sabato 15 aprile 2017

UN NUOVO MUSEO A SAN GIMIGNANO dall’ex chiesa di San Lorenzo in ponte

San Gimignano, San Lorenzo in Ponte, Veduta dell’interno
L’amministrazione comunale del suggestivo centro storico di San Gimignano, il paese dalle alte torri testimone di un’urbanistica medievale e di un modo di abitare e di vivere ormai lontano dalle esigenze di vita dei nostri giorni ma proprio per questo pieno di fascino, ha voluto aggiungere alla già ricca offerta di testimonianze del passato un altro prezioso gioiello: l’apertura al pubblico della ex chiesa di San Lorenzo in Ponte. Questo gioiello è il primo esempio di federalismo demaniale culturale: è stato infatti il primo bene demaniale, a livello nazionale, ceduto gratuitamente ad un ente pubblico a condizione che venisse restaurato e adeguato alla fruizione comune, cosa puntualmente avvenuta il 25 marzo 2017 quando è entrato a far parte del complesso dei musei civici del Comune.
La Madonna col Bambino in gloria 
Si tratta di una costruzione di epoca romanica ad unica navata coperta da un tetto a capriate di legno. Sulla parete sinistra esterna, al limite di una strada molto transitata, fin dal XIV secolo c’era un affresco raffigurante la Madonna col Bambino. Secondo alcuni studiosi il volto della Vergine è riconducibile all'attività giovanile di Simone Martini. “Fu proprio a causa della devozione popolare verso questa sacra immagine che, all’inizio del Quattrocento, si decise la costruzione di un portico lungo il fianco della chiesa, venendo così a formare, in adiacenza ad essa, una cappella, dotata di un altare dedicato alla Vergine.

Intorno al 1413 chiesa ed oratorio furono interessati da una estesa decorazione a fresco eseguita da Cenni di Francesco di Ser Cenni, come documenta un’iscrizione ancora parzialmente visibile sopra l’affresco raffigurante il Trionfo della morte. Dopo pochi decenni la chiesa perse il titolo parrocchiale e nel 1471 risultava essere una semplice cappella. Nel 1561 il portico fu chiuso e coperto con volte a crociera acquisendo verosimilmente la funzione religiosa della adiacente chiesa”.
Cristo e la Vergine 

Nel 1677 la chiesa, dopo aver conosciuto un lungo periodo di abbandono, fu definitivamente soppressa e alienata a privati, con l’eccezione del portico che restò alla devozione del popolo.

L’organico intervento di restauro e adeguamento strutturale ha interessato tutto il complesso compresa l’antico edificio della chiesa che nel tempo è stata utilizzata come tinaia e frantoio, magazzino di calce, laterizi, cereali e legnami. Oggi, nonostante i pesanti danneggiamenti dovuti all'uso improprio, possiamo ancora apprezzare i colori originari perfettamente conservati e ciò che rimane della complessa composizione denominata a ragione “le vie dell’anima” perché insieme alle immagini di Apostoli, Santi, miracoli mostra complesse composizioni in un racconto inedito. Un racconto per immagini che copriva interamente le pareti e che si snoda “dal peccato alla redenzione” e raffigura le pene dell’Inferno, la purificazione del Purgatorio e la beatitudine del Paradiso. La parte in basso è logicamente la più danneggiata ma la parte in alto mostra un racconto perfettamente leggibile, ricco di colori squillanti. L’estensione della superficie affrescata e il breve tempo impiegato per completare l’opera, circa un anno, testimoniano l’impegno di una numerosa “bottega” di collaboratori che sapevano interpretare con omogeneità e maestria le indicazioni ricevute dal titolare dell’opera, Cenni di Francesco di Ser Cenni. Questo a dimostrare una volta di più la grande organizzazione delle botteghe d’arte toscane che grazie alla professionalità delle maestranze riuscivano a soddisfare in breve tempo qualsiasi richiesta.

Trionfo della Morte (Giovani nel verziere)

Nella scelta dei soggetti e nell'iconografia, Cenni si dimostra in linea con quanto di più innovativo si produceva in Toscana ai primi del Quattrocento ma ancor più, negli affreschi di San Lorenzo in Ponte, egli si conferma artista vivace dotato di una eccellente vena narrativa e di una profonda conoscenza del linguaggio gotico d’oltralpe: è infatti tra i primi rappresentanti del gotico internazionale in Toscana.
Graziella Guidotti

Storie di San Benedetto

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