Indica
paesaggi, 1974
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Dal 7 aprile al 20 maggio 2018, la Sala del
Basolato di Fiesole (Firenze) ospita, “GIULIANO
GHELLI INEDITO. Gioco e forma in opere dal 1963 al 1983 nel clima fiorentino
contemporaneo”. Una mostra, a cura di Mirella
Branca, che ricorda l’artista toscano, scomparso nel 2014, attraverso una
cinquantina di opere, dagli esordi negli anni Sessanta, in cui abbracciò le
tendenze pop dell’arte italiana ed internazionale dell’epoca, sino agli inizi
degli anni Ottanta.
Giuliano Ghelli |
Giuliano Ghelli, nato a
Firenze nel 1944, intraprese i primi passi nel mondo dell’arte all'inizio del
Sessanta, negli anni del cosiddetto “miracolo economico”, momento di
trasformazione profonda della società italiana. Si configura una nuova idea di
arte, proiettata nella contemporaneità attraverso una
straordinaria proposta di linguaggi espressivi, materie e forme quando il paese
si apre alla cultura di massa, nel contesto di una totale fiducia nella
tecnologia.
In questo quadro
storico l’artista partecipa, alle tendenze artistiche del periodo pur in modo
assolutamente individuale.
Inventario, 1971
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La mostra
fiesolana intende dimostrare la coerenza di Ghelli, rivolta verso la realtà ma
in chiave fantastica, stimolata tra l’altro dal mondo della fantascienza,
importante nell'Italia dell’epoca. Lo attestano le opere che si riferiscono al
mondo dei robot dei romanzi di Isaac Asimov. In esse si afferma un linguaggio “fatto
di lettere o cerchi, segni o forme libere stese a piatto, giunture meccaniche e
dinamiche frecce direzionali, colori intenzionalmente privi del loro carattere
pittorico, richiamo piuttosto al mondo industriale, in contrasti ora delicati
ora più vivi.
Ne emerge
un mondo personale tendente all'astratto, dove larga parte hanno il gioco, lo
humour e il trascendere la tela, secondo quanto ormai ben presente nell'arte
italiana dopo il Futurismo”.
Nella
realizzazione di sagome colorate, quasi dotate di vita autonoma e divenute
forme oggettuali, si trova un’altra caratteristica del linguaggio di Ghelli,
quella della capacità di un racconto favolistico, che si articola nello
snodarsi delle forme. Come per esempio nei suoi Portapaesaggi, fatti di ruote,
segnali stradali, binari, grattacieli: un mondo reale che si trasforma in
fantastico.
Nuove
poesie, 1973
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In quegli
anni Giuliano Ghelli è stato recensito da voci critiche di grande rilievo, da
Lara-Vinca Masini, in chiave molto poetica, a Aldo Passoni.
Con Vinicio
Berti, legato al mondo del fumetto come Ghelli a quello
robotico, si istaura poi un legame speciale che unisce ambedue gli artisti
verso l’interesse per la cultura popolare. Lo sguardo rivolto oltre la realtà
ad un mondo fiabesco segnato dalle suggestioni della tecnologia.
Insieme ai
lavori di Giuliano Ghelli saranno esposte opere di altri artisti a lui contemporanei:
Valerio Adami, Luca Alinari, Vinicio Berti, Antonio Bueno, Pietro Gentili, Sebastian
Matta, Gastone Novelli, Vittorio Tolu.
Il
catalogo, edito da Polistampa, include testi di Mirella Branca, Lara-Vinca
Masini e Barbara Casalini, Assessore alla Cultura del Comune di Fiesole.
Patrizia Casini, Graziella Guidotti