domenica 11 dicembre 2016

UNA MOSTRA DA SCOPRIRE E AMMIRARE


Nella bella e ben organizzata biblioteca del comune di Lastra a Signa (Firenze) si è inaugurata sabato 3 dicembre 2016, e resterà aperta fino al 14 gennaio 2017, una mostra che si armonizza perfettamente con l’atmosfera delle accoglienti sale ricolme di libri di mille dimensioni e colori.
Il titolo della mostra, inconsueto e anche un po’ misterioso, recita: Quando la foglia si posa sul foglio-silenzio e lettura nei dipinti e nelle ceramiche di Carlo Bertocci.
L’autore in un primo momento era perplesso se accettare l’invito di fare la mostra all’interno di questo spazio perché pensava che l’ambiente non fosse adatto per dare respiro e risalto alle sue opere sempre esposte, in Italia come in Inghilterra, America, Finlandia, Turchia, Israele, Egitto, in gallerie d’arte, cioè in luoghi allo scopo deputati, con pareti bianche e uno spazio sufficiente per una disposizione studiata e una illuminazione adeguata.
Poi, riflettendo bene, ha concluso che le sue opere di pittura e di ceramica potevano risultare ben collocate nella biblioteca perché da tempo approfondiscono il tema del silenzio, della lettura, della riflessione e del raccoglimento, aspetti che caratterizzano e descrivono ogni biblioteca. Non solo a queste considerazioni si è unito il ricordo di una sua poesia del 2005 che sembra scritta proprio per l’occasione con il titolo “Quando la foglia  si posa sul foglio” che ha dato il titolo alla mostra.
Tema ricorrente dei quadri dell’artista è l'immagine di tre quarti di giovani ragazzi, forse ricordo del periodo trascorso come insegnante di materie artistiche nella scuola media. Uno dei primi compiti assegnati all'inizio dell’anno scolastico consisteva nell'analisi e nella rappresentazione di una foglia che appoggiata sul foglio forniva ad ogni allievo il contorno di base per l’interpretazione.
Per aiutare i giovani a liberarsi dal pregiudizio che una cosa è ben fatta se assomiglia al vero e per stimolarne la creatività Carlo Bertocci recitava loro una breve poesia di sua invenzione. Seguendo il concetto espresso nella poesia ogni disegno risulta apprezzabile perché figlio generato dal matrimonio fra la foglia, tema dell’esercitazione, e il foglio supporto per la rappresentazione.

Quando la foglia si posa sul foglio
nascono le figlie e i figli della foglia e del foglio,
perché la foglia che si posa sul foglio ne diventa la sposa
il foglio accolta la sposa ne diventa il marito,
allora il foglio e la foglia fanno al meglio i figli e le figlie;
a chi somiglia la figlia della foglia e del foglio?
somiglia meglio al foglio o alla foglia?
e a chi somiglia il figlio del foglio e della foglia?
somiglia meglio alla foglia o al foglio?

La richiesta di riconoscibilità della foglia che non corrisponde alla richiesta di veridicità fatta agli elaborati dei giovani allievi caratterizza anche le immagini dipinte da Carlo Bertocci che pur rappresentando ragazzi e
ragazze perfettamente riconoscibili li immerge in un’atmosfera che non li fa sembrare veri. L’atmosfera che pervade le opere rende infatti i personaggi rappresentati quasi arcani simboli astratti fissati in atteggiamenti e con espressioni fugaci piene di mistero. Per alcuni aspetti e con le differenze dovute a qualche secolo di distanza fanno venire in mente il fascino misterioso di immagini antiche che, pur essendo dipinte con tutti i particolari fisici non sono vere, sono simboli: nessuno pensa che possano avere, un tempo, camminato in strada.
L’opera di Carlo Bertocci propone un mondo tutto da scoprire anche per il misterioso significato dei gesti: il dito di profilo posto davanti alla bocca per imporre silenzio, il dito con il polpastrello appoggiato sul labbro per avere la possibilità di riflettere con maggiore concentrazione, lo studente che legge in compagnia delle foglie che si adagiano lievi sulle pagine del libro e tanti altri atteggiamenti espressivi che giovani ed adulti assumono spesso in modo inconsapevole.
Queste le parole dell’artista “Ho parlato della tematica del silenzio attraverso due modalità iconografiche: la richiesta del silenzio imposta  agli altri e quella rivolta a se stessi. Quest’ultima è particolarmente interessante perché antichissima: dall'iconografia egizia all'immagine di Arpocrate il Dio greco del silenzio.
Il dito che  serra la bocca e si poggia sulla fossetta sotto il naso è una figurazione che attraversa la Storia dell'arte occidentale.
Nei testi ebraici antichi scopriamo che l'origine della fossetta chiamata 'prelabo' si origina quando al momento della nascita un Angelo ci impone il silenzio sulle nostre conoscenze prenatali serrandoci la bocca”.
Insomma Carlo Bertocci con le sue opere dense di suggestioni ci propone un mondo non solo da scoprire ma anche da godere e ammirare per la bellezza delle forme e dei volumi, per la preziosa superficie pittorica con colori così terzi da far concorrenza agli smalti.
Graziella Guidotti 

















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