venerdì 6 novembre 2015

ALIGHIERO BOETTI IN PALAZZO VECCHIO al summit UNITY IN DIVERSITY

In occasione del summit mondiale dei Sindaci UNITY IN DIVERSITY che si tiene a Firenze dal 5 al 8 novembre saranno esposte due grandi opere di Alighiero Boetti arista tra i più rappresentativi dell’arte contemporanea nel mondo e rimarranno in mostra fino al 22 novembre.
L’autore esponente dell’arte povera, corrente artistica italiana nata nella seconda metà degli anni ’60, avvicinatosi poi all’arte concettuale è stato presente nelle maggiori gallerie d’arte del mondo tra cui la Tate  a Londra.

Le sue due opere più famose, dal titolo “Mappe”, esposte nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio sono dei grandi patchwork  ricamati di dimensioni colossali (580x280): è la prima volta che in Italia vengono messe a confronto due opere di Boetti di queste dimensioni.
Palazzo vecchio accoglierà sindaci che provengono da tutte le parti del pianeta: Europa, Africa, Medio Oriente, America del Nord e del Sud, per costruire un dialogo tra i popoli in un mondo dove i confini sono sempre più labili e dove locale e globale sono in continuo confronto.

“La scelta delle Mappe vuole essere un’immagine rappresentativa delle dinamiche geopolitiche, dell’unità nella differenza dei popoli”. La loro presenza ha una logica in questo contesto perché sono frutto del lavoro di donne afgane che negli anni Ottanta le hanno ricamate su cotone. Seguendo i disegni che Boetti aveva fornito loro li hanno interpretati secondo la tradizione locale, con i colori e i simboli delle bandiere dei paesi rappresentati: in esse è visibile il passaggio epocale delle trasformazioni dei confini sovietici avvenuti con la Perestroika.

Boetti dice "il lavoro della Mappa ricamata è per me il massimo della bellezza. Per quel lavoro io non ho fatto niente, non ho scelto niente, nel senso che: il mondo è fatto com'è e non l'ho disegnato io, le bandiere sono quelle che sono e non le ho disegnate io…”
Queste opere vogliono anche comunicare la diversità dei suoni, delle lingue, dei profumi, alludono alla varietà e alla ricchezza del mondo.

Il lavoro manuale comune a tutte le popolazioni, tramandato dal sapere e dall’esperienza rende ogni paese ricco di una propria eccellenza e come dice Ruggero Bacone nell’Opus Majus diventa “l’eccellenza inconfutabile  della conoscenza data dall’esperienza”.

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