lunedì 27 maggio 2019

NUOVA ESPOSIZIONE DELLA COLLEZIONE CASAMONTI


Cragg eroded landscape 1988
Roberto Casamonti dal 26 maggio 2019 al primo piano del prestigioso palazzo Bartolini-Salimbeni nel cuore del centro storico di Firenze, (Piazza Santa Trinita), espone la seconda parte della sua personale collezione.
Circa 80 opere selezionate da Bruno Corà per dare vita ad un percorso che copre dagli anni ’60 al XXI secolo, per raccontare il secondo Novecento italiano, e non solo.

Ad anticipare il contenuto di questa nuova esposizione è il curatore Bruno Corà: “il frangente temporale delle opere e degli artisti a cui era giunta la prima sezione della collezione, già esibita, era quello dell’inizio degli anni Sessanta”, egli ribadisce. “In questa seconda tornata dischiudono il nuovo percorso alcuni tra i più autorevoli protagonisti di quella koiné linguistica definita Arte Povera, venuta alla ribalta, in quanto movimento condiviso da un congruo numero di artisti, a partire dal 1967. Di alcuni di loro Casamonti ha acquisito e destinato alla Collezione più di un’opera. È il caso di Pistoletto e soprattutto di Boetti, che dopo Fontana è l’artista a cui egli ha dedicato più energie, passione e attenzione”.
Kiefer Ave maria, 2007
“Entro l’arco temporale degli anni Sessanta prendono corpo taluni altri pronunciamenti artistici di considerevole entità, al punto da poter affermare che la spinta propulsiva maturata nella prima metà della decade di tale decennio avrà un effetto lungo tutti i successivi anni Sessanta e Settanta. In questo crogiuolo alimentato da eventi internazionali di carattere sociale politico e scientifico di grande portata si manifestano, infatti, una serie di tendenze estetiche: il fenomeno dei Gruppi di Arte Programmata e Cinetica, il Nouveau Réalisme, il movimento Fluxus, la Poesia Visiva, il Minimalismo o Strutture Primarie, la Land Art, l’Arte Concettuale, la Body Art, il Graffitismo e la Transavanguardia” evidenzia ancora il professor Corà.


Kapoor, untitled orange 2015
“Questa seconda selezione – afferma Roberto Casamonti - risponde anzitutto a criteri qualitativi strettamente inerenti le mie passioni e le mie valutazioni a fronte di numerosi parametri: una certa attrazione magnetica esercitata su di me dall’opera di un determinato artista, la durata del valore estetico di un’opera nella mia percezione che, col passare degli anni, è accresciuta anziché diminuita; o quando una forma di bellezza da me considerata tale ha avuto la forza d’urto provocatoria che ha sfidato i miei gusti e le mie concezioni in materia d’arte. Naturalmente nelle mie decisioni ha contato anche l’autorevolezza di qualche storia artistica che ho constatato essere obiettivamente fondata”.

La direzione della Collezione Casamonti, dalla sua apertura nel 2018, è affidata alla storica dell’arte Sonia Zampini.
Paladino Senza titolo 1988
Roberto Casamonti  si augura “che il desiderio di conoscere il nuovo nucleo della Collezione porti ancora più persone ad apprezzarla, rendendo l’indirizzo di Palazzo Bartolini Salimbeni di Baccio d’Agnolo a Firenze una meta familiare per i fiorentini e per tutti gli appassionati d’arte che dal resto del mondo giungono in questa città, che ha legato così intimamente il suo nome e la sua fama a quella di grandi artisti e dell’arte fino a oggi”.
Patrizia Casini
Boetti 383 tutto 1992-1994




De Dominicis opera ubiqua