Questa
estate il PALP di Pontedera avrà in mostra tre dipinti straordinari due di
Francisco Goya e uno di Guido Reni.
Il
primo, Autoritratto giovanile del
1771 è realizzato quando Goya aveva venticinque anni. Si rappresenta con una
giubba da viaggio quasi ad attestare il suo Grand Tour in Italia, a Roma, per
studiare l’arte antica.
Qui
studiò anche il genere ritrattistico che aveva potuto apprendere nella
frequentazione del più grande ritrattista europeo del tempo, Pompeo Batoni.
“Trasmette un messaggio di alto
valore simbolico a quanti lo avevano bocciato per ben due volte nei Concorsi
dell’Accademia di Madrid, negandogli il soggiorno a Roma (che ne era il premio)”.
Il
ritratto, presso il City Art Museum di St. Louis, era rimasto in ombra rispetto
alla replica più tarda presente nel Museo Goya di Saragozza in quanto
pesantemente ripassato dai restauri e ridipinture. Una volta liberato dagli
interventi ottocenteschi è stata rimessa in luce tutta la sua qualità
pittorica.
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Francisco Goya, Autoritratto, c. 1782, |
Il
secondo Autoritratto è del 1782 e proviene da una collezione privata. Dopo una
ripulitura da vari strati di ridipintura che ne impedivano una qualsiasi
lettura critica, è stata scoperta in basso a sinistra la firma in rosso “Goya”
che ha permesso con certezza l’attribuzione al grande pittore come se non
bastasse l’altissima qualità del dipinto.
Si
rappresenta con il busto di profilo e il viso rivolto verso lo spettatore, con
l’aspetto di sfida, dell’uomo che vuole vincere: sguardo fisso, molto teso e
labbro inferiore che tende in avanti.
È lo
studio per il suo ritratto che inserisce in una grande pala La predicazione di San Bernardino da
Siena ad Alfonso V di Aragona.
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La predicazione di San
Bernardino
da Siena ad Alfonso V di Aragona.
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Goya,
a seguito di critiche del pittore spagnolo Bayeus, subisce una battuta
d’arresto per la sua stima e per le conseguenti commissioni. Lui non è ancora
un pittore di corte, non fa parte del circolo degli artisti del re. Quando il
re gli commissiona il nuovo lavoro della Pala, include il suo ritratto con
abiti di cavaliere in mezzo al corteo del re. “un preciso segnale di auto affermazione” non tanto per la nobiltà
personale quanto per l’arte che esercitava.
La terza
opera Susanna e i vecchioni di Guido
Reni fa parte dei dipinti “non finiti” lasciati in fase di preparazione.
In questi
lavori diventa importante il colore di fondo perché eseguito dal maestro in
base ad una “ricerca espressiva volta a perseguire una pittura sempre più smaterializzata
e idealizzata”.
Ripete
lo schema del dipinto con lo stesso soggetto della National Gallery però qui “la
pennellata esibisce ora una trama assai meno compatta, in un gioco di luci e
ombre dove anche il colore della preparazione acquista un ruolo da protagonista”.
Patrizia Casini
Periodo espositivo
15 giugno – 10 agosto
Ingresso gratuito
Orario mostra
Martedì – Domenica 17:00
– 23:00
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