mercoledì 17 luglio 2019

MUMMIE. VIAGGIO VERSO L’IMMORTALITÀ



Cassetta per ushabti di Nekhtamontu_1550-1070 a.C.
Il Museo Archeologico Nazionale di Firenze dal 16 luglio al 2 febbraio 2019 ospiterà la mostra “MUMMIE. VIAGGIO VERSO L’IMMORTALITÀ”.

A seguito di uno studio scientifico sulle mummie della sezione “Museo Egizio” curato dalla dottoressa Maria Cristina Guidotti ed eseguito dall’Università di Pisa nasce nel 2000 l’idea di esporre una serie di oggetti che fanno parte del deposito del Museo Archeologico. La mostra, il cui allestimento è stato curato da Contemporanea Progetti s.r.l., grazie all’apporto di Expona-museum exibition network dal 2011 ha viaggiato a lungo in Europa, toccando Germania, Austria e Finlandia, e poi, dal 2018, in Cina, nelle città di Guiyang, Hefei, Ningbo, Xian e Jinan ora finalmente torna nella sua sede di partenza.


Testa di mummia_656-332 a.C.
L’Egitto e le mummie hanno sempre suscitato grande curiosità nelle persone infatti cinema, teatro e letteratura hanno approfittato ripetutamente dell’aura magica che circonda l’idea della vita oltre la morte, stimolando la fantasia.
L’esposizione vuole avere un taglio scientifico ed illustra il concetto della sopravvivenza dell’anima nell’aldilà e il significato di tutti quegli oggetti che nell’antico Egitto venivano abitualmente deposti nelle tombe insieme al defunto. Per gli antichi egiziani, infatti, la morte non determinava la fine della vita, ma costituiva un momento di passaggio a un’altra forma di esistenza. L’anima per continuare a vivere aveva bisogno di tutta una serie di accorgimenti e di oggetti che dovevano magicamente consentirle la sopravvivenza oltre la morte e, soprattutto, doveva reincarnarsi nel proprio corpo che, per questo motivo, era conservato al meglio tramite pratiche di imbalsamazione del cadavere che diventava così una mummia. L’argomento, di indubbio fascino, è spesso trattato facendo leva sull’idea di mistero e sugli aspetti più macabri, e questo diffonde idee inesatte sulle credenze della cultura egiziana: nella mostra un video presenta il procedimento dell’imbalsamazione dei corpi dal punto di vista tecnico, in maniera chiara e comprensibile ma non per questo meno interessante.

Sarcofago di Padimut_1069-656 a.C.
L‘esposizione è organizzata in due parti: la prima dedicata al concetto di sopravvivenza dell’anima e alla “mummificazione” del corpo del defunto, la seconda dedicata agli oggetti che accompagnavano il morto nella tomba. Quest’ultima è articolata in due sezioni, nelle quali si presentano gli oggetti del corredo che avevano esclusivamente una funzione funeraria (stele, ushabti, tavole d’offerta), e gli oggetti che dovevano ricreare nella tomba la vita quotidiana (abbigliamento, gioielli, mobilio di vario tipo).
Statua del sacerdote Henat_525-404 a.C.

Mummia di donna di epoca romana I-II sec. d.C
Papiro funerario di Epoca Tolemaica_332-30 a.C.

Patrizia Casini










lunedì 8 luglio 2019

IL REGNO DELLA PUREZZA.


Pastorella, 牧羊女, 2012
Nuova interessante mostra a Palazzo Medici Riccardi, a Firenze, dal 5 al 28 luglio 2019, IL REGNO DELLA PUREZZA. Il tibet nella pittura di HAN YUCHEN, la prima personale in Italia dell’artista cinese Han Yuchen.

Fratello e Sorella 兄妹俩, 2009
Al centro dell’esposizione fiorentina è il Tibet, con i suoi paesaggi mozzafiato, i grandiosi monasteri, le montagne altissime, le antiche città perdute, la sua cultura millenaria e i suoi abitanti. Han Yuchen ha subito sempre un fascino profondo dal Tibet e ne conosce profondamente tutti i luoghi. Negli ultimi dieci anni, ha percorso, sia in estate che in inverno, gli altipiani e le vallate ai piedi delle montagne più alte del mondo, dimorando in tende, abitando con famiglie tibetane e visitando i pascoli. Questa intima familiarità emerge con forza in questa raccolta di dipinti.

Innocenza infantile, 童趣天成, 2015
Han Yuchen identifica in questa regione, innevata e mistica, il regno di una "purezza", riposta nel candore fisico e spirituale. “I tibetani sono gente modesta e tenace” racconta l’artista. “I loro occhi sono pieni di gentilezza…La bellezza del Tibet sta proprio nella sua gente che vive felicemente e in maniera pacifica, ma in maniera intensa e passionale. La loro felicità mi commuove, per cui attraverso la mia arte cerco di portare altra gioia alle persone”.

L'osservazione ravvicinata dei dipinti di Han Yuchen ci rivela una pittura a olio materica, fatta di pennellate piccole, ma corpose e decise, quando costruisce le figure dalle carni sode e dagli abiti spessi mentre per il paesaggio, protagonista al pari degli esseri viventi, nella sua opera, riserva ampie stesure, tenute sottotono con leggerezza. I dipinti sono in stretto rapporto con l'attività di fotografo dell'artista, che col mezzo fotografico seleziona e prepara le sue inquadrature, collegandosi anche alla sua esperienza di calligrafo per il senso armonioso del ritmo compositivo.
Sangzhu al lago sacro, 圣湖桑珠, 2011

IL REGNO DELLA PUREZZA. IL TIBET NELLA PITTURA DI HAN YUCHEN
a cura di Cristina Acidini
ideazione di Xiuzhong Zhang

Firenze, Palazzo Medici Riccardi
5 - 28 luglio 2019
orario mostra: dalle 10:00 fino alle 18:00 ultimo ingresso alle 17:30 | mercoledì chiuso
Tel.  +39  055268308  +39  3272183721 | info@zhongart.it  | www.zhongart.it


Zhong Art International opera dal 2013 con il duplice obiettivo di diffondere in Italia il patrimonio artistico cinese, sia tradizionale che contemporaneo, e favorire al contempo la diffusione della cultura italiana in Cina, in una logica di scambio e reciprocità tra due paesi geograficamente lontani ma vicini nello spirito. A partire dalle sedi operative di Firenze e Beijing si dedica a tutte quelle attività che possono creare un ponte culturale tra Italia e Cina, attraverso progetti e collaborazioni che uniscono realtà simili.

Segue con professionalità e accuratezza l’intero processo di una mostra d’arte, dall’individuazione del tema all’allestimento finale. Grazie a Zhong Art International, importanti artisti cinesi contemporanei hanno esposto in Italia, e molti artisti italiani ed europei sono stati promossi in Cina, attraverso l’organizzazione di mostre personali o mediante la loro partecipazione a importanti eventi quali biennali o rassegne collettive.
Forti di questa esperienza e della partnership con importanti istituzioni come i Ministeri della Cultura e degli Affari Esteri cinesi, le ambasciate in Cina e in Italia, musei, Università ed Accademie promuove inoltre la cooperazione strategica e commerciale tra i due paesi.

Nudo! Tesori del museo delle antichità di Basilea

Statuetta del dio Bes - Egitto, II-III secolo d.C

Reperti archeologici giunti fino a noi dopo millenni da Mesopotamia, Egitto, Siria, Turchia, Persia, Etruria, Grecia, Roma e attualmente raccolti e conservati presso il Museo delle Antichità di Basilea, si possono ammirare a Cecina, alla Fondazione Culturale Hermanngeiger, in una interessante mostra dal titolo, nudo! Tesori del Museo delle Antichità di Basilea che dal 22 giugno sarà visibile fino al 13 ottobre. Si tratta di più di settanta opere plastiche e di un dipinto su tavola analizzate e classificate con rigore indagando le ragioni sociali, politiche e religiose nelle quali sono state elaborate. Possiamo rileggere così attraverso la rappresentazione del corpo umano nudo la storia dell’uomo, le sue credenze, i suoi miti, le molteplici ragioni che determinano il mutare degli ideali: infatti a seconda del contesto e del tempo la nudità presenta il soggetto come essere inviolabile, inerme, immorale, in armonia con la natura.

Lucerna con scena erotica - Roma, I secolo d.C
La rappresentazione di uomini, donne, divinità ed eroi nudi “ricorre spesso nelle culture antiche del Medioriente e del Mediterraneo, in particolare in quella greca, dove si è attestata come una delle forme più alte dell’espressione figurativa. Oggi però il dibattito politico intorno al ruolo della donna, i gender studies delle Università e, più di recente, il fenomeno virale #MeToo, hanno avuto ripercussioni dirette e per certi versi sorprendenti anche nel mondo dell’arte, come la rimozione o copertura di alcuni nudi artistici in rinomati musei d’Europa e sui social network, in nome di una forma deviata di politicamente corretto.  Nonostante l’innegabile importanza di questi movimenti, occorre analizzare il contesto per dare una giusta lettura di molte rappresentazioni della nudità. Essa è infatti nata assieme all’arte stessa e, divenuta messaggio e simbolo non solo di erotismo, ha assunto e veicolato un ampio ventaglio di significati che esaltano il soggetto in quanto invincibile, eroico, immortale, vulnerabile, sensuale o in comunione perfetta con la natura”.

Idolo femminile di Tell Halaf - Siria, V millennio a.C
La mostra si snoda attraverso sei percorsi:
Fertile - la nudità in un contesto rituale. Gli idoli che raffigurano il corpo fortemente stilizzato e sproporzionato solitamente nudo con esaltazione delle parti del corpo della donna che sono importanti per il concepimento e il parto, il bacino i seni gli organi genitali.
Innocente - la nudità naturale nei bambini e nelle vittime. Lo stato originario di naturalezza, purezza e candore, i bambini sono per questo nudi a prescindere dall’azione e dal contesto nel quale sono rappresentati. La nudità esprime anche il loro essere indifesi.
Incivile - la nudità originaria. I popoli delle antiche civiltà ammiravano la natura per suo potere creativo, ma ne temevano l’imprevedibile violenza. I greci personificavano i numerosi demoni maschili e femminili in esseri selvatici ibridi come satiri e centauri: animali rappresentati nudi e guidati dagli istinti e dalle pulsioni.

Civilizzata - la nudità ideale. Il mondo classico attribuiva la massima importanza al corpo nudo, in particolare a quello maschile. La nudità era un attributo eroico e il nudo maschile così idealizzato diventa tema dominante dell’arte classica.
Statuetta di discobolo - Grecia, circa 200 a.C
Legittimata - la nudità dell’azione, fatta eccezione per le dee della fertilità, la rappresentazione del nudo femminile è stata sempre più problematica di quella del nudo maschile ed era riservata alle cosiddette prostitute del tempio o etère nei banchetti dissoluti. Solo nel IV secolo a.C., con la sua Afrodite Cnidia, Prassitele introdusse nella scultura monumentale il tema della dea dell’amore  nuda intenta alle abluzioni. Il suo carisma erotico ne fa una vera e propria icona della storia dell’arte.
Impudente - la nudità in un contesto sessuale. In questa sezione sono raccolte le nudità erotiche che servivano a soddisfare la curiosità voyeuristica soprattutto maschile. Il greco colto, almeno in teoria, si imponeva l’autocontrollo anche nella condotta sessuale, ma le immagini pornografiche di coppie, come quelle che trovano ampia diffusione nelle lampade ad olio in argilla soprattutto di epoca romana, sembrano testimoniare una condotta assai diversa.


La mostra, curata da Tomas Lochman, è corredata di un catalogo bilingue che unisce importanti contributi scientifici alle fotografie dei reperti esposti.
Statuetta di Afrodite Anadiomene - Grecia, I secolo a.C
Resterà aperta presso la Fondazione Culturale  Hermann Geiger, Piazza Guerrazzi 32, Cecina (LI) tutti i giorni con orario 18-23 dal 22 giugno all’8 settembre, e con orario 16-20 dal 9 settembre al 13 ottobre.
L’ingresso è gratuito.
Graziella Guidotti

https://www.fondazionegeiger.org/it/cartella-stampa-nudo-tesori-del-museo-delle-antichita-di-basilea.html
Fondo di sarcofago con raffigurazione
della dea Nut - Egitto, XXVI dinastia


mercoledì 3 luglio 2019

TUTTI I COLORI DELL’ITALIA EBRAICA



Dal 27 giugno al 27 ottobre l’Aula Magliabechiana della Galleria degli Uffizi ospita la mostra TUTTI I COLORI DELL’ITALIA EBRAICA 140 opere tra arazzi, merletti, stoffe e addobbi.
La storia dell’Italia ebraica raccontata attraverso una delle arti più antiche ma meno conosciute, la tessitura, che nel mondo ebraico ha sempre rivestito un ruolo fondamentale nell'abbellimento di case, palazzi e luoghi di culto.

Si parte dai tempi antichi e si arriva fino alla moda del Novecento e all'imprenditoria tessile moderna, affrontando temi chiave quali il ruolo della scrittura come motivo decorativo, l’uso dei tessuti nelle sinagoghe, il ricamo come lavoro segreto, il ruolo della donna.
Manifattura pisana Aròn ha-qòdesh
Seconda metà del XVI secolo
legno di noce, intagliato,
tornito dipinto e dorato Comunità Ebraica, Pisa
Le diverse comunità ebraiche italiane, in stretto rapporto con la società circostante con cui si confrontavano, finivano per acquisire linguaggi ed espressioni artistiche locali. Nelle opere tessili provenienti da Livorno, Pisa, Genova e Venezia, ad esempio, è manifesta l’influenza del vicino Oriente, molto diversa da quanto vediamo in quelle romane, fiorentine o torinesi, che si confrontavano con il gusto dei poteri dominanti in Italia.


La mostra oltre a illustrare significativi momenti della ritualità ebraica e rievocare aspetti del contesto storico degli ebrei in Italia, permette di mettere a confronto opere affini per tecnica epoca e provenienza che nel tempo sono state sperse tra le collezioni di prestigiosi musei di tutto il mondo.


Manifattura fiorentina Paròkhet
Ultimo quarto del XV sec. velluto di seta rossa,
fondo a trame d’oro lamellare e allucciolato Roma
Tra i tessuti più antichi esposti, databili al Quattrocento, sono una tenda per l’armadio sacro proveniente dal Museo Ebraico di Roma, un’altra proveniente dalla Sinagoga di Pisa. Sono tutti eseguiti in un velluto cesellato e tramato di fili d’oro nel motivo della ‘griccia’ – una melagrana su stelo ondulato – che è forse il disegno tessile più tipico del Rinascimento in Toscana. 
Questi dialogano con il telo del ‘Parato della Badia Fiorentina’ confezionato per ricoprire tutte le pareti della chiesa in occasioni di feste solenni.

Nel percorso della mostra sarà possibile ammirare alcuni pezzi rarissimi, provenienti da musei e collezioni straniere, che conducono idealmente il visitatore attraverso le feste ebraiche: tra questi i frammenti ricamati provenienti dal Museum of Fine Arts di Cleveland, le due tende dal Jewish Museum da New York e dal Victoria and Albert Museum di Londra che insieme a quella di Firenze formano un trittico di arredi (per la prima volta riuniti insieme) simili per tecnica e simbologia.

Ricamatrice romana Me’ìl Di Segni Inizio del XVIII sec
fili di seta, oro filato avvolto attorno a un’anima di seta
a punto steso e punto pittura Museo Ebraico di Roma, Roma
Come afferma il Direttore delle Gallerie degli Uffizi di Firenze Eike Schmidt:  “è una rassegna di amplissimo respiro su un tema mai affrontato prima. Il visitatore rimarrà sorpreso dalla varietà e ricchezza degli oggetti esposti, che spaziano dai solenni parati liturgici ai doni diplomatici, dagli abiti ai ricami, dai ritratti al prêt-à-porter e molto altro: sono le fitte, preziose trame del popolo ebraico in Italia”.

La presidente della fondazione per il Museo Ebraico di Roma Alessandra Di Castro, commenta: “La produzione ebraica dei tessuti, come anche degli argenti e di altre tipologie di arti decorative, è intimamente legata alla storia dell’arte italiana in una dimensione più generale; ha risentito nei secoli dei cambiamenti di gusto della civiltà artistica italiana e a sua volta li ha determinati, influenzati. E per questa ragione la mostra riguarda tutti e accende le luci della ribalta su un patrimonio comune – incredibile per qualità e quantità – che va valorizzato, promosso, tutelato e soprattutto raccontato perché lo si conosca in tutta la sua ricchezza”.

Patrizia Casini

Curata da Dora Liscia Bemporad e Olga Melasecchi, catalogo Giunti

Sede espositiva
Aula Magliabechiana - Gli Uffizi
Periodo della mostra
27 giugno- 27 ottobre 2019
La mostra è inclusa nel biglietto degli Uffizi
Orario
martedì – domenica ore 8.15 - 18.50
Chiuso il lunedì
Servizio didattico per le scuole                           
Visita guidate per le scolaresche solo su prenotazione. Costo di € 3.00 ad alunno.
Info e prenotazioni: Firenze Musei 055.294883
Servizio visite guidate
Info e prenotazioni: Firenze Musei 055.290383

Emanuele (Lele) Luzzati (Genova 1921-2007) Manifattura Mario Zennaro
I fasti e le immagini della Commedia dell’Arte Italiana 1964 pizzo a tombolo
Museo del Pizzo al Tombolo, Rapallo

Roberta di Camerino (Giuliana Coen, Venezia 1920-2010)
Abito femminile 1976 jersey di poliestere stampato
Museo della Moda e del Costume, Gallerie degli Uffizi, Firenze