giovedì 7 settembre 2017

BOZZETTI DI LUCA GIORDANO E TADDEO MAZZI Nuova acquisizione agli Uffizi

Sant’Andrea Corsini presentato dalla Vergine
 è accolto nella gloria celeste dalla Santissima Trinità
 (Gloria di Sant’Andrea Corsini) 1682
Il bozzetto di un artista, fase preliminare di una grande o piccola opera, è l’attimo in cui l’idea prende corpo, il momento in cui si realizza il pensiero vero dell’artista.
I bozzetti di due grandi pittori che hanno operato a Firenze, Luca Giordano e Taddeo Mazzi, sono il fulcro di questa piccola ma interessante mostra presente agli Uffizi di Firenze frutto dell’ultima acquisizione fatta dalla Galleria.

Due bozzetti che gli autori hanno creato per opere di dimensioni  molto più ampie.  Queste “macchie”, come sono definite in un documento  che riepiloga i patti tra committente e artista, sono già a quel tempo oggetto di interesse per i collezionisti tanto che nel 1705 sono presenti all’esposizione per la festa di San Luca tenutasi alla SS Annunziata di Firenze.
Il primo bozzetto, di Luca Giordano, è legato agli affreschi della cappella Corsini nella basilica fiorentina di Santa Maria del Carmine (1682); il secondo, di Taddeo Mazzi, a una pala realizzata per la cappella dell’Antella presso il santuario di Monte Senario (1725-1726).
Manetto dell’Antella cede la carica di generale
dei Servi di Maria a Filippo Benizzi 1725 ca.

I nuovi acquisti vogliono sottolineare lo stretto rapporto che lega il museo fiorentino al territorio: le due piccole tele infatti richiamano grandi cicli decorativi che fanno parte del tessuto storico e artistico della città e dei suoi dintorni. Rappresentano, inoltre, un invito a visitare luoghi di grande fascino ma meno noti al grande pubblico.

Per l’occasione i dipinti vengono accompagnati dagli autoritratti di Luca Giordano e di Taddeo Mazzi presenti agli Uffizi già da epoca granducale.

Gli Uffizi, Sala del Camino
5 settembre - 15 ottobre 2017 







Autoritratto  1665-1670 ca.
Luca Giordano “Quando il pittore napoletano Luca Giordano ( 1632 – 1705) arrivò a Firenze nel 1682 per il suo secondo soggiorno in città era già un pittore celebre e ricercato. I cugini Bartolomeo e Neri Corsini, membri di una delle più eminenti famiglie fiorentine, gli avevano commissionato un’imponente opera ad affresco per decorare la grande cupola della cappella di famiglia nella basilica di Santa Maria del Carmine. Le pitture dovevano celebrare l’antenato Andrea Corsini, carmelitano e vescovo di Fiesole, che nel 1629 era stato canonizzato. Il soggetto scelto con Sant’Andrea Corsini viene accolto nella gloria celeste dalla santissima Trinità fu sviluppato da Luca Giordano con piena sensibilità barocca dilatando pittoricamente lo spazio della cupola e popolandolo di una folla di personaggi raffigurati in una straordinaria varietà di pose e volti.

Le fonti antiche ricordano che tre accurati bozzetti furono realizzati nei primi mesi del 1682 da Giordano come elaborazioni o ‘pensieri’ relativi agli affreschi della cupola. Uno di essi, proprio quello raffigurante la scena principale con il Santo Corsini che ascende al cielo, da molti decenni era considerato disperso. Ricomparso sul mercato antiquario in occasione della Biennale dell’Antiquariato del 2015, il bozzetto di Luca è stato nel 2016 acquistato delle Gallerie degli Uffizi per conservare al patrimonio pubblico questa preziosa testimonianza legata alla maggior impresa barocca degli ultimi decenni del Seicento a Firenze”.


Autoritratto tra il 1726 e il 1738
Taddeo Mazzi “Nativo di Palagnedra (Svizzera) Taddeo Mazzi venne accolto nel 1694, appena diciottenne, nella compagnia di San Carlo Borromeo di via dei Calzaioli, naturale riferimento per la cospicua comunità lombarda che a Firenze vedeva presenti altri artisti ticinesi, specialmente stuccatori. Con loro il pittore lavorò all’impresa decorativa della cappella dedicata a Manetto dell’Antella, presso il santuario servita di Monte Senario, dove realizzò gli affreschi della cupola e la pala d’altare il cui bozzetto è esposto in mostra. Per il piglio esecutivo della pittura raggrumata e veloce la teletta lo rivela efficace rappresentante della cultura figurativa fiorentina del primo Settecento, attento inoltre alla tradizione del secolo precedente come suggerisce la composizione arcaizzante, confrontabile con i dipinti di un’altra cappella legata sempre ai dell’Antella, alla Santissima Annunziata, chiesa appartenente al medesimo ordine dei Servi di Maria. Databile al 1726 l’opera si pone a chiusura di un’attività del Mazzi dedita in esclusiva a soggetti di argomento religioso, che lo documenta in contatto anche con l’ambiente del granduca Cosimo III e della figlia Anna Maria Luisa, Elettrice Palatina. Di quest’ultima, presso la villa della Quiete, si conserva un ritratto di mano dell’artista che la raffigura in veste di Sant’Anna: un omaggio al nome proprio della principessa e alle doti di devozione dell’ultima Medici, che volle legare a Firenze il patrimonio artistico della famiglia tutt’ora proprietà dei nostri musei”.

Patrizia Casini

Nessun commento:

Posta un commento