martedì 26 gennaio 2016

NEXUS. L’incontro tra macchina e umano nell’immaginario, nella tecnica e nella scienza contemporanei

Mano robotica. Istituto di BioRobotica,
Scuola Superiore Sant’Anna
Un allestimento espositivo che inizia con una carrellata storica sull’immaginario mostrando riferimenti al mito, all’arte, al cinema, ai fumetti, alla cultura classica e a quella pop.
Si tratta dell’allestimento della mostra “NEXUS. L’incontro tra macchina e umano nell’immaginario, nella tecnica e nella scienza contemporanei”,  una interessante mostra che si può ammirare nelle  sale a piano terra dello storico palazzo Medici Riccardi di Firenze. Le numerose opere d’arte antica che custodisce il Palazzo e la sua stessa architettura, danno, per contrasto, risalto alla mostra e alla ricerca che presenta. Si tratta della protesi della mano: la Life Hand 2, una mano bionica sensibile, cioè una protesi in grado di trasmettere al cervello informazioni molto simili a quelle trasmesse dalla pelle delle dita.
Il collegamento fra mano artificiale e cervello è reso possibile dall’impianto di sottili elettrodi nei nervi del moncone del braccio. Tutto è ampiamente documentato in modo in modo didattico da oggetti, grafici, filmati-
Grazie al peculiare fascino della biorobotica la mostra intende coinvolgere in particolare le fasce più giovani della popolazione, quelle che in un futuro prossimo vivranno appieno questa realtà. Integranti sono un ciclo d’incontri per adulti e di laboratori di robotica per bambini da 8 a 13 anni. Gruppi scolastici potranno partecipare gratuitamente, su prenotazione, a laboratori di robotica secondo un calendario di cui si possono avere informazioni su http//mostre.museogalileo.it
La mostra è interessante non soltanto per i più giovani ma anche per gli universitari e per gli adulti che possono rendersi conto di quanto oggi la scienza e il mondo corrono in fretta verso, oppure addirittura in mezzo a una terza rivoluzione industriale.
“Gli ultimi decenni sono stati caratterizzati da uno sviluppo vertiginoso di macchine che ripristinano o amplificano la capacità operativa del corpo umano. Dotate di un’inedita intelligenza di risposta agli stimoli esterni, le nuove macchine hanno con l’uomo un rapporto d’influenza reciproca tanto intimo da risultare meglio descritto come partnership piuttosto che come relazione soggetto-strumento.

Stelarc, Handswriting. Writing One Word Simultaneously with Three Hands
Maki Gallery, Tokyo 1982. Photographer: Keisuke Oki
L’esposizione racconta la ricerca biorobotica contemporanea e i suoi straordinari risultati e presenta importanti documenti storici mostrando i percorsi paralleli della scienza e dell’immaginario dai miti dell’antichità fino alla fantascienza dei giorni nostri.
Senza pretendere di offrire una trattazione esaustiva, Nexsus vuole proporre spunti di approfondimento e invitare alla riflessione sui cruciali interrogativi etici e politici che l’utilizzo delle tecnologie biorobotiche solleva”
Tra gli aspetti, tutti interessanti e attentamente documentati, quello che più ha colpito la nostra fantasia è stato scoprire che per “interfacciare” il cervello alla mano è indispensabile impiantare nei nervi dell’arto mancante alcuni elettrodi . Questi elettrodi non possono alloggiare a lungo nel corpo dell’uomo senza provocare pericolose crisi di rigetto. Prima dell’impianto vengono perciò completamente ri”vestiti”, con una gelatina ottenuta facendo sciogliere le fibre di seta con un appropriato procedimento chimico.
La seta, la fibra più vagheggiata e desiderata lungo la storia per ostentare ricchezza e ruolo sociale, oggi viene impiegata, sempre come “vestito”, non più per soddisfare le ambizioni dell’uomo, ma per scopi socialmente utili, nel caso della Life Hand 2, aiutare tutti coloro che, per le più varie ragioni, abbisognano di protesi sensibili.

Graziella Guidotti