gesto delle due braccia in una teatralità lontana dal naturalismo caravaggesco e che risente l’influenza dell’ambiente fiorentino. “Il rinnovato atteggiamento del pittore a trattare soggetti sacri in modo ambiguo e profano, tipico dei pittori fiorentini, ai quali non fanno certo difetto senso della scena e teatralità del gesto”.
Questa composizione costruita sulle diagonali e l’enfasi del gesto rappresentano proprio l’inizio del periodo definito post Caravaggio.

Sant'Antonio abate 1638
Tra i dipinti da sottolineare nella seconda sezione troviamo quello di Jusepe de Ribera, altro importante esponente del periodo, con un ritratto di Sant’Antonio abate del 1638. Tra i primi acquistati da De Vito risulterà uno dei capolavori della collezione. Questo artista a Napoli agli inizi del Seicento, aveva interpretato “il naturalismo e il luminismo caravaggeschi in modo potentemente espressivo e realistico influenzando più di ogni altro i pittori partenopei”. Ribeira porterà avanti il naturalismo più vero, più integro dipingendo una serie di figure a mezzo busto come filosofi e profeti. L’intento morale ed etico è trasmesso attraverso lo sguardo intenso e diretto.

Tra le opere più note e intriganti della collezione De Vito troviamo Il giovane che odora una rosa. L’autore è un pittore sconosciuto detto Maestro dell’Annuncio ai pastori, un collaboratore di Ribeira, forse Juan Do.
La figura di un giovane campeggia su un fondo scuro con un’intensa luce proveniente da sinistra che ne rivela il volto.
Il busto in obliquo, il volgersi della testa e il gesto elegante con in mano un bocciolo di rosa è accompagnato da uno sguardo profondo e pieno di fascino.

Nozze mistiche di Santa Caterina di Alessandria 1635 ca.
Dopo un primo naturalismo caravaggesco la mostra prosegue nella terza sezione con artisti che rappresentano il periodo successivo. I contrasti si attenuano, la pittura anche a Napoli si addolcisce grazie all’influenza dei pittori che gravitano a Roma, e a Van Dyck.
Il pittore Finoglio rappresenta un esempio, con le Nozze mistiche di Santa Caterina di Alessandria del 1635 ca. che risente l’influenza del Battistello ma in modo addolcito grazie alla conoscenza dei pittori bolognesi e di Artemisia Gentileschi che arriva a Napoli negli anni Trenta del Seicento.

L’ultima sezione sottolinea la figura di Mattia Preti come artista della scena napoletana di metà secolo che contribuisce a guidare il naturalismo verso un linguaggio pienamente barocco di grande espressività pittorica.
Deposizione di Cristo dalla croce 1675
Superba la Deposizione di Cristo dalla croce del 1675 dove “il taglio ravvicinato della scena non lascia posto alla descrizione della croce, del paesaggio e delle stesse figure, che, con un’intuizione di indubbia modernità, entrano solo parzialmente nel dipinto, quel tanto che basta a sottolineare la sofferenza e la patetica espressività dei loro volti e di un gesto, lasciando protagonista il corpo di Cristo”.
Patrizia Casini


Promossa e realizzata da Comune di Prato Museo di Palazzo Pretorio - Fondazione De Vito
Con la collaborazione di Opificio delle Pietre Dure Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
A cura di Nadia Bastogi e Rita Iacopino
Sede Museo di Palazzo Pretorio Piazza del Comune Prato
Data 14 dicembre 2019 – 13 aprile 2020
Orario 10.30 -­‐18.30 tutti i giorni eccetto il martedì non festivo. La biglietteria chiude alle 18
Biglietto  museo e mostra 10 € intero, 8€ ridotto (riduzioni e gratuità sul sito www.palazzopretorio.prato.it Info e prenotazioni Tel. +39 0574 24112 -­‐  da lunedì a sabato ore 9:30-­‐19, domenica ore 9:30-­‐18:30 museo.palazzopretorio@comune.prato.it  prenotazioni.museiprato@coopculture.it
Catalogo Claudio Martini Editore € 25