venerdì 17 dicembre 2021

IL COMUNE DI CENTURIPE RICEVE A FIRENZE Il PREMIO "ARCHEOLOGIA VIVA TOURISMA 2021 PER LA VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE"

Il 17 dicembre 2021, alle 17.15, presso l'Auditorium del Palazzo dei Congressi di Firenze, il Comune di Centuripe, rappresentato dal Sindaco Salvatore La Spina, riceverà il prestigioso premio "Archeologia Viva Tourisma 2021" per la valorizzazione del patrimonio culturale.
L'importante riconoscimento viene consegnato al paese che più d'ogni altro si è distinto, durante l'anno, nell'organizzazione di eventi mirati alla valorizzazione ed alla promozione del proprio patrimonio culturale e territoriale.
 

Tra il 2020 ed il 2021, infatti, Centuripe è stato uno dei borghi italiani più attivi in ambito culturale, programmando un calendario di eventi e valorizzando le ricchezze archeologiche, artistiche e paesaggistiche del luogo.

 

"Ritirare questo premio nella mia città di adozione" dice Salvatore La Spina Sindaco di Centuripe, "è un grande onore. Qui ho studiato ed ho maturato le esperienze che sto mettendo a disposizione della mia comunità, che ha fortemente sostenuto questa mia idea di rinascita  culturale e, mi auguro presto, turistica. C'è ancora molto da fare per il recupero del patrimonio storico, ma questo riconoscimento è il segno che la strada che abbiamo imboccato è quella giusta; non bisogna tornare indietro. È un premio che condivido con tutte le persone che hanno lavorato al mio fianco, la giunta comunale ed il gruppo consiliare di maggioranza, le associazioni, gli sponsor privati ed i cittadini che ci hanno dato la forza di proseguire nonostante le grandi difficoltà incontrate in questo primo anno di amministrazione."

Le ragioni che motivano la consegna di questo premio sono molteplici, così come gli eventi che ne sono causa.

Prima di tutto va ricordato il ritorno della testa di Augusto, capolavoro assoluto dell'arte romana in Sicilia. Un rientro reso possibile grazie alla collaborazione tra il Parco Archeologico di Siracusa ed il Parco Archeologico di Catania, che ha visto come regista l'Assessore Regionale Alberto Samonà. Per il suo straordinario pregio artistico, la testa di Augusto, si candida ad essere una delle opere iconiche dell'isola.

 

A seguire il grande successo della mostra "SEGNI" che ha ospitato le opere grafiche dei più importanti artisti del novecento europeo in dialogo con le pitture risalenti al neolitico ed uniche in Sicilia orientale di "Riparo Cassataro", sito archeologico aperto per la prima volta al pubblico. 

Importante è stata inoltre l'inaugurazione e la creazione del primo centro espositivo comunale: "Antiquarium". 

Il comune è stato inoltre scelto per rappresentare la Sicilia all'interno del progetto "Boccata d'Arte", ospitando le installazioni en plein air dell'artista Renato Leotta sulle sponde del fiume Simeto e nel borgo di Carcaci.

Ed ancora, l'adesione al Festival dei Teatri di Pietra, che ha visto esibirsi il celebre Coro Lirico Siciliano nello scenario suggestivo della "Dogana", mausoleo d'età imperiale; l'adesione ai "Borghi dei Tesori"; la rassegna cinematografica per i quartieri "Scendi che c'è il cinema".

Ed infine il primo "Centuripe Archeo Film - Festival Internazionale del Cinema Archeologico", tre giorni di proiezioni ed incontri, che ha ospitato film tematici di registi provenienti da tutto il mondo ed ospiti del calibro di Stefano Bucci e Antonio Natali.

 

In occasione di "Tourisma 2021", Centuripe è presente per i tre giorni del salone con uno stand, per presentare al pubblico nazionale ed internazionale, le offerte culturali, artistiche, archeologiche, paesaggistiche e culinarie del proprio territorio.

 

l Salone dell’Archeologia e del Turismo culturale dal 17 al 19 dicembre 2021 al Palazzo dei Congressi di Firenze.  L’evento, il più importante e partecipato del settore a livello europeo – organizzato come sempre da Archeologia Viva (Giunti Editore) – farà il punto sulle eclatanti scoperte archeologiche degli ultimi anni e con uno sguardo attento al patrimonio di casa nostra. 

 

Dopo quasi due anni di collegamenti da remoto, “tourismA” si svolge completamente in presenza nel rispetto rigoroso delle normative covid, ma puntando sulla normalità e sul piacere di tornare a incontrarsi e parlarsi “dal vivo”. In programma duecentocinquanta relatori che – nella consolidata tradizione di “tourismA” ci condurranno in un fantastico viaggio nel tempo e nello spazio. Tra i big di questa edizione: il direttore generale Musei ed ex soprintendente di Pompei Massimo Osanna, il direttore della Pinacoteca di Brera James Bradburne, l’archeologo e presidente del Fai Andrea Carandini, l’esperto in civiltà micenea Louis Godart, il geologo e noto conduttore tv Mario Tozzi, l’altro autore e volto televisivo Cristoforo Gorno, il medievista Franco Cardini, il paleoantropologo Giorgio Manzi e l’acclamatissimo Alberto Angela che chiuderà come di consueto – ma questa volta necessariamente in video per evitare assembramenti – la kermesse fiorentina.


mercoledì 17 novembre 2021

IL DESTINO DI UN AMORE - Tiziano Vecellio e Cecilia

Lei è Cecilia Soldani, la moglie di Tiziano Vecellio, uno degli artisti più acclamati del suo tempo. È incinta del terzo figlio: una gravidanza complicata. Cecilia vorrebbe abortire per continuare ad amare il pittore, ma muore scegliendo di dare al mondo la creatura che il marito vuole, invece, con forza. Alla nascita della piccola Lavinia, Tiziano, che fino al allora ha seguito solo gloria e denaro, è travolto dall’improvvisa coscienza di un sentimento immenso e unico, scoperto solo con la morte della moglie. Inizia, così, a cercare Cecilia nei suoi quadri, dipingendola con tutto l’amore che negli anni non è riuscito a darle. La Venere – realizzata nel 1538 e oggi conservata agli Uffizi – è ancora, per chiunque la osservi, la scintilla palpitante di quel dolore e di quell’amore.

 

Il libro anticipa la grande mostra “Tiziano e l’immagine della donna”, promossa da Skira editore, in collaborazione con Kunst Historisches Museum Wien, adesso a Vienna e attesa a Milano, in Palazzo Reale, dal 23 febbraio a maggio 2022.

 

Luca Nannipieri, critico e storico dell’arte, ha pubblicato con Skira i libri Capolavori rubati (2019), Raffaello (2020), A cosa serve la storia dell’arte (2020), e con Rai Libri Bellissima Italia. Splendori e miserie del patrimonio artistico nazionale (2018). Suoi volumi sono usciti allegati ai quotidiani nazionali. Dirige Casa Nannipieri Arte, curando mostre e conferenze, da Giacomo Balla a Keith Haring.


sabato 18 settembre 2021

90BUSSOTTI. Ascolti e visioni su Sylvano Bussotti

In occasione dei 90 anni di Sylvano Bussotti, nato a Firenze il primo ottobre 1931, dal 20 al 25 settembre 2021, nell’ambito dell’Estate Fiorentina, la città lo festeggia con 90BUSSOTTI. Ascolti e visioni su Sylvano Bussotti, cinque giorni dedicati alla sua immensa e poliedrica produzione, pensati per festeggiare simbolicamente la figura dell’artista e dell’uomo. Il progetto curato da Fabbrica Europa, Fondazione Culturale Stensen, Florence Queer Festival, Tempo Reale, Maschietto Editore, istituzioni cittadine a lui profondamente legate, in collaborazione con Maggio Musicale Fiorentino, Bussotti Opera Ballet e Museo Marino Marini, con il contributo del Comune di Firenze - Estate Fiorentina 2021 e con il coordinamento di Culter, vedrà dunque coinvolti i suoi compagni di lavoro, gli amici e gli appassionati, uniti per celebrarlo in una vera e propria festa di compleanno a puntate.

Compositore, uomo di teatro, pittore, scenografo e costumista, Sylvano Bussotti incarna una totalità artistica dal talento indiscusso. Nei suoi lavori, con spregiudicatezza e libertà, le arti si incrociano, i segni si sovrappongono in forme diverse e originali, all’insegna di una visione in cui provocazione queer e rigore formale si fondono perfettamente.


90BUSSOTTI affronterà in particolare tre aspetti della molteplice attività bussottiana: la produzione filmica e sonora, le occasioni coreografiche e il contesto storico artistico in cui il compositore fiorentino fu attivo.

“Una rassegna completa e variegata per riscoprire il talento di Sylvano Bussotti in occasione dei suoi 90 anni. - ha detto l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi - Bussotti è un’artista a 360 gradi, capace di spaziare dalla pittura alla musica passando per arte scenica e coreografie, dedicandosi a cinema, televisione. Ha lasciato il segno nelle più svariate discipline, mantenendo sempre la sua cifra stilistica originale e il suo sguardo anticonformista e anticipatore dei tempi. Siamo felici all’interno dell’Estate Fiorentina di dare spazio a questa figura così importante per l’arte e la cultura della nostra città”.

PROGRAMMA

Lunedì 20 settembre al PARC Performing Arts Research Centre (ore 19), nell’ambito del Festival Fabbrica Europa, conferenza di Luca Scarlini I mille volti del desiderio: fantasmi di Fedra nell’opera di Bussotti”. Fedra è figura centrale dell'opera di Bussotti, a partire dalla suggestione della tragedia di Jean Racine, affrontata nella musicalissima traduzione di Giuseppe Ungaretti, con numerosi lavori per teatro, danza, musica. Nel 1980 andò in scena alla Piccola Scala “Le Racine”, di cui Silvia Lelli e Roberto Masotti hanno raccontato con una documentazione fotografica inedita la costruzione di questo lavoro, che ambienta il dramma raciniano in un caffè fatto di specchi e segreti, in cui si svolge la tragedia sotto lo sguardo complice, eppure distaccato del pianista del locale.

Mercoledì 22 settembre, alla Fondazione Culturale Stensen (ore 21), si terrà una serata di proiezioni e performance, a cura di Tempo Reale all’interno del Tempo Reale Festival. Nell’ottica di quell’idea di opera d’arte totale che Sylvano Bussotti incarna in tutto il suo percorso, il cinema gioca un ruolo da protagonista. Insieme all’esperimento d’avanguardia assoluta che è stato “Rara Film” (1965-69), il lungometraggio “Apology” ne costituisce uno dei tasselli più significativi. Realizzato a Berlino nel 1972, con la musica di Sylvano Bussotti, è una vera rarità, da lungo tempo in attesa di un processo significativo di sonificazione. Si cimenta in quest’impresa un quintetto eterogeneo di interpreti – Monica Benvenuti, voce, Luca Paoloni, violino, Umi Carroy, pianoforte, Jonathan Faralli, percussioni e Francesco Giomi, elettronica – ormai ampiamente abituati al confronto con la musica di Bussotti e dedicatari, in più occasioni, di sue opere originali. Aprono il programma i “5 Videogiornali della sestina musicale 91”, divertenti videoclip realizzati nel 1991 per la Sezione Musica della Biennale di Venezia, in cui Bussotti si relaziona con alcuni personaggi emblematici della cultura pop italiana del tempo: Maurizio Costanzo, Alvaro Restrepo, Patty Pravo, Moira Orfei e Moana Pozzi.

Giovedì 23 settembre per il Florence Queer Festival (cinema teatro La Compagnia, ore 18), la proiezione del film “Bussotti par lui même” (1975), un lungometraggio di rara visione, realizzato da Carlo Piccardi per la Televisione della Svizzera Italiana, in stretta collaborazione con il compositore. Oltre a presentare una ricca antologia della musica da lui creata fino ad allora, il film è un documento e un manifesto poetico che mette in evidenza lo stretto intreccio tra suono e gesto teatrale, sempre presente nell’opera bussottiana. Con Elise Ross, Giancarlo Cardini, Italo Gomez, Romano Amidei e Rocco Quaglia, che sarà presente in sala e farà una breve introduzione al film con Luca Scarlini e Bruno Casini. 

Sabato 25 settembre i festeggiamenti si chiuderanno con un doppio appuntamento. Al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, nel pomeriggio (ore 17.30), si terrà la presentazione del libro di Renzo Cresti “Sylvano Bussotti e l’opera geniale”, recentemente uscito per i tipi di Maschietto Editore. Il volume racconta l’infanzia fiorentina di Bussotti, il suo rapporto con lo zio ed il fratello, entrambi pittori, grazie ai quali cominciò ad essere l’artista che è diventato; narra del suo incontro con Alberto Arbasino, Aldo Braibanti, John Cage, Carmelo Bene, Umberto Eco e Pier Paolo Pasolini; raccoglie un suo inedito ed una selezione di sue partiture, vere e proprie opere d’arte in cui la tradizionale notazione si alterna a una esperienza pittografica; contiene un’intervista a Rocco Quaglia, coreografo, ballerino, collaboratore e compagno di Bussotti dagli anni Settanta e un CD con brani di Bussotti interpretati da Monica Benvenuti e Francesco Giomi. Il giornalista Gabriele Rizza ne parlerà con l’autore, Rocco Quaglia e il Maestro Vincenzo Saldarelli, che al termine eseguirà “Ultima rara (pop song)”. Per l’occasione il Maggio Musicale Fiorentino esporrà bozzetti e figurini realizzati da Bussotti e conservati nel suo archivio.

In serata, infine, al Museo Marino Marini (ore 20.15) si terrà “Ermafrodito”, concerto-coreografia narrato da Luca Scarlini con la musica di Sylvano Bussotti (Ermafrodito Gran Fantasia mitologica per chitarra, 1997). “Ermafrodito è una scrittura per chitarra e danza intorno a una figura centrale dell’immaginario di Sylvano Bussotti, cantore di un mondo queer di desideri, epifanie e fantasmi. Alberto Mesirca, tra i maggiori chitarristi di oggi, si confronterà con la danza di Luisa Cortesi nella composizione di un originale lavoro sull'oscurità del corpo e sui suoi rituali. A ritmare la composizione spunti dalle opere letterarie, dalle poesie e dai diari, solo parzialmente editi nel libro I miei teatri, con prefazione di Umberto Eco. L’evento sarà ad ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria.

PARC Performing Arts Research Centre, Fondazione Culturale Stensen, Cinema Teatro La Compagnia, Museo Marino Marini, Teatro del Maggio Musicale Fiorentino

venerdì 17 settembre 2021

GUIDA del Museo della Città – Sezione d’arte contemporanea di Livorno.

Nel quartiere di Venezia Nuova si trova la
chiesa barocca sconsacrata del Luogo Pio attualmente sede del “Museo della Città – Sezione d’arte contemporanea di Livorno”. È in questo luogo che si trova la preziosa raccolta di proprietà del Comune di Livorno  con alcune importanti opere degli anni ’60-’70 di artisti italiani di fama internazionale, acquisite tramite le edizioni più significative del Premio Modigliani ed esposte fino agli anni ’80 nell’ex Museo Progressivo di Villa Maria di Livorno.

Fra di esse il Grande rettile di Pino Pascali, prima fra le opere dell’artista, ad essere acquisita da una istituzione pubblica, e poi importanti lavori di Manzoni, Castellani, Griffa, Guarnieri, Maselli, Napoleone, Nigro, Tancredi, Trafeli, Uncini, Vedova e Baruchello ed altri.

Per questa esposizione permanente è stata realizzata la GUIDA del Museo della Città – Sezione d’arte contemporanea di Livorno.

Nella sua introduzione Daniela Vianelli, presidente della Cooperativa Itinera, sottolinea infatti come “compito di una guida come questa è quello di contribuire a rendere la visita al museo un’occasione per afferrare il senso complessivo di quanto esposto e concorrere a ridurre la distanza, l’esitazione e la timidezza che spesso si prova di fronte a un oggetto d’arte. L’arte contemporanea può risultare particolarmente inaccessibile e ancora più importante e necessaria si dimostra una mediazione, per offrire spunti e contenuti di comprensione e approfondimento”.

E l’Assessore alla Cultura del Comune di Livorno, Simone Lenzi, sottolineando quanto Livorno, sogno fiorentino di apertura al mare, sia stata crocevia di culture e città cosmopolita “per questo, è dunque contemporanea per vocazione, sperimentale per necessità, aperta al possibile come tutte le città di porto in cui si scruta l’orizzonte per capire chi, che cosa sta arrivando, e con quali intenzioni. è forse per questo che dall’immediato dopoguerra Livorno ha espresso un’attenzione particolare all’arte contemporanea. O forse perché si trattava, allora, di guardare avanti e di ricostruire dalle macerie una città pesantemente colpita dai bombardamenti, in cui il presente e il futuro erano sicuramente più promettenti dell’immediato passato”.

La GUIDA inizia con la descrizione del luogo dove si trova il Museo di arte contemporanea tra  “Bottini dell’olio e il Luogo Pio: mercanti orfanelle e arte contemporanea” in un quartiere di canali , piccoli ponti e lussuosi palazzi.Prosegue raccontando di come nasce l’idea di un museo di arte contemporanea “Premi che diventano musei con l’acquisizione di opere che parteciparono al Premio Modigliani.

Ci conduce al principio della mostra introducendo la prima opera che troviamo nel percorso, che si articola su due piani: l’opera di MARIO NIGRO considerato il più astratto degli artisti aderenti al MAC (Movimento di arte Concreta) con la sua opera SPAZIO TOTALE. Lungo il cammino troviamo artisti come PASCALI con il GRANDE RETTILE; MANZONI con ACHROME; CASTELLANI con SUPERFICIE BIANCA: GUARNERI con TRE RETTANGOLI E UN QUADRATO e molti altri.

I testi scorrevoli e didascalici, ma di sicuro approfondimento scientifico, il formato tascabile, la grafica attenta ed accattivante realizzata dall’Editore Sillabe – che, insieme al partner Opera Laboratori, ha voluto sostenere questo importante progetto culturale – e la parallela versione in lingua inglese ne fanno un prodotto che si rivolge al pubblico dei turisti e visitatori del museo. Allo stesso tempo il volume è dedicato anche agli stessi livornesi che vogliono entrare in contatto con l’arte del ‘900, e soprattutto con un periodo storico, quello a cavallo tra anni ‘60 e ‘80, così fecondo di idee e iniziative culturali per Livorno.

Patrizia Casini

sabato 4 settembre 2021

GUADAGNUCCI - LA SFIDA DEL BIANCO










“E’ con molto piacere che Forte dei Marmi, grazie alla volontà dell’assessorato alla Cultura e Turismo e di Villa Bertelli, rinnova la collaborazione con la Società di Belle Arti – afferma il sindaco Bruno Murzi -  aprendo le porte del Fortino ad una mostra di grandissimo livello che intende omaggiare uno dei più conosciuti scultori italiani, Gigi Guadagnucci, maestro del “marmo leggero”. Un percorso emozionale tra le sue opere che si preannuncia una vera e propria esperienza, da vivere in sospensione, tralasciando lo spazio e il tempo.”

Attraverso una mirata selezione di circa quindici sculture provenienti dallo studio dell’artista versiliese, la mostra mette in risalto la produzione astratta parigina, a partire dalla fine degli anni Cinquanta. “Scoperta” da Claude Rivière e ammirata da Marc Gaillard e Pierre Courthion, che definisce Gigi Guadagnucci “poeta della forma” apprezzando “i suoi sogni e i suoi umori, i suoi dubbi e le sue convinzioni, la sua ragione di vita, la sua passione, il suo genio”, l’opera di Guadagnucci si è nutrita del fervore artistico respirato a Montparnasse, a contatto con gli interpreti delle tendenze più aggiornate del momento: da Giacometti a Zadkine, da Klein e Tinguely, da Moore, Lipchitz sino a Marini.

Un progetto che, a otto anni dalla morte e a tredici dall’ultima personale alla Galleria Forni di Bologna, invita a riconsiderare l’opera di Guadagnucci tra le più originali del suo tempo per l’estro creativo nella trasfigurazione della realtà, secondo le linee e le immagini della contemporaneità.

Nella concentrazione di forme protese nell’aria alla ricerca di una dimensione che ne esalti l’armonia, la mostra restituisce il profilo di un artista di grande talento, raffinato ed elegante che, forgiatosi nella “bella montagna di marmo”, dov’è nato e cresciuto, plasma con audacia una materia con la quale l’uomo da sempre si confronta, rendendola leggera e delicata, al limite dell’impalpabile, trasformandola “nelle più svariate figure - sono parole dello scultore - in epidermidi di fanciulle appena sbocciate, in trasparenze di petali di fiori attraversati dai raggi del sole e cambiati in molti colori, in meteore bianchissime anche, in lame sensuali e folli di velocità, di ieri, di oggi, di sempre”.

È il pensiero che sta dietro ad un lavoro estremamente sofisticato, che la mostra esalta con originalità, contrapponendo, in una sorta di sfida, il candore assoluto di quelle forme aeree alla vivezza di una straordinaria galleria di nature morte – anch’esse prestiti eccezionali, esposte al primo piano - dove ad imporsi è invece il colore.

In realtà, l’ossimoro estetico generato dall’affiancamento ai lavori di Guadagnucci delle raffigurazioni silenti di Donghi, De Chirico, De Pisis, Ghiglia, Lloyd, Longoni e di altri protagonisti del Novecento che nella natura morta hanno trasferito parte dell’interiorità e percezione visiva non è più di tanto provocatorio, vista la comune ricerca di plasticità, eleganza e purezza assoluta.


Orario

Settembre:                            

da lunedì a venerdì dalle 16.00 alle 19.30

sabato e domenica

dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.30

           

ottobre - novembre:  

mercoledì, venerdì, sabato e domenica

dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 16.00-19.30

 

Biglietto:                               

intero € 8,00

ridotto € 6,00

 

Info: Ufficio Informazioni Turistiche

tel. 0584 280292 - forteinfo@comunefdm.it

www.visitforte.com


L' ARTISTA MARZIALE

Fra i principali interpreti della scena artistica contemporanea, TIZIANO BONANNI è un pittore, scultore, designer ed insegnante. Svolge la sua attività in libera professione dagli anni Novanta e, nel suo percorso, ha attraversato diverse fasi creative sperimentando tecniche espressive sempre nuove. La sua produzione artistica ha guardato, sin dagli esordi, a tematiche sociali ed esistenziali con una svolta stilistica a partire dagli anni Duemila: convinto che la pittura non bastasse più ad esprimere il cambiamento che coinvolgeva l’uomo e la società in cui viviamo, ha iniziato a sperimentare materiali diversi stratificati fra loro, dando vita ad una serie di opere denominate GenS (acronimo di Generative Stratification Style); figure frammiste a residui di scarto, forme che sembrano una proliferazione di immagini innescate dall’emozione, dalla memoria, sulla base dell’analogia, più che della logica, che divengono “transizioni” di un pensiero che prende forma nella materia.

Questo percorso artistico molto articolato, viene raccontato da Bonanni in un libro, “L'ARTISTA MARZIALE” pubblicato da Europa Edizioni. Nel volume si ritrova tutto il pensiero dell’artista, anche nel suo aspetto più “marziale” in quanto Bonanni è judoka da sempre, con tutto quel bagaglio di rigore sportivo e filosofia che ne derivano. Le pagine del libro sono appunti di vita e osservazioni attente, una sorta di diario ordinato in cui le opere realizzate nel corso degli anni trovano spesso giustificazione nell’avvicendarsi di fatti storici e personali che emergono attraverso racconti e riflessioni.

Tiziano Bonanni scrive del suo senso del Sacro, della sua ricerca di giustizia in un mondo fatto di diseguaglianze, delle crudeltà che ha incontrato nel suo cammino. Tutti elementi che riconosciamo

nelle sue opere. Come ha scritto di lui Vittorio Sgarbi: “non c’è modo di concepire l’altro da noi attraverso un osservatorio diverso dalla propria esperienza di vita perennemente in fieri. Non si può allora testimoniare che sé stessi, e non per banale narcisismo, semmai per necessità, per essere e rendere consapevoli della propria presenza nel mondo. In questo senso non c’è differenza sostanziale fra arte e vita: una è emanazione dell’altra e viceversa, si vive per esprimere, si esprime per vivere”. Uno stile di vita che vediamo confermato in ogni riflessione de “L’artista marziale”.

Chi conosce Bonanni artista si perderà volentieri tra le pagine del volume, seguendo suggestioni e riconoscendo opere ben precise in questo o quel pensiero; ma il libro vuole essere soprattutto un invito, a chi ancora non lo conosce, per andarlo a scoprire nel suo studio di Scandicci o nella propria accademia d’arte, fondata alla fine degli anni novanta nella sua città.

La sua opera rispecchia tutto lo straniamento del nostro mondo presente, lo documenta, ne diventa la memoria. Nei suoi assemblaggi tutto è affidato al disegno, all’effetto plastico, all’uso del colore, maestrie che ha ereditato dalla grande tradizione toscana, arricchendole con la sua passione per la letteratura, le tradizioni popolari, le arti marziali e lo sport. Le figure create da Bonanni, in cui si innestano materiali altri (animali, radici, ossa, metalli, corde), diventano figure nuove, in continua metamorfosi, e creano legami inattesi con altri mondi appartenenti all’intelligenza artificiale, a cosmologie ibride fra uomo e animali, fra natura e robot. Per chiudere con le parole che gli ha dedicato lo storico dell’arte Nicola Nuti, ne nasce “un mondo gremito, insieme plastico e grafico, che insinua storie nelle storie, allegorie di corpi e segni di una sovrapposizione tra visto e trasognato, avendo l’artista da un pezzo demolito le separazioni tra reale e surreale”.

lunedì 1 marzo 2021

TI RICORDI LA LEGGENDARIA ESPOSIZIONE DI HENRY MOORE AL FORTE DI BELVEDERE DEL 1972?

Il MUSEO NOVECENTO FIRENZE lancia un appello per raccogliere immagini e ricordi di quell’evento mentre sono in corso le due mostre dedicate al grande scultore inglese.



Il 20 maggio del 1972, inaugurava la grande mostra Henry Moore a Firenze. Furono in tantissimi ad affollare gli spalti del Forte di Belvedere e le sale della Palazzina durante i mesi estivi, sfidando il sole a picco. Oltre 345 mila persone. Un numero davvero esorbitante. C’era la principessa Margaret d’Inghilterra, accompagnata dal marito, il Conte di Snowdon, c’erano Giovanni Leone, sesto Presidente della Repubblica Italiana, Edward Heath, allora Primo Ministro inglese, ed ovviamente l’artista, Henry Moore, che aveva seguito di persona l’allestimento delle sue sculture monumentali sulle terrazze affacciate su Firenze. Voi c’eravate? Avete un ricordo da condividere? Una foto, una cartolina, un catalogo magari autografato dall’artista? Se sì, mandateci l’immagine (scansionata) all’indirizzo mail segreteria.museonovecento@muse.comune.fi.it, specificando il vostro nome, cognome e profilo social (Facebook e/o Instagram). Tutti i vostri ricordi saranno condivisi sui profili Facebook e Instagram del museo per tutta la durata delle mostre dedicate a Moore (in corso sino al 18 luglio 2021). Le immagini raccolte sino a quella data, saranno poi pubblicate in un libro, che verrà presentato al pubblico nel 2022, vero anniversario della mostra di Forte Belvedere.

Al Museo Novecento Firenze, che ospita da gennaio due esposizioni dedicate a Moore, sono arrivati tantissimi visitatori mossi dal ricordo di quella visita indimenticabile, cinquant’anni fa.

Mettete mano ai vostri album fotografici e alle vostre librerie in cerca di ricordi. Facciamo rivivere quell’emozione che segnò un evento iniziatico per la città di Firenze, il primo passo verso la contemporaneità. E in attesa delle vostre immagini, vi aspettiamo al museo, appena sarà possibile riaprirlo, per la mostra “Henry Moore. Il disegno dello scultore”, a cura di Sergio Risaliti e Sebastiano Barassi, organizzata in collaborazione con la Henry Moore Foundation, e per quella “Henry Moore in Toscana”, a cura del solo Risaliti, quest’ultima aperta sino al 30 maggio 2021, dedicata proprio all’intenso legame dell’artista con la regione. Un legame nato a partire dagli anni ’20 quando, giovane studente, lo scultore soggiornò nelle principali città toscane e poi consacrato nel 1972 proprio con la grande mostra del Forte.

Ufficio stampa: Davis & Co.
tel.+39 055 2347273 – fax +39 055 2347361
e.mail: info@davisandco.it - www.davisandco.it

giovedì 25 febbraio 2021

GRAND TOUR - la ceramica classica al Giardino Corsini

 
“ARTIGIANATO E PALAZZO” PRESENTA “GRAND TOUR”
un viaggio emozionante alla scoperta della ceramica classica
a cura dell’associazione italiana città della ceramica-AiCC


firenze giardino corsini  24 aprile - 2 maggio 2021
INGRESSO LIBERO


“ARTIGIANATO E PALAZZO” porta a Firenze la mostra itinerante “GRAND TOUR”, un viaggio tra storia, passione e bellezza attraverso le collezione di rappresentanza dell’Associazione Italiana Città della Ceramica – AiCC: un omaggio alla migliore produzione ceramica di foggia classica, secondo forme e decori che vanno dall'antichità all'età moderna.

Allestita nella grande Limonaia restaurata del Giardino Corsini, si potrà visitare dal 24 aprile al 2 maggio (ingresso gratuito) in occasione di MIDA – Mostra Internazionale dell'Artigianato alla Fortezza da Basso - per permettere ad appassionati e curiosi di approfondire la conoscenza del grande universo della ceramica italiana.


L’esposizione, a cura di Jean Blanchaert, Viola Emaldi e Anty Pansera, è composta da oltre 170 opere uniche realizzate a mano, secondo i principi stilistici e formali legati all’artigianato artistico di 15 regioni per 46 comuni italiani di antica tradizione ceramica.

Le opere esposte sono riedizioni di pezzi storici o produzioni ispirate al gusto tradizionale, da oggetti di uso comune ad altri puramente decorativi: dall’Arcaico al tardo Medioevo, dal Rinascimento al Settecento, dal Neoclassico al Liberty, fino all’influsso del Design.


“GRAND TOUR” è una mostra intelligente ed itinerante, che è stata presentata in alcune città italiane ma soprattutto all’estero, d
a Bruxelles a Aubagne, da Argentona a Boleslawiec, da Lugano a Cracovia, Rijeka etc. etc.

 

le Città che fanno parte di AiCC e che aderiscono al progetto Grand Tour
Albisola Superiore, Albissola Marina, Appignano, Ariano Irpino, Ascoli Piceno, Assemini, Bassano del Grappa, Borgo San Lorenzo, Burgio, Calitri, Caltagirone, Castellamonte, Castelli, Cava de’ Tirreni, Celle Ligure, Cerreto Sannita, Città di Castello, Civita Castellana, Cutrofiano, Deruta, Este, Faenza, Grottaglie, Gualdo Tadino, Gubbio, Impruneta, Laterza, Laveno Mombello, Lodi, Monreale, Montelupo Fiorentino, Napoli-Capodimonte, Nove, Oristano, Orvieto, Pesaro, San Lorenzello, Santo Stefano di Camastra, Savona, Sciacca, Sesto Fiorentino, Squillace, Urbania, Vietri sul Mare, Viterbo.



                            



“GRAND TOUR”
24 aprile - 2 maggio 2021
Ingresso libero
Orario:  sabato e domenica 10,00/19,00  da lunedì a venerdì 15,00/19,00

Giardino Corsini Via della Scala, 115 Firenze

 

www.buongiornoceramica.it   #grandtourfirenze  

www.artgianatoepalazzo.it     #artigianatoepalazzo

 

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Sono aperte le iscrizioni per partecipare alla XXVII edizione di ARTIGIANATO E PALAZZO botteghe artigiane e loro committenze che si terrà da giovedì 16 a domenica 19 settembre 2021 al Giardino Corsini.