mercoledì 21 febbraio 2018

MARIA ANTONIETTA UN'ICONA D'ELEGANZA

Il Museo del Tessuto di Prato in collaborazione con la  la Sartoria The One di Roma  presenta MARIA ANTONIETTA. I COSTUMI DI UNA REGINA DA OSCAR dall'11 febbraio al 27 maggio 2018.
La mostra illustra i costumi realizzati per il film di Sophia Coppola MARIE ANTONIETTE (2006) dalla giovane sartoria romana nata dalla volontà di Alessandra Cinti che conserva all’interno dei suoi atelier un corpus di costumi risalente alla metà del secolo scorso.

I costumi del film progettati da Milena Canonero, per essi vincitrice del premio Oscar, sono frutto di approfonditi studi sul gusto settecentesco partendo dalla pittura europea e passando attraverso i gioielli, i ricami, le acconciature e le fogge. Quando è stato possibile sono stati utilizzati ricami, merletti e tessuti originali e quando non è stato possibile si è proceduto alla più simile ricostruzione tramite tutte le tecniche compresa quella di dipingere il tessuto con il motivo decorativo documentato sui ritratti dell’epoca.
Più di tre mesi di lavoro per consegnare 170 vestiti di cui 100 per la protagonista.

Il percorso espositivo si apre con una sezione dedicata a Maria Antonietta un’istallazione multimediale che racconta il contesto in cui è vissuta e la sua grande passione per la moda.
Nella stessa sala è presentato l’abito che la Canonero ha realizzato per lo shooting che la rivista Vogue America ha dedicato al film.
Dopo questa prima parte una grande sala ospita la selezione di oltre venti costumi tra maschili e femminili  di proprietà dell’archivio della sartoria The One che ripercorrono la vita di Maria Antonietta.

La curatrice della mostra, Daniela Degl’Innocenti, racconta che il primo habite è riferito alla prima scena del film nella quale la principessa arriva dalla sobria corte di Vienna all’età di quindici anni. Prima dell’arrivo alla corte di Francia viene allestito un padiglione in un’isoletta sul Reno nel quale viene immediatamente svestita dai panni viennesi e rivestita con quelli più à la page francesi.
E così in un susseguirsi di abiti si dipana la vita di Maria Antonietta, dall'incontro  con Madame Du Barry, ultima favorita del re in carica, Luigi XV, presenza non gradita da Maria Antonietta. Questa istintiva antipatia poteva portare ad un incidente diplomatico sventato grazie ai conigli, per corrispondenza, della madre della futura regina che per non compromettere i rapporti tra Austria e Francia convinse la figlia ad un’apertura verso la Du Barry.
Sul podio l’abito dell’incoronazione impreziosito da tessuti originali, fiocchi e merletti accanto a quello del re Luigi XVI.

Insieme a questi preziosi abiti è presente anche un abito di cotone molto pratico, la chémise, utilizzata per la prima volta da lei e molto criticato a corte per la sua semplicità.
La sfilata di abiti mostra tutta la preziosità del settecento e questa grandeur non più sostenuta dalla solida politica inaugurata da Luigi XIV ma solo da un vacuo sfoggio d’eleganza alimenta e inasprisce sempre più il popolo francese fino a concludersi con il tragico epilogo della rivoluzione che non viene mostrato nel film.
A conclusione del percorso espositivo alcune immagini del film creano uno stretto legame con i costumi evocando le emozioni del racconto cinematografico.

L’esposizione vuole raccontare quanto Maria Antonietta sia stata un’icona dell’eleganza. La regista, Sophia Coppola, leggendo la biografia pubblicata nel 1932 da Stefan Zweig (Maria Antonietta – una vita involontariamente eroica) ritaglia un nuovo e fresco profilo della regina, percepita come un’adolescente dei nostri giorni che accoglie, in un contesto di assoluta rigidità di convenzioni, l’aspetto piacevole della sua esistenza a Versailles.
Nel film la regista per rendere la figura della Regina più vicina alle adolescenti  tra le tante scarpette che appaiono nel film ci fa vedere anche un paio di Converse All Stars di colore viola, il mitico modello di Chuck Taylor.
Patrizia Casini





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