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A. Malatesta Dante incontra Sapìa nel Purgatorio 1839 ca. |
Dal 7
aprile al 27 ottobre il Museo San Pietro a Colle di Val d’Elsa ospita la mostra SAVIA NON
FUI. DANTE E SAPÌA TRA LETTERATURA E
ARTE. L’esposizione promossa dal Comune
di Colle di Val d’Elsa e dall’Arcidiocesi di Siena, Colle di Val d’Elsa, Montalcino con la partecipazione e organizzazione di Opera Civita, fa parte di una serie di eventi per festeggiare il 750° anniversario della Battaglia di Colle.
Sapìa, gentildonna
senese nata Salvani, protagonista del canto XIII del Purgatorio di Dante, viene condannata dal poeta per aver sperato nella sconfitta dei
propri concittadini, le truppe senesi capitanate da Provenzano Salvani, nella Battaglia
di Colle. “Questo ci consente –
sostiene Anna Maria Cotoloni, Assessore alle politiche culturali del Comune di
Colle - di legare questa mostra alla
nostra terra, alla nostra città, a quella lontana battaglia che segnò una
svolta storica sia nello sviluppo della città che nel modo stesso di condurre
lo scontro armato. Fu la sconfitta della cavalleria pesante di fronte alle
umili, ma più efficaci, armi della popolazione”.
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G.Doré
Dante
incontra Sapìa nel Purgatorio
Parigi, Hachette, 1868
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Amos
Cassioli, Provenzano Salvani
nella Piazza del Campo 1873 |
Negli spazi
del Museo San Pietro che, poco più di un anno
fa, dopo importanti lavori di ristrutturazione è stato riconsegnato alla città
di Colle, si raccolgono le testimonianze di miniatori, incisori,
scultori e pittori, interpreti di una figura non convenzionale, Sapìa, che per
i caratteri di umana fragilità con cui è delineata, può considerarsi una sorta
di antieroina della storia medievale senese.
Fra coloro
che hanno tramandato l’immagine del personaggio il pittore modenese Adeodato
Malatesta, il grande incisore francese Gustave Doré, lo scultore senese Fulvio Corsini e l’artista romano Emilio Ambron autore di uno straordinario ciclo nel palazzo Chigi Saracini a Siena, commissionato dal conte Guido.
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Gino
Terreni, Provenzano Salvani bozzetto
preparatorio
per la pittura muraria di Castel Bigozzi,
Monteriggioni 1996
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Questa iniziativa, è anche l’occasione per esporre le opere raffiguranti questa tematica
dipinte da Gino Terreni (Empoli, 1925-2015), poliedrico artista afferente all’Espressionismo,
e generosamente donate dagli eredi al Comune di Colle. La sua visione di Sapìa è quella di una figura nuda che infierisce, con
toni teatrali e angosciosi, contro i suoi concittadini. Un dramma femminile che
si riscontra anche nelle donne sugli spalti che assistono allo scontro tra le
truppe senesi e fiorentine nella piana di San Marziale.
Il percorso
espositivo e il catalogo sono curati da Marilena
Caciorgna, docente di Iconografia e tradizione classica
dell’Università di Siena, e da Marcello Ciccuto,
professore di letteratura italiana dell’Università di Pisa e presidente della Società
Dantesca Italiana che ha il compito di promuovere studi scientifici,
edizioni e manifestazioni sull’opera del sommo poeta.
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