
Aprono le otto
sale al primo piano dell`ala di Levante degli Uffizi con un nuovo allestimento,
dedicate a
Caravaggio e alla
pittura seicentesca. La parte del leone la fa ovviamente Caravaggio, indiscusso fulcro
della pittura di quel secolo caratterizzato da passionalità forti, simbolismi e
novità spesso estreme. Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi, con
la collaborazione di Anna Bisceglia (curatrice della pittura toscana del
Seicento), Francesca de Luca (pittura del Cinquecento) e Maria Matilde Simari
(pittura italiana ed europea del Seicento), ha voluto creare qui un percorso
museale che offra un doppio binario di "lettura" delle opere esposte tenendo
quindi conto delle differenti esigenze dei visitatori e del bisogno di
approfondimento di una consistente parte di loro.

Si parlava di passionalità e
senza dubbio il colore scelto per i pannelli delle sale lungo il corridoio (per
non intervenire definitivamente sull`originale colore vasariano) e per le
pareti delle sale interne (dalla 96 alla 99), non poteva che essere il rosso.
Un rosso non fiammante ed esagerato, un rosso che si trova spesso nelle stoffe
e nei parati rappresentati nei quadri di quegli anni, studiato su un modello
tessile dell’epoca e realizzato con pigmenti naturali utilizzati già nel 1600.
Un rosso deciso eppure, verrebbe di dire, un po’ "filtrato".

Nella Sala della
Medusa il magnifico scudo da parata dipinto da Caravaggio è esposto in una nuova
teca sullo sfondo di un grande pannello rosso. Alle pareti, oltre all`Armida di
Cecco Bravo, donato recentemente dalla sezione americana degli Amici degli
Uffizi, segnaliamo la statua romana di Minerva con la testa della figura
mitologica sul petto e il quadro della testa coronata dai serpenti di Otto
Marsaeus e nei secoli passati attribuito a Leonardo da Vinci e ammirato dai viaggiatori
come uno dei più famosi quadri degli Uffizi.
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