venerdì 2 marzo 2018

SPAGNA E ITALIA IN DIALOGO NELL'EUROPA DEL CINQUECENTO

San Giovanni dolente P.Leoni, o cerchia
15890 ca. 
Nelle nuove sale dell’Aula Magliabechiana agli Uffizi da martedì 27 febbraio fino al 27 maggio 2018 sono esposte le carte più belle e significative del corposo fondo di disegni custodito nel Gabinetto dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie degli Uffizi.

Quello che viene raccontato attraverso questi disegni sono gli stretti rapporti che intercorsero tra Italia e Spagna nel XVI secolo quando gli scambi politici, intellettuali e artistici erano fittissimi e inoltre favoriti dalle rotte commerciali che ormai collegavano stabilmente le diverse sponde del Mediterraneo.
A partire dal Quattrocento la Spagna aveva iniziato il processo di unificazione che la porterà a diventare prima una monarchia e poi un grande impero.

Cammeo con i ritratti di Filippo II di Spagna
1559-1562 ca.
La mostra si articola in una premessa e otto sezioni. Per collocare le singole creazioni grafiche nel loro contesto di provenienza, il percorso include anche sculture, dipinti, esempi di oreficeria e arti applicate, con L’intento è quello di suggerire utili confronti con uno sguardo multidisciplinare, assunto come principio ordinatore.

Nella premessa si mette a fuoco la situazione artistica della Spagna fra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento, prima della dinastia asburgica.

Madonna col Bambino e san Giovannino 
(Tondo Loeser) Alonso Berruguete 1513-1514
La prima sezione presenta la produzione di quei pittori o scultori educatisi in Italia fra gli anni Dieci e Trenta del Cinquecento,da Berruguete a BartoloméOrdóñez, fino a GasparBecerra;

la seconda offre il confronto fra la figura umana e la rappresentazione del nudo di questi artisti e l’arte e la trattatistica italiana.
Cristo eucaristico Giorgio Vasari 1550 - 1560 ca.
La terza sezione pone l’attenzione sull’importanza della pittura tosco-romana per la produzione spagnola attorno agli anni Quaranta-Cinquanta, grazie a opere di Luis de Vargas e Luis de Morales accostate a fogli attribuiti a Sebastiano del Piombo e Giorgio Vasari.
La quarta si concentra invece sugli spostamenti degli artisti, tra cui spicca il caso emblematico di un pittore come El Greco, in direzione opposta, dall’Italia alla Spagna, e sul passaggio dinastico fra Carlo V e Filippo II, capace di portare un radicale ripensamento nelle dinamiche di committenza della Corona.
Nella quinta e sesta sezione, un percorso nei disegni italiani legati alla decorazione della chiesa e monastero di San Lorenzo dell’Escorial e una riflessione sull’uso delle arti grafiche da parte di Filippo II per controllare e promuovere questo importantissimo cantiere.

La guarigione del nato cieco El Greco 1570-1576 ca.
La settima sezione illustra le conseguenze della presenza di tali artisti e introduce alla grafica di alcuni autori spagnoli dell’ultimo trentennio del Cinquecento.


Il percorso espositivo si conclude con una sezione dedicata ai membri di due famiglie, i fratelli Carducci/Carducho e i Cascese/Cajés, e alla loro eredità artistica e teorica.

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