Il giovane nuovo presidente della Fondazione Museo del
Tessuto di Prato, Francesco Marini, presidente anche dei giovani industriali
della città, ha inaugurato insieme al direttore Filippo Guarini e alla
curatrice Daniela Degli Innocenti la mostra “Heritage-storie di tessuti e di
moda” la prima del suo mandato.
La mostra racconta attraverso i tessuti e la moda, dal XVI
al XX secolo, il complesso patrimonio tecnico e culturale da cui hanno origine
gli straordinari manufatti presentati in mostra e mette in evidenza, in
occasione del quarantesimo anniversario del Museo, gli importanti traguardi
raggiunti.
La ricorrenza di quaranta anni di vita si rivela anche un’occasione
per ripensare la sua funzione. Nato nel 1975 all’interno dell’Istituto Tecnico
Industriale Tullio Buzzi come collezione di supporto ai disegnatori tessili del
distretto di Prato, il Museo ha trovato una sede definitiva presso l’ex
opificio tessile Campolmi e insieme alla biblioteca della città, che ha sede negli
ambienti dello stesso opificio, costituisce un importante polo culturale aperto
a trattare anche argomenti di grande attualità per l’industria tessile non solo
locale.
“Nel percorso espositivo che dal XVI secolo giunge fino agli
anni Sessanta del Novecento, tessuti ed abiti dialogano continuamente,
sottolineando le reciproche interconnessioni ed invitando il visitatore a
leggere il tessuto in funzione del suo utilizzo finale (abbigliamento o
arredamento) e ogni prodotto finito in relazione al materiale tessile in cui è
realizzato.
Accanto ai tessuti, abiti ed accessori, una selezione di
libri campionario, figurini e giornali antichi di moda, bozzetti originali per
abiti e rare edizioni”.
I più di cento manufatti tutti di proprietà del museo e mai
esposti prima d’ora, sono raccolti in ordine cronologico in sette teche. All’inizio
del percorso espositivo si trovano due “vesti per sotto” del cinquecento di
lino ricamato, esempi rarissimi miracolosamente
giunti fino a noi; un rarissimo esemplare di partitura della Marsigliese e un
libro-regalo di nozze ambedue con pagine tessute con la seta più preziosa e una
lavorazione di straordinaria accuratezza nel XIX secolo, a Lione su telaio
Jacquard. Inoltre tessuti con motivo bizarre testimoni dell’influsso delle arti
e della cultura orientale in Europa nel XVII secolo, sontuosi abiti di corte,
scialli Cashmere lavorati con lane cashmere nell’omonima regione dell’India, un
tessuto art nouveau progettato in Inghilterra alla fine del XIX secolo dal
celebre Silver Studio, disegni per la stampa dell’artista Raoul Dufy, una cappa
di velluto stampato dell’artista/stilista Maria Monaci Gallenga.
Il percorso si conclude con cinque straordinari abiti
sartoriali del Novecento che raccontano l’evoluzione dello stile e
dell’eleganza femminile fino agli anni sessanta, anni di grandi cambiamenti
sociali e di gusto.