martedì 10 aprile 2018

SAVIA NON FUI. DANTE E SAPÌA TRA LETTERATURA E ARTE

A. Malatesta Dante incontra Sapìa nel Purgatorio 1839 ca.
Dal 7 aprile al 27 ottobre il Museo San Pietro a Colle di Val d’Elsa ospita la mostra SAVIA NON FUI. DANTE E SAPÌA TRA LETTERATURA E ARTE. L’esposizione promossa dal Comune di Colle di Val d’Elsa e dall’Arcidiocesi di Siena, Colle di Val d’Elsa, Montalcino con la partecipazione e organizzazione di Opera Civita, fa parte di una serie di eventi per festeggiare  il 750° anniversario della Battaglia di Colle.

Sapìa, gentildonna senese nata Salvaniprotagonista del canto XIII del Purgatorio di Dante, viene condannata dal poeta per aver sperato nella sconfitta dei propri concittadini, le truppe senesi capitanate da Provenzano Salvani, nella Battaglia di Colle. “Questo ci consente – sostiene Anna Maria Cotoloni, Assessore alle politiche culturali del Comune di Colle - di legare questa mostra alla nostra terra, alla nostra città, a quella lontana battaglia che segnò una svolta storica sia nello sviluppo della città che nel modo stesso di condurre lo scontro armato. Fu la sconfitta della cavalleria pesante di fronte alle umili, ma più efficaci, armi della popolazione”.
G.Doré Dante incontra Sapìa nel Purgatorio
Parigi, Hachette, 1868

Amos Cassioli, Provenzano Salvani 
nella Piazza del Campo 1873
Negli spazi del Museo San Pietro che, poco più di un anno fa, dopo importanti lavori di ristrutturazione è stato riconsegnato alla città di Colle, si raccolgono le testimonianze di miniatori, incisori, scultori e pittori, interpreti di una figura non convenzionale, Sapìa, che per i caratteri di umana fragilità con cui è delineata, può considerarsi una sorta di antieroina della storia medievale senese.

Fra coloro che hanno tramandato l’immagine del personaggio il pittore modenese Adeodato Malatesta, il grande incisore francese Gustave Doré, lo scultore senese Fulvio Corsini e l’artista romano Emilio Ambron autore di uno straordinario ciclo nel palazzo Chigi Saracini a Siena, commissionato dal conte Guido.

Gino Terreni, Provenzano Salvani bozzetto preparatorio
per la pittura muraria di Castel Bigozzi, Monteriggioni 1996
Questa iniziativa, è anche l’occasione per esporre le opere raffiguranti questa tematica dipinte da Gino Terreni (Empoli, 1925-2015), poliedrico artista afferente all’Espressionismo, e generosamente donate dagli eredi al Comune di Colle. La sua visione di Sapìa è quella di una figura nuda che infierisce, con toni teatrali e angosciosi, contro i suoi concittadini. Un dramma femminile che si riscontra anche nelle donne sugli spalti che assistono allo scontro tra le truppe senesi e fiorentine nella piana di San Marziale.

Il percorso espositivo e il catalogo sono curati da Marilena Caciorgna, docente di Iconografia e tradizione classica dell’Università di Siena, e da Marcello Ciccuto, professore di letteratura italiana dell’Università di Pisa e presidente della Società Dantesca Italiana che ha il compito di promuovere studi scientifici, edizioni e manifestazioni sull’opera del sommo poeta.
Antonio Salvetti, Bastione di Sapia, 1929 






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