giovedì 14 settembre 2017

GIOVANNI BOLDINI A PISTOIA CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA 2017

Marina 1870
In occasione di Pistoia Capitale italiana della cultura si è inaugurata presso il Museo dell’Antico Palazzo dei Vescovi la mostra GIOVANNI BOLDINI La stagione della Falconiera.
Il titolo della mostra trae ispirazione da un ciclo di pitture murali a tempera che un giovane Giovanni Boldini eseguì nel suo periodo toscano presso la villa La Falconiera acquistata dalla mecenate inglese Isabella Robinson Falconer nel 1860.

Zuffa di piccoli contadini (Ragazzi che giocano)1868
Questa signora inglese dai trascorsi romanzeschi, collezionista e pittrice dilettante, allieva di Telemaco Signorini fu stregata da Boldini ventitreenne. Tre fatti importanti nella vita di Boldini vanno attribuiti alla Falconer il primo viaggio a Parigi nel 1867, un inverno trascorso in Costa Azzurra in compagnia della signora e la commissione delle tempere per la sala da pranzo di Villa Falconer.
Con la morte della signora e la chiusura della villa ereditata dalle figlie il ricordo di queste tempere cominciò a sbiadire

Anche nei testi storiografici del movimento macchiaiolo, al quale Boldini era legato, non si trova cenno di queste pitture, solamente in una tarda lettera di Signorini se ne trova menzione.
Ritratto di Diego Martelli 1865
Sarà Boldini, a tarda età, a raccontare alla moglie Emilia Cardona, durante le conversazioni per la stesura di una prima biografia, di aver realizzato un ciclo di pitture a parete in una città toscana di cui non ricordava ma il cui nome iniziava con la “P”.
Alla morte del pittore nel 1931 Emilia Cardona peregrinando per la Toscana, riuscì finalmente a trovare villa Falconer scoprendo in una stanza adibita a rimessaggio di attrezzi agricoli il lavoro del marito.
La acquistò e vi trasferì da Parigi tutte le cose appartenute al marito dalle suppellettili ai dipinti, stabilendovi la propria dimora.
Alla morte di Emiliana le pitture sono state donate alla città di Pistoia e dopo il distacco dai muri e il conseguente restauro sono state collocate nel Palazzo dei Vescovi.

Scorcio della sala da pranzo 1868
Ed è qui che la mostra si apre, con l’esatta ricostruzione della sala da pranzo della Falconiera, nella quale sono rappresentati temi di vita agreste.
A destra della porta finestra, le scene legate ai gesti di lavori antichi immersi nel volgersi immutabile delle stagioni, a sinistra una natura vasta, maestosa che si dispiega in paesaggi marini. Sembra che dietro all’iconografia di queste pitture ci sia il pensiero di Cristiano Banti esponente di spicco del movimento dei Macchiaioli.
Infatti Boldini, nonostante la lunga stagione in Toscana, “non farà mai propri gli ideali coltivati dalla cerchia degli amici toscani, in particolare di Banti. Il culto per una pittura che nella sua semplicità fosse sinonimo anche di profondi valori morali, non gli sarebbe mai appartenuto”. Con la sua partenza per Parigi abbandonerà questo modo di dipingere diventando il grande ritrattista della Belle Epoque.
Del periodo macchiaiolo del Boldini sono in esposizione sedici capolavori realizzati  durante gli anni toscani (1864-1871) provenienti da collezioni private e da pubblici musei. Tra questi la Marina 1870 custodita a Milano, che è considerato un vero e proprio modello preparatorio per una scena del ciclo della Falconiera. I ritratti di Telemaco Signorini (1870) e di Cristiano Banti (1866), Zuffa di piccoli contadini (1868).
Giovane paggio che gioca con un levriero 1869
Giovane paggio che gioca con un levriero (1869) nel quale si nota già un cambiamento tematico proiettando in avanti Boldini che volge uno sguardo al mercato parigino, dando nuova linfa vitale al futuro commercio della sua produzione pittorica.
Patrizia Casini

Pistoia - Musei dell'Antico Palazzo dei vescovi
9 settembre - 6 gennaio 2018

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