
Un viaggio alla scoperta delle storiche
botteghe fiorentine.
Il fotografo Guido Cozzi inaugura
le sale espositive dell'Istituto de' Bardi a Firenze con la mostra BOTTEGHE
FIORENTINE aperta dal 25 gennaio al 31 maggio 2025.
Un reportage documentaristico sul
patrimonio artigianale, cuore pulsante della cultura fiorentina.
Restauratori, decoratori, bronzisti, fabbri, falegnami, doratori, orafi, rilegatori e molti altri. Mestieri che un tempo costituivano il tessuto economico e sociale dei quartieri cittadini e che oggi, nonostante le difficoltà, continuano a mantenere vivo un sapere antico.
Una serie di immagini dove al centro
troviamo la bottega, luogo stratificato di sapere e di storia; di oggetti e
strumenti di lavoro, di pavimenti consumati e pareti scrostate dove viene
mostrata l'autenticità di un mestiere.
l’Istituto de’ Bardi, sede
dell’esposizione, nel Palazzo Capponi, in via de’ Michelozzi, rappresenta una
realtà che da quasi due secoli si dedica alla valorizzazione dell’artigianato
artistico.
Infatti riprende gli ideali del suo
fondatore, Girolamo de’ Bardi, uomo di cultura e visione, convinto che il
sapere dovesse essere innanzi tutto “utile”. Agli inizi dell’Ottocento, l’erede
della nobile famiglia, stabilì per la sua Fondazione l’obiettivo di valorizzare
l’artigianato locale e offrire agli artigiani meno abbienti la possibilità di
formarsi gratuitamente. E ancora oggi l’Istituto cerca di rendere attuale il
suo messaggio attraverso una rinnovata proposta: brevi corsi di formazione
artigianale e laboratori di artigianato artistico, non professionalizzanti, ma
svolti da artisti e artigiani che costituiscono eccellenze del territorio
toscano e non solo, oppure da operatori che, pur possedendo un’arte preziosa e
che va perdendosi, non sono in grado, per le difficoltà del settore, di
promuovere se stessi ed i loro prodotti.
La mostra inaugura anche le nuove sale
rinnovate dell’Istituto, disponibili su richiesta per progetti in linea con la
sua missione, per rafforzare il dialogo con la città, invitando un pubblico
sempre più ampio a scoprire le tante attività a favore di queste antiche
tradizioni.
Nel periodo della mostra poi, oltre alle
sue consuete attività, l’Istituto propone una serie di appuntamenti tematici.
Il 30 gennaio alle ore 18.00, si tiene la
conferenza-spettacolo Shakespeare, il
teatro come “artigianato”. Un mestiere che si impara “a bottega”, a cura
del regista e attore Alessandro Calonaci,
che illustra il parallelismo tra il lavoro artigianale e la creazione teatrale.
Il 7 febbraio alle ore 15.30, il professor
Giovanni Cipriani tiene la conferenza
Ottone Rosai, un artigiano, figlio di
artigiani dell’Oltrarno fiorentino, approfondendo la figura di uno dei
protagonisti della pittura italiana del Novecento.
Il 22 febbraio, Guido Cozzi conduce l’incontro Fotografare
l’artigianato, un’opportunità per imparare a valorizzare il proprio lavoro
artigianale attraverso la fotografia.
Due,
infine, gli appuntamenti di marzo:
il 7
alle 16.00 la restauratrice Laura
Grossi dello Studio Santo Spirito interviene sul tema La poesia del restauro nell’ex quartiere artigiano
il 28
alle 17.30 il giornalista Stefano
Tesi tiene la conferenza Raccontare
l’artigianato tra cronaca e reportage.
La
mostra Botteghe Fiorentine si può visitare gratuitamente durante tutte le
attività dell’Istituto oppure su prenotazione, scrivendo all’indirizzo
segreteria@istitutodebardi.org. Anche per partecipare agli eventi collaterali,
data la disponibilità limitata di posti, è necessaria la prenotazione.
Informazioni:
Istituto de’ Bardi
Palazzo
Capponi, via de’ Michelozzi 2, Firenze segreteria@istitutodebardi.org |
www.istitutodebardi.org
Guido Cozzi, fiorentino, è specializzato
in reportage geografici, turistici ed etnografici. All’Istituto presenta venti
immagini di altrettante botteghe, descritte con un taglio documentaristico. Gli
spazi sono inquadrati frontalmente, senza la presenza umana, per mettere al
centro la dimensione materiale degli oggetti. I suoi scatti raccontano un
“tempo sospeso”, offrendo al visitatore uno spunto per riflettere non solo
sulle condizioni attuali degli artigiani, in una società sempre più orientata
al consumo di massa, ma anche sui profondi cambiamenti che la scomparsa di
queste realtà porterebbe alla città di Firenze. Alle immagini si aggiunge un
video, sempre realizzato da Guido Cozzi, che vuole essere un inno alla bellezza
di Firenze, città fatta a mano, grazie alla straordinaria collaborazione tra
architetti, ingegneri, artisti e naturalmente artigiani. Lungo il percorso
saranno esposti oggetti antichi, risalenti al periodo ottocentesco e
novecentesco, legati alla lavorazione del legno, realizzati dall’artigiano che
li utilizzava a suo tempo, come si usava nel passato; trattasi di morsetti,
incorsatoi, graffietti, pialle di varie misure, un ceppo a banco, un’ascia
ricurva, un pastrengo, ed altri strumenti appartenenti alla collezione privata,
messa insieme nel corso di varie generazioni, del restauratore Giuseppe Margheri,
che da più di quarant’anni con dedizione e passione, nel suo atelier di Borgo
San Lorenzo, in Mugello, si occupa di restauro e vendita di antichità,
soprattutto mobili.