lunedì 3 aprile 2017

IL COSMO MAGICO DI LEONARDO L’adorazione dei Magi restaurata

Leonardo da Vinci Adorazione dei Magi 1481-1482 circa
È stata inaugurata il 28 marzo agli Uffizi la mostra che espone la famosa tavola di Leonardo da Vinci la quale, dal novembre 2011 è stata sottoposta a numerose e attente analisi prima che nell'ottobre del 2012 ne fosse stabilito il restauro.
La pala venne ordinata a Leonardo nel 1481 per l’altare maggiore della chiesa di San Donato in Scopeto convento agostiniano che si trovava nei pressi di Porta Romana e distrutto nell'imminenza dell’assedio del 1529 perché non servisse come ricovero per le truppe imperiali di Carlo V.
Leonardo dopo la prima stesura partì nel 1482 per Milano e i monaci pensando ad un possibile completamento da parte del pittore aspettarono fino al 1490 quando si decisero a commissionare a Filippino Lippi “un’altra pala d’altare simile per dimensioni, per soggetto e anche per elementi iconografici specifici”.


Filippino Lippi Adorazione dei Magi 1496,
Quest’ultima è esposta insieme a quella di Leonardo agli Uffizi in occasione della mostra.
La rappresentazione dell’Adorazione dei magi  era un soggetto iconografico molto frequente nella Firenze del Quattrocento grazie all'importanza politica della Confraternita laicale dei Magi nella quale erano presenti molti membri della famiglia Medici.
La Confraternita si riuniva negli ambienti del convento di  san Marco sede della famosa biblioteca dove nel Quattrocento la vita culturale fiorentina era animata da intellettuali, umanisti e artisti del calibro di Marsilio Ficino, Pico della Mirandola, Beato Angelico, Filippo Lippi, Cristoforo Landino e molti altri. Tutti esponenti del circolo platonico-ficiniano e della cerchia colta fiorita attorno alla famiglia de’ Medici.

 Prima del restauro - Dopo il restauro
Il restauro ha richiesto molto tempo e molte discussioni e controversie, si era diffusa infatti l’opinione che “l’adorazione fosse un’opera volutamente enigmatica , misterica e che esprimesse questo contenuto astratto attraverso la sua nebulosa composizione, dove si affollano figure quasi indistinguibili, intente in azioni e gesti non decifrabili. In realtà la complessità dell’Adorazione sta in gran parte proprio nel suo essere un dipinto incompiuto, e incompiuto in modo difficilmente comprensibile”.

 Il restauro compiuto dall’Opificio delle Pietre Dure, uno degli istituti più famosi e rinomati in questo settore, non solo a livello nazionale, ma anche internazionale, “ha legato insieme i risultati delle indagini diagnostiche, la riflessione sui significati storico-artistici del capolavoro e le indicazioni sulla sua storia conservativa, per mettere a punto le linee guida del restauro. La pulitura è stata condotta in modo ineccepibile e intelligente da Roberto Bellucci e Patrizia Riitano; il risanamento del supporto ligneo è stato compiuto da Ciro Castelli e Andrea Santacesaria, con la collaborazione di Alberto Dimuccio”.
 Prima del restauro - Dopo il restauro
Il risanamento ha portato, grazie alla ripulitura, una più chiara lettura dell’opera rendendo evidente come Leonardo utilizzava la tavola in modo insolito “come una specie di taccuino sul quale studiare la posizione di alcune figure con numerosi successivi cambiamenti”.
Un altro importante aspetto è stato quello di restaurare il supporto ligneo che versava in condizioni critiche. Come dice Maria Vittoria Colonna Rimbotti, presidente degli Amici degli Uffizi, “la pala riunisce bellezza assoluta e fragilità materica il cui deterioramento andava fermato e scongiurato”.

Il restauro è stato possibile grazie al prezioso sostegno degli Amici degli Uffizi che hanno attivamente contribuito a risolvere ogni difficoltà.
Patrizia Casini

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