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Leonardo da Vinci
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È
stata inaugurata il 28 marzo agli Uffizi la mostra che espone la famosa tavola
di Leonardo da Vinci la quale, dal novembre 2011 è stata sottoposta a numerose
e attente analisi prima che nell'ottobre del 2012 ne fosse stabilito il
restauro.
La
pala venne ordinata a Leonardo nel 1481 per l’altare maggiore della chiesa di
San Donato in Scopeto convento agostiniano che si trovava nei pressi di Porta
Romana e distrutto nell'imminenza dell’assedio del 1529 perché non servisse
come ricovero per le truppe imperiali di Carlo V.
Leonardo
dopo la prima stesura partì nel 1482 per Milano e i monaci pensando ad un
possibile completamento da parte del pittore aspettarono fino al 1490 quando si
decisero a commissionare a Filippino Lippi “un’altra pala d’altare simile per
dimensioni, per soggetto e anche per elementi iconografici specifici”.
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Filippino Lippi Adorazione dei Magi 1496, |
Quest’ultima
è esposta insieme a quella di Leonardo agli Uffizi in occasione della mostra.
La
rappresentazione dell’Adorazione dei magi
era un soggetto iconografico molto frequente nella Firenze del
Quattrocento grazie all'importanza politica della Confraternita laicale dei
Magi nella quale erano presenti molti membri della famiglia Medici.
La Confraternita
si riuniva negli ambienti del convento di
san Marco sede della famosa biblioteca dove nel Quattrocento la vita
culturale fiorentina era animata da intellettuali, umanisti e artisti del
calibro di Marsilio Ficino, Pico della Mirandola, Beato Angelico, Filippo
Lippi, Cristoforo Landino e molti altri. Tutti esponenti del circolo
platonico-ficiniano e della cerchia colta fiorita attorno alla famiglia de’
Medici.
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Prima del restauro - Dopo il
restauro
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Il
restauro ha richiesto molto tempo e molte discussioni e controversie, si era diffusa
infatti l’opinione che “l’adorazione fosse un’opera volutamente enigmatica ,
misterica e che esprimesse questo contenuto astratto attraverso la sua nebulosa
composizione, dove si affollano figure quasi indistinguibili, intente in azioni
e gesti non decifrabili. In realtà la complessità dell’Adorazione sta in gran
parte proprio nel suo essere un dipinto incompiuto, e incompiuto in modo
difficilmente comprensibile”.
Il restauro compiuto dall’Opificio delle Pietre Dure, uno degli istituti più famosi e rinomati in questo settore, non solo a livello nazionale, ma anche internazionale, “ha legato insieme i risultati delle indagini diagnostiche, la riflessione sui significati storico-artistici del capolavoro e le indicazioni sulla sua storia conservativa, per mettere a punto le linee guida del restauro. La pulitura è stata condotta in modo ineccepibile e intelligente da Roberto Bellucci e Patrizia Riitano; il risanamento del supporto ligneo è stato compiuto da Ciro Castelli e Andrea Santacesaria, con la collaborazione di Alberto Dimuccio”.
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Prima del restauro - Dopo il restauro |
Il
risanamento ha portato, grazie alla ripulitura, una più chiara lettura dell’opera
rendendo evidente come Leonardo utilizzava la tavola in modo insolito “come una
specie di taccuino sul quale studiare la posizione di alcune figure con numerosi
successivi cambiamenti”.
Un
altro importante aspetto è stato quello di restaurare il supporto ligneo che
versava in condizioni critiche. Come dice Maria Vittoria Colonna Rimbotti, presidente
degli Amici degli Uffizi, “la pala riunisce bellezza assoluta e fragilità
materica il cui deterioramento andava fermato e scongiurato”.
Il restauro
è stato possibile grazie al prezioso sostegno degli Amici degli Uffizi che
hanno attivamente contribuito a risolvere ogni difficoltà.
Patrizia Casini
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