lastArt & News
mercoledì 1 maggio 2024
domenica 14 maggio 2023
KIMONO - Riflessi d’arte tra Giappone e Occidente
“KIMONO - Riflessi d’arte tra Giappone e Occidente” è il titolo della nuova mostra organizzata dal Museo del Tessuto di Prato che ha ottenuto il prestigioso patrocinio dell’Ambasciata del Giappone in Italia, in corso dal 29 aprile fino al 19 novembre 2023. La mostra esplora le contaminazioni creative e culturali - intervenute tra Europa e Giappone prevalentemente dalla fine dell’Ottocento alla prima metà del Novecento - attraverso l’esposizione di un’accurata selezione di opere che di quei reciproci influssi testimoniano i passaggi fondamentali. Accanto al già noto fenomeno del Giapponismo, ovvero il modo in cui l’arte europea di quel periodo ha recepito e reinterpretato il linguaggio espressivo e decorativo dell’arte giapponese, il percorso espositivo si sofferma soprattutto ad illustrare il processo opposto, definito da alcuni Occidentalismo, nell’ambito del quale anche l’oggetto più iconico della cultura del Sol Levante, il kimono, risente dell’influenza della cultura e dell’arte figurativa occidentale.
29
aprile – 19 novembre 2023
Museo
del Tessuto | Via Puccetti 3 Prato
Orario:
10-15 (da martedì a giovedì); 10-19 (venerdì, sabato) 15-19 (domenica) | Chiusa
lunedì
Ingresso:
10 €; ridotto 8€
info@museodeltessuto.it
- www.museodeltessuto.it
VISITE GUIDATE
Il calendario:
MAGGIO sabato 6 e domenica 21 maggio ore 17.00
GIUGNO sabato 10 e domenica 25 giugno ore 17.00
LUGLIO giovedì 6 e giovedì 20 luglio ore 21.00
SETTEMBRE sabato 9 e domenica 24 settembre ore 17.00
OTTOBRE sabato 7 e domenica 22 ottobre ore 17.00
NOVEMBRE sabato 4 e domenica 19 novembre ore 17.00
Biglietto: ingresso ridotto euro 8 + visita guidata gratuita
(contatti: Infopoint Coopculture: +39 0574 1837859 | prenotazioni.museiprato@coopculture.it).
La tessera socio va esibita in biglietteria al momento dell’acquisto del biglietto.
Foto |
martedì 6 dicembre 2022
ANTOLOGIA 2023 - Tornabuoni Arte
L’immancabile appuntamento con l’arte contemporanea è di nuovo in
scena alla Tornabuoni Arte che
presenta la consueta ANTOLOGIA: una
scelta delle più importanti opere di Arte moderna e contemporanea selezionate
nel corso dell’ultimo anno.
La mostra antologica si terrà nelle due sedi italiane, a Firenze
(Lungarno Cellini 3) da giovedì 1 dicembre e a Milano (Via Fatebenefratelli 36)
da martedì 13 dicembre.
Il fondatore, Roberto Casamonti, con la solita passione e cura ha scelto
tante opere che permettono di percorrere, sia agli addetti ai lavori e
collezionisti che agli amanti dell’arte in generale, i momenti più importanti
della storia dell’arte dagli inizi del XX secolo ad oggi.
L’esposizione è affiancata da una pubblicazione, corredata da un ricco apparato fotografico, che approfondisce alcune tematiche di questa straordinaria raccolta.
Pierre Auguste Renoir, Paysage, 1913 ca |
Nella sede fiorentina al primo piano, nell’arte figurativa del primo Novecento tra le molteplici opere troviamo Paysage la rappresentazione del paesaggio che Pierre Auguste Renoir ha realizzato nel 1919, oppure uno straordinario Impressioni di paesaggio, di qualche anno prima, del 1908, di Umberto Boccioni, un soggetto en plein air, dall’atmosfera luminosa e satura di colori.
U. Boccioni, Impressioni di paesaggio, 1908 |
Questo tema ritorna in un nucleo degli anni Trenta, a cominciare
dal Giardino dell’oblio, dove
Galileo Chini nel 1933 raffigura, con un velo di malinconia, la casa nella
pineta viareggina di Eleonora Duse, villino nel quale l’attrice si era ritirata
dopo la fine della sua storia d’amore con Gabriele D’Annunzio.
Un particolare curioso distingue questo quadro: sul retro Chini
annota parole, allude al dramma dell’amore finito, evoca nomi senza citarli, ed
infine disegna una planimetria di strade dove colloca la propria abitazione e
quelle dei pittori Viani, Chini e Nomellini.
Al piano terra, proseguiamo con una rassegna di opere, espressione dei linguaggi artistici non figurativi del secondo Novecento, a cominciare dal prestigioso Concetto spaziale del 1956, che testimonia come Lucio Fontana abbia consacrato la supremazia del gesto. Giuseppe Capogrossi con l’opera del 1961, Superficie 719.
Sfera, 1967, e Frammento,
1972, sono sculture nelle quali Arnaldo Pomodoro raffigura involucri freddi,
geometrici e brillanti, che hanno il dono, secondo le parole di Argan, di
registrare lo spazio come le pendole il tempo.
Arnaldo Pomodoro, Sfera, 1967 |
Molti altri sono gli artisti in mostra: Carla Accardi, Antonio
Bueno, Alberto Burri, Enrico Castellani, Sandro Chia, Jean-Michel Folon, Hans
Hartung, Emilio Isgrò, Mimmo Paladino, Michelangelo Pistoletto, Giuseppe Uncini,
Victor Vasarely, Gilberto Zorio, solo per nominarne alcuni.
Tornabuoni Arte è una galleria aperta a tutti dal respiro dinamico
e contemporaneo.
venerdì 28 ottobre 2022
LE DUE ROSE di Pavlo Makov alla Galleria CARTAVETRA - Firenze
Les saisons rousses |
La raccolta di opere presentate ci riporta con semplicità e chiarezza a una riflessione sullo scopo dell’arte, necessariamente legata alla vita, a una visione tanto personale, quanto collettiva, della condizione umana. Attraverso metafore e simboli che costituiscono il suo linguaggio visuale, Makov ricostruisce una narrazione che si muove all’interno della trama conflittuale che coinvolge Russia e Ucraina a partire dalla prospettiva più intima.
“L’immagine delle rose che danno il titolo al progetto di mostra, è concreta” afferma l’artista. “Io e mia moglie, ogni ottobre andiamo nella nostra casa fuori città per coprire le rose del nostro giardino, preservandole così dal freddo, e a marzo, ogni anno, le scopriamo nuovamente. Ci prendiamo cura delle nostre rose da vent’anni, e ora la nostra casa, a dieci chilometri dal confine, è occupata. Il nostro giardino, rovinato, e le nostre rose sono morte.”
paradiso perduto |
Le parole di Pavlo Makov sono un invito a una più ampia considerazione della quotidianità, della somma di tutte le piccole cose che sembriamo scordare. L’artista sottolinea un vissuto reale, andando oltre la cornice delle immagini virali che costellano i mezzi di comunicazione, racconta una guerra che non è iniziata tre mesi fa, racconta un’esperienza privata, ciò che ha nel cuore. La Rosa, un elemento così semplice che diviene metafora di vita, quella stessa vita, quel sentire umano, da cui l’arte non può e non deve separarsi, abbassandosi a mero strumento di propaganda politica.
Sulla base di questa volontà si concretizza il percorso espositivo, composto dalle più recenti opere dell’artista, molte delle quali sono state realizzate proprio all’interno della galleria, che si trasforma passando da luogo di produzione a punto di osservazione instaurando un dialogo con il pubblico, alla ricerca di un nuovo sguardo proposto da Borys Filonenko.
La mostra è visitabile dal 27 ottobre al 30 dicembre 2022, nei giorni di apertura della galleria: dal mercoledì al sabato, dalle 15.30 alle 19.00, a Firenze in Via Maggio 64/R.
Pavlo Makov e Brunella Baldi CARTAVETRA |
Pavlo Makov (San Pietroburgo, 1958), vive e lavora
a Kharkiv, Ucraina. Si è laureato presso il Crimean Art College, Dipartimento
di Pittura (Simferopol, Ucraina) nel 1979, San Pietroburgo Accademia delle Arti
nel 1979 e Kharkiv Art and Industrial Institute (dipartimento grafico) nel
1984.
Dal 1988 è membro della National Union of Artists of Ukraine, dal 1994, è membro della Royal Society of Painters-Printmakers (Londra, Inghilterra) e membro effettivo corrispondente della Ukrainian Art Academy, dal 2006.
Pavlo Makov ha partecipato a numerose mostre: 2022, “The death of Marat”, Royal Museum of Fine Arts of Belgium, (Brussels); 2022, 59° Biennale Internazionale di Arte, Venezia, (Italia); 2021, “Remember Yesterday”, PinchukArtCentre (Kyiv) ; 2019, “The path of Aeneas”, Yermoilov Centre (Kharkiv, Ukraine); 2018, “Libro D’Artista”, Cartavetra Contemporary Art Gallery (Firenze, Italy); 2017, “City of KhA”, National Art Museum of Ukraine (Kyiv; 2016, “3rd Ukrainian Cross-Section Triennal of Contemporary Ukrainian Art” (Wroclaw, Poland); 2015, “Border Line. Ukrainian Art Now”, Saatchi Gallery (London); 2013, “Economics in Art”, Museum of Contemporary Art (Krakow, Poland). Fa inoltre parte delle collezioni di diversi musei, tra cui: National Art Museum of Ukraine (Kyiv), Pinchuck Art Centre (Kyiv), Pushkin State Museum of Fine Arts (Moscow), Victoria and Albert Museum (London), Ashmolean Museum, “Diploma Collection” (Oxford, England), Metropolitan Museum of Art (New York, New York, USA), National Gallery of Art ( Washington DC), Library of Congress (Washington DC), Corcoran Museum (Washington DC), Contemporary Art and Culture Center (Osaka, Japan), Fine Art Museum (Cremona, Italy).
59Biennale d'arte di Venezia 15.04.21 |
martedì 27 settembre 2022
Olafur Eliasson: Nel tuo tempo
Curata da Arturo Galansino, Direttore Generale della Fondazione
Palazzo Strozzi, la mostra (22 settembre 2022 - 22 gennaio 2023) è il risultato
del lavoro diretto dell’artista sugli spazi di Palazzo Strozzi dove ha
presentato installazioni storiche e nuove produzioni.
«Nel 2015 – dichiara Galansino - Olafur visitò per la prima volta gli
spazi di Palazzo Strozzi e rimase colpito dall’architettura rinascimentale,
cominciando così una lunga conversazione tra lui e il palazzo quattrocentesco,
un dialogo complesso il cui senso si riassume nella esposizione odierna».
“NEL TUO TEMPO è un incontro tra opere d'arte, visitatori e Palazzo
Strozzi – dichiara Olafur Eliasson – Questo straordinario edificio
rinascimentale ha viaggiato attraverso i secoli per accoglierci qui, ora, nel
ventunesimo secolo, non come semplice contenitore ma come co-produttore della mostra.
Non è solo Palazzo Strozzi ad aver viaggiato nel tempo. Come visitatore, ognuno
di noi ha vissuto, con una relazione tra corpo e mente sempre diversa in modo
individuale. Ognuno con le proprie esperienze e storie ci incontriamo nel qui e
ora di questa mostra”.
martedì 6 settembre 2022
Le
conferenze potranno essere seguite in streaming e in presenza: per il pubblico
in sala sarà prevista anche una simulazione dei temi trattati all’interno del
Planetario.
IL PROGRAMMA
8
settembre 2022 ore 21: “L’infanzia violenta del Sole”, a cura di Francesco
Fontani
22
settembre 2022 ore 21: “La misura delle distanze nell'Universo”, a cura di
Guido Risaliti
CONFERENZE
8 settembre
“L’infanzia
violenta del Sole”, a cura di Francesco Fontani
Le
stelle nascono e muoiono di continuo nell’Universo. La nostra stella, il Sole,
è nata circa 5 miliardi di anni fa, ha avuto un’infanzia in cui era molto
diversa da come la vediamo oggi e avrà una vecchiaia in cui, di nuovo, cambierà
radicalmente aspetto. Sia la nascita che la morte di una stella avvengono
attraverso processi che possono essere molto violenti e sconvolgere ampie
porzioni dello spazio interstellare in cui si verificano, modificandolo
profondamente. Percorreremo il processo travagliato che porta alla nascita di
una stella come il Sole e di centinaia di miliardi di altre stelle nella nostra
Galassia e oltre.
22 settembre
“La
misura delle distanze nell'Universo”, a cura di Guido Risaliti
Quanto
sono lontane le stelle che vediamo nel cielo la notte? E le galassie che
osserviamo con i più potenti telescopi? Questa domanda è una delle più
difficili a cui dare una risposta precisa e ancora oggi è uno dei campi di
ricerca principali dell'astrofisica. Misurare le distanze dei corpi celesti ci
permette di capire la forma, le dimensioni e l'evoluzione dell'Universo.
Scoprire galassie a distanze sempre maggiori vuol dire studiare l’Universo ad
un'età sempre minore, fino ad arrivare, probabilmente, con il nuovo James Webb
Space Telescope, ad osservare la formazione delle prime stelle e delle prime
galassie dell’Universo.
È
possibile prenotarsi alle conferenze telefonando al seguente numero 0552343723
(Dal
lunedì al venerdì dalle 9 alle 13) oppure scrivendo al seguente indirizzo
email: iscrizioni@fstfirenze.it
sabato 18 giugno 2022
Fotografe!
Villa Bardini e il Forte Belvedere, a Firenze, dal 18 giugno al 2 ottobre 2022, ospitano la grande mostra Fotografe!, a cura di Emanuela Sesti e Walter Guadagnini, presentata e promossa dalla Fondazione Alinari per la Fotografia e dalla Fondazione CR Firenze, in collaborazione con il Comune di Firenze. Un nuovo e ambizioso progetto espositivo che ha per protagoniste assolute le fotografe di ieri e di oggi e che unisce le sale delle due sedi ospitanti in un unico itinerario, ricco e suggestivo, che affianca opere originali degli Archivi Alinari a produzioni contemporanee. L’esposizione si inserisce organicamente nell’offerta culturale estiva di Forte di Belvedere curata da Museo Novecento. Partendo dagli esiti della ricerca negli Archivi Alinari, il progetto espositivo crea un percorso che intreccia e ripropone in maniera sincronica una storia che dalla fotografia delle origini attraversa il Novecento e arriva ai nostri giorni, affiancando i primi procedimenti fotografici alle sperimentazioni contemporanee. La mostra non segue quindi un andamento cronologico, ma è costruita per analogie, differenze, suggestioni, per temi e generi, primo tra tutti il ritratto fotografico, mettendo insieme in un unico percorso fotografie e fotografe nate in epoche, luoghi e contesti sociali diversi: l’intento è non tanto e non solo la ricerca di uno specifico e quanto mai ipotetico ‘sguardo femminile’, quanto l’individuazione della centralità di alcune personalità – spesso sottostimate - nello sviluppo della ricerca fotografica sin dai suoi albori. La presenza delle autrici contemporanee costituisce un ulteriore momento di riflessione che investe le pratiche artistiche odierne, a partire dal rapporto con il passato e con la memoria, siano esse individuali o collettive, all’interno di un mondo in continuo mutamento, dove anche i ruoli sociali e i paradigmi ad essi legati sono in costante divenire.Wanda Wulz, Trieste 1903-1984 Ritratto,
stampa alla gelatina ai sali d'argento.
Archivi Alinari_archivio Studio Wulz_Firenze
Helene Magdalena Hofmann_Sand am Main 1870-Grado 1956
Tre uomini alzano i cappelliin segno di saluto post 1904, aristotipia Archivi Alinari Firenze
In mostra vintage prints, album e negativi dagli Archivi Alinari, opere provenienti dalle diverse collezioni di oltre quaranta fotografe, in molti casi inedite, a partire da quelle delle prime dagherrotipiste degli anni ’40 dell’Ottocento, come la francese Bernardine Caroline Théodora Hirza Lejeune (Parigi 1824-1895) del fondo Oggetti Unici che è stato restaurato, catalogato e digitalizzato nel 2021 anche grazie al sostegno della Fondazione CR Firenze. Le stampe originali di Julia Margaret Cameron, Dorothea Lange, Margaret Bourke-White, Lucia Moholy, Maria Mulas, Ketty La Rocca, Lisetta Carmi, Diane Arbus, Bettina Rheims, per citarne solo alcune, si confrontano con le produzioni di dieci autrici italiane, Eleonora Agostini, Arianna Arcara, Federica Belli, Marina Caneve, Francesca Catastini, Myriam Meloni, Giulia Parlato, Roselena Ramistella, Sofia Uslenghi, Alba Zari, rappresentanti della più giovane generazione, nata dopo il 1980, che va affermandosi in questi anni sia sul piano nazionale che su quello internazionale, presenti con opere che interagiscono con il patrimonio storico Alinari. Le autrici innescano dunque una conversazione ideale con le fotografie storiche e con l’archivio stesso, così da esaltarne la matericità e l’aura, proponendo in questo modo anche nuove chiavi di lettura alle immagini provenienti da un passato talvolta lontanissimo.
Sofia Uslenghi_ART noJECT #12, 2021 stampa digitale Fine Art ai pigmenti di colore_© Sofia Uslenghi_Courtesy Galleria Valeria Bella_Milano |
Grazie a Calliope Arts, ente no profit con sede a Firenze e Londra, nato per valorizzare e salvaguardare il patrimonio culturale delle donne attraverso il suo progetto 'Restoration Conversations', la mostra si arricchisce di due sezioni dedicate a fondi degli Archivi Alinari: quello delle sorelle Wanda Wulz (Trieste 1903-1984) e Marion Wulz (Trieste 1905-1990) e quello di Edith Arnaldi (Vienna 1884-Roma 1978), nota soprattutto come scrittrice ed artista di area futurista con lo pseudonimo di Rosa Rosà, che è tra le artiste selezionate per la mostra della Biennale Arte di Venezia curata da Cecilia Alemani.
Da questi archivi sono tratte opere inedite, alcune stampate direttamente dai negativi originali, che restituiscono alla fruizione pubblica i risultati di una prima ricognizione su materiali finora meno esplorati di questi nuclei archivistici, di straordinario interesse per la storia della fotografia. Da una parte il fondo Wulz (noto per la fama internazionale delle opere futuriste di Wanda, tra cui la realizzazione della famosa sovraimpressione “Io+gatto”), di cui verranno esposti a Villa Bardini anche dei negativi, che riserveranno al pubblico e agli studiosi importanti sorprese, in particolare sul sodalizio lavorativo e artistico con la sorella Marion. Dall’altra, al Forte Belvedere, un archivio completamente da esplorare, sostanzialmente un inedito, che permetterà, anche grazie alla ricerca della storica dell’arte Lisa Hanstein, di riportare alla luce la produzione fotografica di un’artista poliedrica come Edith Arnaldi, caratterizzata da ritratti e fotografie di viaggio realizzate in Italia, Europa e Africa, e dai ritratti eseguiti nel suo studio romano, funzionali all’indagine sulla produzione pittorica futurista dell’autrice.
Federica Belli_The lens (Through Which We See Ourselves) 2018
Stampa digitale Fine Art ai pigmenti di colore su Hahnemuhle Photo Rag_bassa
Sempre a cura di MUS.E, a Forte Belvedere, tutti i venerdì e le domeniche alle 17.00 e alle 18.30, si terranno delle visite guidate alla mostra Fotografe!. Il percorso comprenderà anche l’esposizione di Rä di Martino Play it again e la straordinaria architettura militare di Forte Belvedere. Le visite, per giovani e adulti, avranno il costo di €2,50 per residenti Città Metropolitana di Firenze e di €5 per i non residenti Città Metropolitana di Firenze, gratuito per disabili e accompagnatori, guide turistiche e interpreti, membri ICOM, ICOMOS e ICCROM, possessori della Card del Fiorentino (nel limite delle tre attività annue). Riduzione 2x1 soci Unicoop Firenze. Visite riservate e gratuite per i soci Unicoop Firenze: domenica 19 e 26 giugno, 10-17-24-31 luglio, 14-21-28 agosto, 11-18-25 settembre. Per maggiori informazioni e prenotazioni scrivere a info@musefirenze.it o telefonare al numero + 39 055 2768224 (dal lunedì al venerdì, ore 9.30-13.00 e 14.00-17.00).
Bettina Rheims_Madame Jacquot Ritratto dell'attrice Charlotte Rampling_Parigi_Marzo 2009, Archivi Alinari, Firenze |
Fotografe! Dagli Archivi Alinari a oggi sarà accompagnata da un catalogo edito da Mandragora.
La mostra vede la collaborazione di MUS.E e la Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron, e il contributo di Unicoop Firenze.
“E’ emozionante veder tornare l’arte della fotografia a Villa Bardini – afferma il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani. – In quello che spesso è uno straordinario scenario fotografico, che fonde la bellezza del panorama di Firenze con l’eleganza delle strutture architettoniche della villa e del suo giardino, vedremo esposta una mostra di straordinario interesse sociale ed antropologico, oltre che artistico. Oggi più che mai è attuale il racconto del femminile e il modo in cui la donna, l’artista, percepisce e restituisce il mondo e se stessa. Sarà estremamente interessante veder l'evoluzione nei decenni di questa percezione. Trovo dunque di grande valore e di grande interesse questa iniziativa delle Fondazioni Alinari per la Fotografia, costituita dalla Regione Toscana, e di Fondazione CR Firenze e ringrazio il Comune di Firenze per aver sostenuto questo progetto”.
‘’Questa mostra dedicata alle donne di talento – dichiarano il Presidente della Fondazione CR Firenze Luigi Salvadori e il Presidente della Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron Jacopo Speranza – segna il felice ritorno della fotografia a Villa Bardini. E’ anche una assoluta novità nella storia trentennale di questo magica terrazza che si affaccia su Firenze perché ci auguriamo segni l'inizio di una collaborazione permanente col Comune di Firenze per l’utilizzo del Forte di Belvedere secondo la logica del 'gioco di squadra' che sta sempre più caratterizzando, pur nel rigoroso rispetto delle rispettive competenze, il recente percorso delle nostre due Fondazioni. In questo alveo si collocano la collaborazione, avviata da tempo con la Fondazione Alinari, e soprattutto la volontà di avvicinare alla fotografia nuovi pubblici come lo sono i giovani e le famiglie con laboratori gratuiti che offriamo gratuitamente per tutta la durata della mostra’’.
“E’ con vivo piacere – aggiunge Dario Nardella, Sindaco di Firenze - che diamo il via a questa originalissima esposizione che per la prima volta mette in luce il contributo fondamentale che le donne fotografe hanno dato all’arte della fotografia proponendo un percorso organico attraverso la macchina da presa vista con occhi tutti al femminile, con pezzi inediti dal passato ma anche uno sguardo alla nuova generazione di fotografe contemporanee che si stanno affermando grazie alle tecniche digitali. Oggi ci sentiamo tutti un po’ fotografi: grazie agli smartphone scattare una foto e ritoccarla è operazione alla portata di chiunque. Diverso però è il ruolo della fotografia, dietro cui stanno studio, tenacia, visione, intraprendenza. Questa mostra ridona al mestiere di fotografo - anzi di fotografe! - tutta la sua bellezza e il rispetto che dobbiamo loro. Di grande pregio le sedi della mostra: Villa Bardini e Forte di Belvedere, due vere e proprie perle dell’Oltrarno fiorentino che offrono una vista incomparabile della città dalla riva sinistra dell’Arno. Bello che per tutta l’estate siano visitabili insieme, in una collaborazione che ci piacerebbe sempre più stretta e più duratura”.
“Questa mostra rappresenta un passaggio importante nella breve storia della Fondazione Alinari per la Fotografia – sottolinea il suo Presidente Giorgio van Straten – in primo luogo perché, per la parte legata ai nostri archivi, tutte le fotografie esposte sono vintage o stampe dai negativi originali; poi per la scelta di una collaborazione stretta con la Fondazione CR Firenze con cui l’abbiamo coprodotta e con il Comune di Firenze che la ospita al Forte Belvedere. Infine il significato di questa mostra risiede anche nell’idea di accostare al patrimonio degli archivi il lavoro di dieci fotografe italiane di oggi nella fase ascendente della carriera. Una dei nostri obiettivi fondamentali è infatti quello di mettere in comunicazione e dialogo lo straordinario patrimonio del passato che possediamo con la cultura contemporanea, per farne elemento vivo e stimolante, capace di suscitare non solo memoria, ma anche futuro”.
“Il punto esclamativo nel titolo della mostra – spiegano i curatori Emanuela Sesti e Walter Guadagnini – vuole sottolineare l’ammirazione per le donne che dalle origini della fotografia sino a tutto il secolo scorso, sono riuscite a conquistare una posizione in un mondo che era tutto maschile. Parliamo di figure straordinarie come Margaret Bourke-White, Diane Arbus e Lisetta Carmi, presenti con le loro immagini negli Archivi Alinari insieme a quelle note in tutto il mondo delle sorelle Wulz e a quelle sinora inedite di Edith Arnaldi, in arte Rosa Rosà. Un patrimonio sterminato che nella mostra Fotografe! è presentato accanto alle foto di dieci artiste contemporanee, che hanno accettato la sfida, dialogando a distanza ravvicinata, per affinità o contrasto di temi e di stili, con questo grandioso passato”.