
La mostra illustra
i costumi realizzati per il film di Sophia
Coppola MARIE ANTONIETTE (2006) dalla giovane sartoria romana nata dalla
volontà di Alessandra Cinti che conserva all’interno dei suoi atelier un corpus
di costumi risalente alla metà del secolo scorso.
I costumi del film progettati da Milena Canonero, per essi vincitrice del premio Oscar, sono frutto
di approfonditi studi sul gusto settecentesco partendo dalla pittura europea e
passando attraverso i gioielli, i ricami, le acconciature e le fogge. Quando è
stato possibile sono stati utilizzati ricami, merletti e tessuti originali e quando
non è stato possibile si è proceduto alla più simile ricostruzione tramite tutte
le tecniche compresa quella di dipingere il tessuto con il motivo decorativo documentato
sui ritratti dell’epoca.
Più di tre mesi di lavoro per consegnare 170 vestiti
di cui 100 per la protagonista.
Il percorso espositivo si apre con una sezione dedicata
a Maria Antonietta un’istallazione multimediale che racconta il contesto in cui
è vissuta e la sua grande passione per la moda.
Nella stessa
sala è presentato l’abito che la Canonero ha realizzato per lo shooting che la
rivista Vogue America ha dedicato al film.

La curatrice
della mostra, Daniela Degl’Innocenti, racconta che il primo habite è riferito alla prima scena del
film nella quale la principessa arriva dalla sobria corte di Vienna all’età di
quindici anni. Prima dell’arrivo alla corte di Francia viene allestito un
padiglione in un’isoletta sul Reno nel quale viene immediatamente svestita dai
panni viennesi e rivestita con quelli più à
la page francesi.
E così in un susseguirsi di abiti si dipana la vita
di Maria Antonietta, dall'incontro con Madame
Du Barry, ultima favorita del re in carica, Luigi XV, presenza non gradita da
Maria Antonietta. Questa istintiva antipatia poteva portare ad un incidente
diplomatico sventato grazie ai conigli, per corrispondenza, della madre della
futura regina che per non compromettere i rapporti tra Austria e Francia
convinse la figlia ad un’apertura verso la Du Barry.
Sul podio l’abito dell’incoronazione impreziosito da tessuti
originali, fiocchi e merletti accanto a quello del re Luigi XVI.
Insieme a questi preziosi abiti è presente anche un
abito di cotone molto pratico, la chémise, utilizzata per la prima volta da lei
e molto criticato a corte per la sua semplicità.

A conclusione del percorso espositivo alcune immagini
del film creano uno stretto legame con i costumi evocando le emozioni del
racconto cinematografico.
L’esposizione vuole raccontare quanto Maria Antonietta
sia stata un’icona dell’eleganza. La regista, Sophia Coppola, leggendo la biografia pubblicata nel 1932 da Stefan Zweig
(Maria Antonietta – una vita involontariamente eroica) ritaglia un nuovo e fresco profilo della regina, percepita come un’adolescente
dei nostri giorni che accoglie, in un contesto di assoluta rigidità di
convenzioni, l’aspetto piacevole della sua esistenza a Versailles.
Nel film la regista per rendere la figura della Regina più vicina alle
adolescenti tra le tante scarpette che appaiono nel film ci fa vedere
anche un paio di Converse All Stars di
colore viola, il mitico modello di Chuck Taylor.
Patrizia Casini
Patrizia Casini
Nessun commento:
Posta un commento