![]() |
Pala di Santa Maria Maddalena 1466 |
BENOZZO GOZZOLI a San Gimignano è il titolo della mostra (18 giugno, 1 novembre 2016) allestita nella Pinacoteca della Città delle Torri una mostra che può essere arricchita con la visita agli altri luoghi dove sono conservate le opere del maestro: il Museo di arte Sacra, il Duomo, la Chiesa di Sant’Agostino, il Monastero di Monteoliveto.
L’esposizione vuole celebrare l’intensa e feconda attività svolta da Benozzo (1420-1497) e dalla sua scuola durante il soggiorno sangimignanese, dal 1464 al 1467, periodo di completa maturità dell’artista che aveva appena terminata la Cavalcata dei Magi nella cappella di palazzo Medici-Riccardi a Firenze.
Il cuore della mostra è la Pala di Santa Maddalena nella quale si sommano tutte le esperienze, le conoscenze e la cultura apprese in gioventù.
Dal Ghiberti, con il quale collaborò alla Porta del Paradiso per il Battistero di Firenze, imparò le regole prospettiche teorizzate da Leon Battista Alberti. Dal Beato Angelico del quale fu collaboratore a Firenze e a Roma nella Cappella Niccolina nei Palazzi Vaticani apprese la limpida purezza della composizione e della stesura del colore, ma nello stesso tempo si lasciò suggestionare dall’opera di Gentile da Fabriano e dal decorativismo prezioso del Gotico Internazionale. Senza dimenticare l’importante ruolo svolto dagli arazzi borgognoni dei quali Piero e Giovanni de’ Medici risultano ammirati acquirenti e collezionisti fin dal 1447.
La caratteristica narrativa e descrittiva degli arazzi si riscontra un po’ in tutta l’opera del Maestro: sia quando usa la tecnica ad uovo su tavola che quando dipinge a fresco su muro. Infatti gusto aneddotico, piacevolezza narrativa, amore per il particolare e iscrizioni latine didascaliche, animano con garbo le sue composizioni.
Al seguito del padre Lese, farsettaio, il piccolo Benozzo ebbe certamente occasione di avvicinare il mondo degli artigiani, in particolare merciai e tessitori fiorentini. Gli incontri forse dettero origine ad una sensibilità particolare nella rappresentazione delle stoffe sicuramente sublimata dalla collaborazione con l’Angelico.
Resta il fatto che senza la pittura di Benozzo l’ambiente di vita e la moda colta e raffinata della Firenze del XV secolo non risulterebbero documentati con altrettanta ricchezza. Anche gli accessori più piccoli risultano curati con attenzione nei più minuti particolari.
A provare l’affermazione basta la Pala di Santa Maria Maddalena orgogliosamente firmata opus Benozzii de Florentia 1466, che in occasione della mostra si può ammirare ricomposta con l’originaria predella oggi divisa fra il Musée du Petit Palais di Avignone, la Pinacoteca di Brera e il Museo Thissen Bornemisza di Madrid.
Una composizione compatta ed equilibrata di chiara impostazione rinascimentale disposta nella superficie quadrata della Pala. Ma il perfetto equilibrio compositivo è reso ancora più affascinante dalla ricchezza dei particolari che non lasciano libero neppure un centimetro della superficie pittorica.

Anche il velo appoggiato sulla curata acconciatura dei capelli di Santa Magdalena è un capolavoro di pittura oltre che di tessitura, per non parlare del suo bel mantello foderato di vaio e dei nastri d’oro che bordano le vesti.
San Giovanni Battista anziché essere vestito di povere pelli risulta coperto da una morbida pelliccia cucita ad arte e completata da un mantello in tinta confezionato in doppio di due colori complementari, grigio-viola e giallo.
Sempre la confezione in doppio e due colori complementari, arancione e verde, per il mantello di Santa Marta sapientemente drappeggiato su un abito blu bordato da nastri d’oro e con i polsini trattati come veri e propri bracciali d’oro sbalzato. Il viso della Santa è incorniciato dal mantello che poggia su un velo sottile e prezioso come quello della Madonna e di Santa Magdalena.
![]() |
Paliotto delle colombe |
La cosa più stupefacente in mezzo a tanta raffinatezza, al prezioso marmo dei gradini sui quali si eleva il trono, all’estofado d’onore che dipinge un tessuto oro e blu con disegno a cammino, ai festoni a rose bianche e rosse canonicamente associate alla Madonna, allo svolazzante panneggio delle vesti degli angeli con le ali disegnate da lumeggiature d’oro, è l’abbigliamento di Sant’Agostino: la sua mitra è una vera e propria opera d’arte orafa. Il Santo sopra la veste bianca indossa un mantello di velluto rosso cremisi ricamato che è quanto di più bello e prezioso si potesse desiderare in quell’epoca. La cosa davvero eccezionale è il disegno del ricamo che ripete esattamente quello del Paliotto delle colombe eseguito a Firenze nel convento delle Murate nel 1448, anch’esso in mostra a pochi metri di distanza dalla Pala. Di eccezionale bellezza e inestimabile valore è anche lo stolone del piviale interamente ricamato con rara maestria su disegno di un grande maestro, ammesso che il disegno non sia inventato per l’occasione ma sia ripreso dal vero com'è più verosimile.
Insomma una pagina di una rivista di moda del tempo.
Patrizia Casini - Graziella Guidotti
Patrizia Casini - Graziella Guidotti
Nessun commento:
Posta un commento