Giovane che odora una rosa, particolare 1635-1640 |
Il palazzo Pretorio di Prato ospita dal 14 dicembre
2019 fino al 13 aprile 2020 DOPO
CARAVAGGIO Il Seicento napoletano nelle collezioni di palazzo Pretorio e della
Fondazione De Vito.
La mostra, organizzata dal Comune di Prato in
collaborazione con la Fondazione De Vito e a cura di Nadia Bastogi e Rita
Iacopino presenta un insieme di tele tra le più suggestive del 600.
L’intento non vuole essere solo quello di esporre opere di
artisti napoletani del Seicento ma vuole mettere a confronto e fare dialogare
le opere che fanno parte di due grandi collezioni quella del Museo di Palazzo Pretorio di Prato che
conserva uno dei nuclei più importanti di dipinti del Seicento napoletano in
Toscana e quella della Fondazione Giuseppe
e Margaret De Vito per la Storia dell’Arte Moderna a Napoli, che si
distingue per importanza tra le più notevoli collezioni di pittura napoletana
del Seicento.
Viene presentata una serie non numerosa ma di grande
qualità di tele di artisti presenti a Napoli nel
Seicento tra cui troviamo i primi interpreti del naturalismo caravaggesco e
successivamente artisti che rielaborano il linguaggio in forme più orientate
verso il classicismo e il barocco.
Il percorso espositivo inizia dal primo
naturalismo napoletano e prosegue con il forte impulso dato dagli spagnoli e da
numerosi artisti provenienti da città diverse e presenti al tempo nella
dinamica città partenopea. L’esposizione chiude con opere di tendenza più
barocca.
La mostra è scandita secondo
una sequenza cronologica sviluppata in quattro nuclei che consentono tuttavia
l’individuazione di corrispondenze e legami tematici.
L’introduzione è riservata a Battista Caracciolo
artista napoletano detto il Battistello che rappresenta proprio il confine tra
prima e dopo Caravaggio. È lui il primo grande seguace del famoso pittore,
quello che darà l’input al Caravaggismo.
Noli me tangere 1618 |
Noli me tangere, proprietà del Museo di
Palazzo Pretorio, del 1618 periodo in cui Battistello fu chiamato a Firenze
alla corte di Cosimo II, è il dipinto che racconta il momento in cui Maddalena
va al sepolcro per ungere il corpo di Cristo ma lo trova vuoto.
La donna chiama gli apostoli e rimane
in disparte tenendo ancora in mano il vaso con l’unguento. Sopraffatta dal
dolore si volta e vede un uomo che non riconosce subito ma quando la chiamerà
per nome lei capirà che è Cristo. A questo punto Gesù pronuncia la famosa frase
Noli me tangere: Gesù ormai è
diventato uno spirito e non deve essere né toccato né guardato per non
alterarne la purezza.
Gli sguardi intensi accompagnano il
gesto delle due braccia in una teatralità lontana dal naturalismo
caravaggesco e che risente l’influenza dell’ambiente fiorentino. “Il rinnovato atteggiamento del pittore a
trattare soggetti sacri in modo ambiguo e profano, tipico dei pittori
fiorentini, ai quali non fanno certo difetto senso della scena e teatralità del
gesto”.
Questa composizione costruita sulle
diagonali e l’enfasi del gesto rappresentano proprio l’inizio del periodo
definito post Caravaggio.
Sant'Antonio abate 1638 |
Tra i dipinti da sottolineare nella
seconda sezione troviamo quello di Jusepe de Ribera, altro importante esponente
del periodo, con un ritratto di Sant’Antonio abate del 1638. Tra i primi
acquistati da De Vito risulterà uno dei capolavori della collezione. Questo
artista a Napoli agli inizi del Seicento, aveva interpretato “il naturalismo e il luminismo caravaggeschi
in modo potentemente espressivo e realistico influenzando più di ogni altro i
pittori partenopei”. Ribeira porterà avanti il naturalismo più vero, più
integro dipingendo una serie di figure a mezzo busto come filosofi e profeti.
L’intento morale ed etico è trasmesso attraverso lo sguardo intenso e diretto.
Tra le opere più note e intriganti della collezione De Vito troviamo Il giovane che odora una rosa. L’autore è un pittore sconosciuto detto Maestro dell’Annuncio ai pastori, un collaboratore di Ribeira, forse Juan Do.
La figura di un giovane campeggia su un
fondo scuro con un’intensa luce proveniente da sinistra che ne rivela il volto.
Il busto in obliquo, il volgersi della
testa e il gesto elegante con in mano un bocciolo di rosa è accompagnato da uno
sguardo profondo e pieno di fascino.
Nozze mistiche di Santa Caterina di Alessandria 1635 ca. |
Dopo un primo naturalismo caravaggesco
la mostra prosegue nella terza sezione con artisti che rappresentano il periodo
successivo. I contrasti si attenuano, la pittura anche a Napoli si addolcisce
grazie all’influenza dei pittori che gravitano a Roma, e a Van Dyck.
Il pittore Finoglio rappresenta un
esempio, con le Nozze mistiche di Santa Caterina di Alessandria del 1635 ca. che
risente l’influenza del Battistello ma in modo addolcito grazie alla conoscenza
dei pittori bolognesi e di Artemisia Gentileschi che arriva a Napoli negli anni
Trenta del Seicento.
L’ultima sezione sottolinea la figura
di Mattia Preti come artista della scena napoletana di metà secolo che contribuisce
a guidare il naturalismo verso un linguaggio pienamente barocco di grande
espressività pittorica.
Deposizione di Cristo dalla croce 1675 |
Superba la Deposizione di Cristo dalla
croce del 1675 dove “il taglio
ravvicinato della scena non lascia posto alla descrizione della croce, del
paesaggio e delle stesse figure, che, con un’intuizione di indubbia modernità,
entrano solo parzialmente nel dipinto, quel tanto che basta a sottolineare la
sofferenza e la patetica espressività dei loro volti e di un gesto, lasciando
protagonista il corpo di Cristo”.
Patrizia
Casini
Promossa e realizzata da Comune di Prato Museo
di Palazzo Pretorio - Fondazione De Vito
Con la collaborazione di Opificio delle
Pietre Dure Soprintendenza
Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le
province di Pistoia e Prato
A cura di Nadia Bastogi e
Rita Iacopino
Sede Museo di Palazzo Pretorio Piazza
del Comune Prato
Data 14 dicembre 2019 – 13 aprile 2020
Orario 10.30 -‐18.30 tutti i giorni eccetto il martedì non festivo. La biglietteria chiude alle 18
Biglietto museo e mostra
10 € intero, 8€
ridotto (riduzioni e gratuità sul sito www.palazzopretorio.prato.it Info e prenotazioni Tel. +39 0574 24112 -‐ da lunedì a sabato ore 9:30-‐19, domenica ore 9:30-‐18:30 museo.palazzopretorio@comune.prato.it prenotazioni.museiprato@coopculture.it
Catalogo Claudio Martini
Editore € 25